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Cosa c'entra ALMA con Darwin?

10 January 2007 ore 18:00

Questa mattina Laura ci accompagna in Jeep al sito intermedio di ALMA, 2900 m di altitudine, il campo base del telescopio, chiamato dagli addetti OSF, Operations Support Facility. Qui stanno costruendo l'edificio che ospiterà la sala di controllo del grande radiotelescopio. Visto che tutte le operazioni saranno gestite a distanza, via computer, è molto più semplice e sicuramente meno rischioso e faticoso lavorare qui, appena sotto i 3000 m di quota, che a 5000, dove c'è solo il 50% dell'ossigeno ed è provato che il 20% della gente che ci sale soffre di mal d'altitudine. La sala di controllo e le strutture annesse saranno di forma circolare e in stile atacamegno, in onore dei 20.000 indigeni che rivendicano al Cile queste terre e che agli edifici di Alma avranno libero accesso oltre che opportunità di lavoro. Qui arriveranno anche le 64 antenne che costituiscono il radio telescopio, tra quest'anno e il 2010, quando saranno tutte completate, per essere assemblate nei capannoni già pronti ad accogliere le prime tre entro quest'estate.

Il cantiere è organizzato come un orologio svizzero, anche se è gestito da un tedesco, l'amico Jeorg, che ce lo racconta piacevolmente in tutti i dettagli. L'unico ad annoiarsi è Mario, che non trova nulla di geologicamente interessante con cui sfogarsi. Ma lo mettiamo subito al lavoro. Alle 10 in punto inizia la videoconferenza con l'Università di Bologna, abilmente gestita da Paola e Mario. Dall'altra parte dello schermo, Loretta Gregorini, la professoressa dei nostri due studenti Filippo ed Elisabetta, i loro compagni di corso e persino la Syusy, che in quest'occasione rappresenta egregiamente il pubblico non astronomo.

Si parla di ALMA, ma inevitabilmente anche di Darwin, per piu di un'ora, con la partecipazione di Jeorg, l'ingegnere tedesco che ha trascorso una vita a costruire telescopi per l'ESO e fino ad oggi project Manager di ALMA, ma anche di Laura, del professor Siroli e degli studenti, interrogati dalla scatenatissima Loretta nonostante la distanza continentale. Di fronte a tutto questo spiegamento di forze astrofisiche, Mario è sempre meno agguerrito contro i fisici, ma manifesta un forte bisogno di sassi e rocce su cui sfogare la sua passione geologica.

Dopo il pranzo alla mensa del campo base, decide di saltare la visita alla base operativa di APEX, l'Atacama Pathfinder Experiment, non lontano da San Pedro. APEX è l'antenna prototipo di Alma, l'unica funzionante sul sito a 5000 m dal 2004. Con egregi risultati, come ci spiega Per, l'astronomo vichingo in turno alla salla di controllo. Lo scorso agosto il radiotelescopio ha individuato nella polvere intergalattica della Nebulosa di Orione la prima molecola organica contenente fluoro.

Ritroviamo Mario al Museo Archeologico di San Pedro, dove trova pane per i suoi denti: ben tre mummie atacamegne, di cui solo una è una riproduzione e altri 380.000 reperti archeologici raccolti in questa regione da padre Gustavo le Paige, il prete belga fondatore del museo.

La giornata si conclude all'Adobe, un caratteristico ristorantino atacamegno, dove tutti ci chiediamo come faremo ad affrontare l'ascesa dei 5000 senza soffrire di mal d'altitudine, o peggio, delle sue conseguenze che potrebbero essere fatali (da nausea e mal di testa all'edema cerebrale...). I locali consigliano di bere molto (acqua s'intende), mangiare limoni, prendere un'aspirina la sera prima, consumare te di Coca e addirittura masticarne le foglie secche durante l'ascesa. Filippo, lo studente di Bologna, non disdegna e inizia subito la preparazione. Lo lasciamo fare perché oggi compie ventun'anni!

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