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Il mare è nostro! E la nave va

12 February 2014 ore 22:00

di Filippo Mennuni.


E’ l’alba. L’orizzonte è blu a Ovest e rosa a est. Sereno.

Il cielo ci sta facendo una promessa: vento da Ponente. Il cielo manterrà la sua promessa e avremo vento da Ovest. 

E’ il vento ideale, per noi, se resta sotto i 20 nodi. Quando soffia più forte alza onda superiore a due metri e tutto diventa più fastidioso, a cominciare dagli spruzzi che scavalcano Adriatica lasciando la coperta, l’attrezzatura e soprattutto l’equipaggio completamente bagnati.

Anzi, la fortuna ci aiuta. Il vento, sebbene rinforzi un po’, gira a SO e ci spinge allegramente al giardinetto, cioé da dietro un po’ sul fianco. Le onde sculacciano Adriatica, questa monella, che ha fatto un po’ i capricci ultimamante.

La giornata si annuncia fantastica e decido di ridurre il fiocco, conservandone solo metà, insieme alla trinchetta di cappa e alla randa con una mano. E’ uno spettacolo eccitante vedere la Rossa che avanza con tre vele in linea di fila, leggermente sbandata a dritta, che si gongola sulle onde verdi del Rio della Plata. Il pilota non fa alcuna fatica a mantenere la rotta, ma a volte è divertente prendere direttamente il timone e giocare con questo mare finalmente benevolo.

Colazione, pulizie, ordine a bordo. Ora la coperta è asciutta e la temperatura piacevole. Si vive in costume e maglietta. Non c’è nessuno in giro. Il mare è nostro!

Sopra di noi passano reggimenti di batuffoli bianchi che corrono veloci a non più di un centinaio di metri di altezza. Sembrano toccare la pinta dell’albero. E’ il cielo tipico dell’aliseo quando parti da Capo Verde per i Caraibi. Inusuale qui.

C’è allegria. Scambiamo battute e ci raccontiamo storie. Il tempo passa. Ho voglia di musica e inizio a compilare una playlist sul computer che poi andrà in diretta attraverso lo stereo di bordo, a tutto volume, in pozzetto. Questi gli artisti principali: Boccherini e la sua “Musica nelle strade di Roma”, poi Verdi, con il coro dell’Aida e il Va Pensiero. Tocca a Pavarotti, che ci canta il nessun Dorma e poi Tchaicowsky. Ricardo ha le lacrime agli occhi. Io la pelle d’oca. Alleggeriamo... Andrea Boccelli, poi la colonna sonora di “La vita é bella” e ancora quella di “Nuovo cinema Paradiso”. Insomma... forse posso fare di più per alleggerire. Scelgo Jack Johnson che ha scritto l’inno di Adriatica durante la Rotta Rossa del 2006: “3, is the magic number”. Poi mi prendo una libertà e chiudo la trasmissione con Fiorella Mannoia e i suoi “Cieli d’Irlanda”.

E la nave va.



Ore 16:00, a Sud Est del Banco del Ingles

La barca segue una rotta diretta su Piriapolis; Il vendo a rifiutato un po’, cioé si è spostato ancora più a poppa. regoliamo le vele più aperte e la velocità raggounge gli otto nodi. Si va veloci. Arriveremo presto, cioé prima di quanto avevo previsto. Stasera verso mezzanotte. Forse prima.

Iniziamo a preparare la barca per l’atterraggio. Guillermo controlla le cime. Ric chiama il porto e chiede istruzioni per l’ormeggio. Saremo di nuovo attraccati al pontone galleggiante di ferro.

Chissà se ci ritroviamo l’ombrello di Ric che ho scaraventato in banchina prima di partire un mese fa? L’ho fatto per scaramanzia: un ombrello a bordo, forse porta sfiga. Forse è per questo che abbiamo avuto dei problemi al motore? No, la mia parte razionale dice che non è così e che la sfiga non esiste; già, non esiste. Comunque l’ombrello è finito a terra e non se ne parli più. 

Alla luce delle sfighe successive devo riconoscere che non era l’ombrello.

Dai, che ci facciamo una pasta con il basilico dello Zio Jorge.



Ore 20:30, a 3 miglia da Piriapolis

Navigazione veloce. Ancora più veloce e ora doppiamo Punta Negra. Il mare si calma. Arrotoliamo definitivamente il fiocco; Guillermo a prua raduna la trinchetta che Ric ha ammainato. Io organizzo la poppa e inizio a posizionare le cime. Parabordi a dritta. Poi metto la prua al vento. E’ quasi buio. Pronti ad ammainare la randa. Giù!

Dieci minuti e arrotondiamo il fanale rosso della diga esterna. Entriamo in porto, prua verso il pontone, che... maledizione! E' già preso da una goletta. Vabbé, ce ne andiamo all’ancora fuori. Tanto tutto è tranquillo. C’è un’altra barca ancorata, un ketch giallo, sui 15 metri.

Gli giro intorno, trovo un posto che mi soddisfa su 7 metri d’acqua. “Fondo!”, e Ric esegue. 30 metri di catena in acqua, spengo il motore. Silenzio. Brezza leggera. Guillermo si accende una sigaretta. Ric si appoggia alla scotta della randa. Io mi siedo su uno dei grossi winch del genoa. Piriapolis è davanti a noi. Ho la sensazione di chiudere un ciclo. In questa stessa data avremmo dovuto essere in Cile, a combattere contro i forti williwaws che dominano nei canali.

Siamo in Uruguay e ci aspettano settimane di lavori. Ce lo chiede Adriatica. Le rosse sono capricciose.
Tutto è evolutivo.

 

Filippo Mennuni

Comandante di Adriatica per le tappe australi

Adriatica SY 

IQ4436

Commenti

E' un vero piacere leggere il diario di bordo. Grande Capitano con le sue parole rende pienamente le emozioni che da il navigare a vela. Saluti a tutti e in culo alla balena. Raff

inserito da Raff il 22/02/2014 alle 10:40

vi auguro un buon lavoro!!
e visto che ci siete mettete a posto ADRIATICA che il prossimo anno spero di poter utilizzare insieme a voi per una bellissima tappa del giro del mondo.
aurelio

inserito da aurelio il 27/02/2014 alle 16:22

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