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Partecipiamo alla King's Cup

12 December 2003 ore 18:00

La King's Cup è finita; la giuria ha analizzato tutte le proteste e i ricorsi tipici del dopo-regata; i vincitori delle varie classi si sono portati a casa i trofei; le tavolate dei buffet che hanno rallegrato e saziato ogni sera i rudi marinai, sono state smantellate. L'anno prossimo si ricomincerà da capo.

Adriatica ha preso parte soltanto alla prima delle 6 prove, perché la Thailandia ha così tante cose da essere raccontate che Syusy è stata subito dirottata altrove. Vista la parziale partecipazione, non abbiamo potuto figurare su alcuna classifica generale. Nell'unica regata disputata, la "Rossa" si e' comunque fatta onore, lottando fianco fianco con le sue altre compagne di classe più leggere, più corsaiole e non certo attrezzate per fare un giro del mondo come il nostro. Le categorie, infatti, non sono state formate con molta logica e nonostante il calcolo dei vari rating, la composizione finale è' risultata molto discutibile. Ma non importa. Ci siamo divertiti ugualmente.

Oltre a Cino Ricci al timone, c'erano con noi Thomas e Sebastiano, due vigorosi e simpatici gemelli. Gigi e io coordinavamo l'equipaggio. Syusy è stata come sempre il vivace peperino-folletto-regista onnipresente, pronta a dare una mano in ogni circostanza. E Giuseppe, instancabile, ha filmato tutto, di più, facendosi aiutare questa volta da Gabriele, un amico trovato "per caso", che con un'altra videocamera in mano ha seguito tutta la regata da una barca appoggio, cercando anch'egli di catturare delle belle immagini da mostrarvi. Insomma, un bel team!

La settimana che aveva preceduto la King's Cup l'avevamo trascorsa a girovagare tra baie, isolette e grotte ammirando l'affascinante e insolito spettacolo di centinaia di faraglioni disseminati in questa particolare zona della Thailandia, che emergono senza regola e sembrano appoggiati sull'acqua in equilibrio precario.

Adriatica, con la sua chiglia di quasi 4 metri, non ha potuto arrivare proprio dappertutto, obbligando a volte Syusy a perlustrare i luoghi più angusti a bordo di un "longtail", tipica barca a motore tailandese, usatissima per ogni tipo di veloce spostamento in mare In questa settimana dedicata ad Adriatica, Syusy è sempre stata in compagnia di Cino. Gigi e io non lo conoscevamo personalmente. Non vivendo ormai da molti anni in Italia eravamo rimasti col ricordo al tempo di Azzurra, senza essere aggiornati sulle sue più recenti attività. Lo abbiamo trovato essenziale, con la mente piena di vecchi ricordi: gli piace raccontare e raccontarsi. Nei discorsi del "dopo cena" in pozzetto, abbiamo riaperto la piccola polemica sul ruolo delle donne a bordo, cercando di chiarire e capire il punto di vista altrui (ma mantendendo poi salde le proprie idee...).

Verso la fine del soggiorno su Adriatica, Cino, ammiccandomi, mi ha sussurrato in un orecchio di aver cambiato idea sulla presenza femminile in barca. Quale emozione! Forse le mie capacità nautico-velistico-marinare lo avevano convinto? Forse aveva apprezzato la mia esperienza di un quarto di secolo e le mie oltre 200 mila miglia percorse? Macché (del resto non ci aveva chiesto nulla della nostra vita in mare)! Si riferiva alla bontà del cafféche più volte al giorno gli somministravo!! Ho pensato al suicidio (prima ancora all'omicidio), poi me ne sono fatta una ragione e ho deciso di continuare ad andare in barca a vela pur appartenendo al gentil sesso e nonostante la sua severa opinione!

Caro Cino, torna a trovarci... continuerò a farti un ottimo caffè...

Alle prossime.

Un abbraccio a tutti i lettori da

 

Irene

Skipper di Adriatica

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