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Un mese di mare e fisica

20 June 2008 ore 12:00

Tutte le cose sono belle in sé,

e ancor più belle sono quando l’uomo le apprende.

La conoscenza è vita con le ali.

(Kahlil Gibran)

 

Quando ho scelto il corso di laurea in Scienze Naturali, avevo in testa un paio di idee chiare: "da grande" avrei fatto un lavoro all’aria aperta, preferibilmente sulle mie amate montagne. E poi avrei evitato il più possibile le scienze dure, cioè matematica, chimica e fisica. Ebbene, molto coerentemente eccomi qua, reduce da un mese di mare e fisica! Naturalmente già da un po’ le mie due idee erano assai meno chiare: il mondo è così grande e interessante... Il mio ruolo a bordo è stato decisamente vario; ho seguito i seminari, scritto articoli per i Velisti per Caso, dato una mano nella logistica delle varie tappe, fatto da tramite fra l’equipaggio e gli organizzatori a terra... mi è persino capitato di intervistare un premio Nobel! Buffo che, insicura del mio inglese, abbia sciorinato la mia domanda in francese - convinta dalla biografia che lo parlasse correntemente - per sentirmi rispondere uno stupito "Sorry, I don’t understand".

Gaffes a parte, ho finito persino con l’appassionarmi ai neutrini, chiedendo sempre nuove delucidazioni ad ogni fisico che incontravo! La Fisica in Barca è stata un’avventura entusiasmante, dal punto di vista scientifico ed umano: fra scienziati appassionati e ragazzini pieni di entusiasmo, momenti di navigazione emozionanti e scoperte nuove ad ogni seminario. Vedere la scienza da una barca è sicuramente un punto di vista insolito e privilegiato.

Certo, non sarà questo a risolvere la crisi delle vocazioni scientifiche né la penuria di informazione scientifica corretta, ma è una strada delle tante possibili. Senza dimenticare che questi cervelloni che si occupano di cose tanto difficili sono, semplicemente, persone. E’ nelle persone che nasce la curiosità, sono loro che hanno le idee, che si incontrano, parlano, si entusiasmano, progettano. Sono le persone che con i loro piccoli passi coprono grandi distanze.

Ho visto coloro che hanno il coraggio e l’entusiasmo per tener viva la scienza, pur con tutte le difficoltà economiche che questo comporta nella nostra nazione. Ho visto scienziati scendere dalle loro cattedre e mettersi in gioco fra i giovani. Ho visto spiegare la fisica semplicemente con un secchio ed un cucchiaio e sentito di ricercatori che portano gli studenti al Cern, a costruire rilevatori di raggi cosmici da installare sui tetti delle loro scuole. Mi hanno parlato di strumenti costruiti per “ascoltare”, dal fondo del mare, neutrini e muoni ma che registrano anche i suoni di capodogli e delfini...

Quello della scienza è un mondo straordinario, che vale la pena di raccontare sempre, con la massima correttezza, ma anche tanto entusiasmo.

Poi ho incontrato i ragazzi delle scuole: un bellissimo regalo le loro risate, le loro mille domande, i loro sguardi curiosi, almeno quanto il mio di fronte al... fornello basculante!

Ma tutti i luoghi visitati e coloro che ho incontrato – e sono davvero tantissimi! – sono stati un regalo e una scoperta.

Fil, Mattia e Carlotta in prima fila, che per un mese si sono sciroppati la mia inesperienza, ma spero abbiano colto anche la mia gioia! Alla fine di tutto questo più che nostalgia mi resta una bella sensazione di fiducia.

Arrivederci dunque, e buon vento!

 

Ilaria Selvaggio

Inviata di Velistipercaso.it a bordo di Adriatica

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