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Riflettiamo sulle energie rinnovabili

10 June 2008 ore 12:00

Questa terza edizione della Fisica in Barca è stata occasione, a bordo di Adriatica, di discussioni e riflessioni sulla scienza. ENEL, che è partner attivo nella realizzazione degli incontri con gli studenti spinge ciascuno di noi, con la sua presenza, a riflettere sull'energia e sulle fonti rinnovabili, in cui come azienda sta investendo molto.

L'italia continua ad aumentare le sue emissioni di gas serra, come confermano le rilevazioni governative, allontanandosi dall'obiettivo di riduzione fissato dal protocollo di Kyoto. Questo espone il nostro paese a pesanti penalità economiche, ma soprattutto noi cittadini a conseguenze disastrose. La sensazione è che i politici e gli imprenditori italiani vedano quell'obiettivo come un punto di arrivo da raggiungere in un lungo lasso di tempo, mentre si tratta solo del primo di molti passi molto più consistenti. E non stiamo riuscendo nemmeno a fare quello!

Se i tecnici avessero ragione, e tutto ci fa pensare di sì, entro il 2050 le riduzioni dovrebbero raggiungere il 60% o forse addirittura l'80% rispetto al 1990. Ad oggi invece di ridurre, stiamo aumentando.

A bordo le chiacchiere su questo argomento sono frequenti. Ilaria mi chiedeva, incrociando davanti alla costa calabra, se avevo notato dei cambiamenti nel mare e nella metereologia rispetto a quando ho iniziato a navigare, 25 anni fa. Non posso che darle una risposta affermativa, anche se non sono convinto che tutto dipenda dall'uomo. Infatti i cicli della metereologia su scala delle migliaia di anni non ci sono noti perché è solo da un paio di secoli che gli scienziati raccolgono dati con regolarità e razionalità. Sappiamo che ere glaciali di grande e piccola dimensione si susseguono a periodi secchi con regolarità. Che la fauna e la flora del Mediterraneo sono diversi oggi da com'erano al tempo dei primi Egizi o dei Sumeri. Ma è innegabile che in qualche modo delle differenze tra il mare che ho conosciuto all'inizio della mia carriera e quello in cui navigo oggi ci sono.

Spesso, nei porti dove attracchiamo, scambiamo due chiacchiere con i pescatori che ci confermano il calo delle prese di pesce e, soprattutto, di trovare nelle reti pesci inabituali per le acque mediterranee. Lo stesso ci raccontavano i pescatori di Chiloè, in Cile, durante il viaggio sulla Rotta di Darwin. E anche ngli indios San Blas, davanti a Panama. La temperatura del mare si è alzata. I pesci sono diminuiti per lo sfruttamento, ma forse anche per una incapacità ad adattattarsi alle nuove condizioni che si realizzano troppo velocemente. Ecco, forse il vero sintomo che ho notato è che i cambiamenti sono repentini. E comunque alcuni fenomeni metereologici di difficile interpretazione mi sorprendono e lasciano dubbiosi altri navigatori. Per esempio la maggior frequenza di tempeste tropicali in nord Atlantico, che causano dei danni alle coste francesi, spagnole e anglosassoni, ma che non pemettono alle imbarcazioni a vela di affrontare con tranquillità le traversate tra Europa e America.

Nelle ultime edizioni della regata ARC - la regata a cui partecipano tutte le barche che in novembre partono dai nostri porti per raggiungere i Caraibi - si sono verificati seri incidenti con la perdita di più di un'imbarcazione e anche di alcune vite umane. Mentre questa era considerata la regata oceanica più tranquilla. Certo, da non sottovalutare, ma che anche equipaggi ridotti o marinai non più giovani potevano affrontare con una certa tranquillità.

Lo scorso autunno, quando con Adriatica stavamo effettuando il secondo periplo della penisola per realizzare la seconda edizione della Fisica in Barca, i fronti piovosi che si sono abbattuti sul sud Italia avevano una veemenza e una frequenza inusuale, facendoci rinunciare a ben due delle tappe previste per doverci rifugiare lungamente nei porti di Vibo Valentia e di Barletta. Insomma, nel nostro piccolo anche noi Velisti per caso ci accorgiamo di alcuni cambiamenti ingiustificati del clima e dello stato del mare. E questo ci rende per lo meno prudenti e più attenti nell'uso delle energie e nello spreco di risorse.

Con i Fisici dell'INFN e i tecnici di ENEL cerchiamo, tra i messaggi che proviamo a dare ai ragazzi delle scuole che ci incontrano legati alla Fisica e alla bellezza di scoprire nuove vocazioni per scienza, di far passare anche quegli stimoli che possono spingere tutti noi ad essere dei cittadini diversi, consapevoli che il nostro singolo gesto, per quanto piccolo e isolato, possa contribuire a far durare più a lungo la vita sul nostro pianeta. Piccole cose come il risparmio dell'acqua quando facciamo la doccia o ci laviamo i denti; lo spegnere le luci che non servono; il riuscire a riciclare i rifiuti anche in un mondo piccolo e scomodo come una barca. Adriatica, con i suoi due generatori eolici, il pannello fotovoltaico e l'elica a trascinamento, in ormai 12 mesi di navigazione effettiva da quando furono montati a Curaçao, ha risparmiato 2.000 litri di gasolio e emesso molte centinaia di chili di CO2 in meno. A bordo cercavamo di fare dei paragoni con altre situazioni di risparmio energetico. E, per esempio, abbiamo tradotto questo risparmio in due anni in meno di uso di una media vettura diesel. Non siamo più bravi. Siamo Velisti per Caso o... Cittadini per Caso. Come tutti.

 

Filippo Mennuni

E l'equipaggio di Adriatica

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