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di Carlotta Cicotti.
Dopo il rapido volo a pelo d’acqua della scorsa puntata è tempo di entrarvi… eccoci nel "Mesolitorale", è così definita una zona che ha confini che sembrano labili ma non lo sono affatto: sta tra i livelli di alta e bassa marea! Come sicuramente saprete nel Mediterraneo questa ha un'escursione limitata, in media sui 20-30 cm, mentre si parla di diversi metri nel Mare del Nord o nella Manica. E la Laguna di Venezia? Con le escursioni di marea che si ritrova (dagli 80 ai 140 cm) ha più caratteristiche in comune con i mari del Nord che con i nostri, fatte ovviamente le debite proporzioni.
Nei nostri mari, il piano Mediolitorale si divide ulteriormente in 2 "orizzonti": quello superiore, bagnato solo dagli spruzzi, quindi molto simile al Sopralitorale, e quello inferiore, dove invece sono le maree e il grado di “ondazione” (quindi il grado e la frequenza con cui viene colpito dalle onde) a farla da padroni.
Nell’orizzonte superiore ritroviamo, soprattutto in inverno, facce già note come Ligia italica e i vari esponenti del genere Patella, oltre alle varie specie di balanidi (i denti di cane) in perenne lotta tra loro per lo spazio vitale. Alcuni di questi sono addirittura in grado di sopravvivere all’asciutto una settimana; non di rado capita di vederli abbarbicati sul dorso delle cozze.
Poi troviamo i granchi, che scorazzano liberamente sopra le teste di tutti, come il veloce Pachygrapsus marmoratus. Scendendo un po’ ci troviamo finalmente in acqua, siamo nell’orizzonte inferiore, più ricco di specie visto l’ambiente un po’ più accomodante.
Qui, caratteristiche sono le alghe coralline, del tutto simili a rocce, una di queste, la Lythophyllum tortuosum costruisce grosse strutture concrezionate, i cosiddetti “trottoirs”, che possono raggiungere anche lo spessore di un metro. Questa piccola alga riesce a costruire in zone mediamente battute dalle onde, quindi ne in zone troppe tranquille ne continuamente flagellate dal mare. Quindi, se ne trovate, potete anche avere un’idea del “mare” che c’è in quel posto!
Nei labirinti di queste cornici trovano rifugio un sacco di piccole specie, e alla loro base si possono insediare piccole alghette che sicuramente avrete visto, come Halimeda tuna (o "monetina di mare" per gli amici) Udotea petiolata sulle quali spesso trovate dei piccoli tubi calcarei biancastri, piuttosto contorti, che sono la tana, auto costruita, di piccoli vermetti, i serpulidi.
Tra i personaggi famosi della zona come non ricordare il celebre "pomodoro di mare" (Actinia equina), o ancora le cozze, o muscoli, o moscioli, a seconda della regione in cui vi trovate a mangiane una zuppa?
Di mitili ne esistono in mediterraneo una ventina di specie, di cui il Mytilus galloprovincialis è probabilmente la più nota. Sono filtratori, perciò se si trovano in acque inquinate accumuleranno le sostanze nocive nella loro carne, e qui rimarranno in attesa dello sfortunato predatore… Per questo che prima di essere messi in commercio devono passare un periodo di “quarantena” in particolari vasche, e solo in seguito possono essere venduti.
Non scordiamoci però del povero dattero di mare (Lithophaga lithophaga) che vive affondato nella roccia, ragion per cui sono state distrutte moltissime scogliere a suon di scalpellinate per estrarlo. Fortunatamente oggi la sua raccolta è vietata, ma spesso e volentieri i vacanzieri se ne “dimenticano” di fronte all’offerta di un prelibato piatto da parte di certi ristoratori, incentivando così la distruzione delle scogliere.
Ciao!
Carlotta
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