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Cosa c'entra Darwin con la geotermia?

12 January 2007 ore 18:00

Antofagasta e deserto di Atacama (5.300mt)


Seguiamo la scia di Adriatica nella tappa in Cile, ad Antofagasta, dove lo staff di Evoluti per Caso "sulla rotta di Darwin" si incontra con il gruppo di progetto energie rinnovabili di ENEL. Obiettivo: raccontare insieme ancora una volta le energie rinnovabili e in particolare la Geotermia per lo sviluppo energetico sostenibile nel paese per scoprire se, nelle scelte energetiche, sia possibile un adattamento dell’uomo all’ ambiente, nella prospettiva di migliorare la qualità di vita senza alterare la qualità dell'ambiente che ci ospita.

Nel nostro viaggio ci accompagna il geologo Mario Tozzi, conduttore di Gaia, e testimonial in questa tappa, anche lui segue la "rotta di Darwin".

 

Ma cosa c'entra Darwin con le energie rinnovabili e la geotermia? Mario Tozzi ci racconta che, contrariamente a quanto si possa pensare, Charles Darwin non era un biologo, né uno zoologo, bensì – come sottolineato da lui stesso in più occasioni - un geologo. Nel suo viaggio attorno al mondo a bordo del Beagle il testo più consultato è stato senz'altro i principi di geologia di Charles Lyell, il più grande geologo di quei tempi e nelle sue lettere Darwin prega di affidare la pubblicazione di gran parte della sua opera solo ed esclusivamente a un geologo. E' dunque un geologo quel Darwin che passa quasi un anno lungo le coste cilene del Sudamerica compiendo osservazioni essenzialmente legate alla dinamica della terra.

Non si conosceva ancora la teoria della deriva dei continenti, ma Darwin comprende benissimo che è l’immensa quantità di calore che emana il pianeta a suscitare terremoti e a mettere in azione i vulcani. Sui vulcani sudamericani Darwin compie molte osservazioni e lega la loro attività in qualche modo alla sismicità, specialmente dopo avere provato sulla propria pelle almeno un paio di gravi terremoti.


È ancora notte quando da San Pedro de Atacama, nella regione desertica del nord del Cile, si parte per El Tatio, la meravigliosa area in cui le manifestazioni naturali geotermiche si possono ammirare nel momento migliore: alle luci dell’alba. I numerosi fari rossi dei pulmini lungo la strada lasciano capire che la curiosità e l’interesse verso questo luogo è grande e che rappresenta quindi un valore per il territorio. Lungo il percorso di circa due ore, le prime luci dell’aurora ci concedono uno spettacolo naturale indimenticabile fatto dei colori della terra rossa e delle forme eterogenee delle alture a volte morbide colline, a volte vette innevate con lama o vigogne che brucano e spaziano fino al lontano orizzonte. Da lontano si intravedono già i vapori che prepotentemente dominano la scena.. c’è segno di energia, energia che viene dalla terra, energia rinnovabile.

 

Quando scendiamo siamo nel mezzo dei vapori, a volte fumarole, a volte veri e propri laghi di fango in ebollizione, a volte geysers che si alzano davanti a noi. A questo punto non ci resta che cercare di capire come utilizzare questa energia, ma questo, in Enel, è storia di tutti i giorni. Così decidiamo di esplorare la zona e incontriamo, in un’area più distante chiamata La Torta, una piattaforma di esplorazione geotermica dove Enel sta conducendo le campagne di esplorazione per definire le potenzialità di questa energia e la sua possibilità di generare energia elettrica. Siamo sulle Ande, eppure sono esploratori particolari quelli che incontriamo, un gruppo composto da geologi italiani, cileni e ricercatori universitari cileni dell’Università di Antofagasta. Le prospettive, ci spiega Martino Pasti (Direttore Tecnico dell’Empresa Nacional de Geotermia), sono interessanti: se anche l’esito delle esplorazioni profonde sarà positivo come quello delle esplorazioni superficiali finora realizzate, implementeremo un progetto di sviluppo per ciascuna delle 4 concessioni oggi in esplorazione.

In ciascuna concessione si potrà installare un impianto da 40MW con un investimento di circa 150 milioni di euro. In totale stimiamo una capacità di 160-200 MW per questa fase del progetto. La generazione stimata per ciascun impianto è di circa 300 GWh, pari all’1% dell’attuale fabbisogno energetico del paese. Un progetto che non impatterà sulle aree turistiche e si integrerà con il territorio e con le sue attività preesistenti apportando il grande valore di generare energia pulita utilizzando una risorsa autoctona e fornendo energia elettrica alle comunità che oggi ne usufruiscono per poche ore al giorno.


Oggi che il Cile vive un’emergenza energetica quotidiana dovuta alla dipendenza dal gas venezuelano, condizionata dallo sviluppo esponenziale del paese che sta crescendo di circa il 6% annuo, l’utilizzo delle risorse autoctone è di importanza strategica per la sicurezza energetica. La geotermia rappresenta quindi una grande opportunità per il paese e anche per Enel unico operatore italiano di dimensione industriale che opera stabilmente nel paese. Per questo Enel ha creato una società dedicata allo sviluppo geotermico in Cile. La nuova azienda, risultato della partnership con Enap (operatore petrolifero di stato), si chiama Empresa Nacional de Geotermia e prevede investimenti che si concretizzeranno alla fine dell’anno o inizio del prossimo con le prime esplorazioni profonde, cioè i primi pozzi geotermici.

 

Antonella Pellegrini – Comunicazione Internazionale Enel

Mauwa Lauro – Comunicazione Sponsorizzazioni Enel

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