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L'arrivo a Auckland non è stato semplice

23 September 2002 ore 20:00

L'arrivo a Auckland è stato per me traumatico. Sapete che quando si immigra in un paese straniero, devi sempre riempire per la dogana una serie di fogli e foglietti, ed io da bravo turista superficiale in genere rispondo sempre "No" alle domande imbarazzanti che fanno. "Sei un terrorista? Importi droga?" "No, no, no, per carità!" Nel caso invece dei neozelandesi ti fanno domande strane come: "Che tipo di terreno hanno pestato tue scarpe ultimamente?" Al che un normale turista italiano, un po' fa fatica a capirlo in inglese, un po' la prende per una battuta e risponde naturalmente "No, no, niente da dichiarare, non rompetemi le scatole". In realtà, invece i neozelandesi sono molto pignoli su una serie di restrizioni che riguardano l'importazione di oggetti. Soprattutto hanno una gran paura che la loro isola possa essere contaminata da qualche bacillo estraneo.

Morale che loro mi hanno radiografato le valigie e hanno visto delle cose strane, hanno aperto tutto il bagaglio e a momenti mi arrestano! Il motivo di questo incidente è dovuto ad una maschera di legno che Zoe aveva comperato in un mercatino e aveva messo nel mio bagaglio da portare a casa, senza neanche dirmelo. Io avevo letto che era proibito importare del legno in Nuova Zelanda, ma pensavo si trattasse di legno fresco, vivo, che potesse avere dentro qualche animaletto. La maschera di Zoe era in realtà una mascherina di legno assolutamente verniciato, quindi animaletti vivi dentro non ce ne potevano essere. Poi nel fagottino che aveva preparato Zoe c'era anche una conchiglia, ma di quelle piccole assolutamente senza nessun valore, assolutamente non rare, che a Tonga, Samoa e Fiji trovi regolarmente sulla spiaggia. Morale che i neozelandesi se la sono molto presa.

In realtà avevano ragione perchè io avevo dichiarato di non importare legno o altre cose di questo tipo, invece nel mio bagaglio le hanno trovate. Io, da parte mia, pensavo che intendessero altro, cioè legno vivo piuttosto che conchiglie rare. Fatto sta che ad un certo punto mi hanno minacciato di gravi multe e di gravi sanzioni. Io ho cercato di chiarire la mia buona fede e ho anche aggiunto che non avevo intenzione di importare queste cose in Nuova Zelanda, che erano il bagaglio di mia figlia di sette anni e che volevo semplicemente riportarle la sua mascherina. 

Allora, abbiamo trovato un compromesso perchè in realtà i neozelandesi sono molto cortesi e gentili: ho lasciato un sacchetto alla dogana, prima dell'immigrazione - nella cosiddetta quarantena - che riprenderò quando tornerò in Italia, senza che questi oggetti che possono contaminare la Nuova Zelanda debbano per forza entrare nel loro paese. Alla fine quindi è andata benissimo, ci siamo capiti e io ho capito subito che i neozelandesi sono persone molto precise, che ci tengono alle loro regole, a differenza di noi italiani, che siamo molto più flessibili. Quale sia lo spirito migliore non si sa, ognuno ha i propri pregi e difetti, fatto sta che in Nuova Zelanda bisogna rispettare le loro convenzioni e il loro modo di pensare.

 

Patrizio

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