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Giovanni e Eliana, da una video-lettera a Adriatica

9 October 2002 ore 20:00

Abbiamo intervistato per voi Giovanni Salvador, il velistapercaso non vedente che è stato selezionato grazie alle videolettere pervenute in redazione. Insieme alla ragazza Eliana, Giovanni ha raggiunto Patrizio alle Isole Fiji, per cercare di effettuare la traversata con Adriatica verso Auckland (Nuova Zelanda). Ora è tornato a casa! Allora eccovi i suoi commenti sui 15 giorni trascorsi da vero Velista per Caso.



Giovanni Salvador: Ci siamo divertiti tantissimo perchè abbiamo avuto modo di conoscere persone incredibili, tipo Patrizio. Siamo rimasti sorpresi perchè ci aspettavamo una persona simpatica, ma non così alla mano, sempre se stesso, disponibile con tutti indipendentemente da chi aveva davanti, se io o il Presidente della Coppa America. Mi è addirittura piaciuto di più di come lo conoscevo attraverso la televisione. Anche Marco, Vanni e Marianna sono persone simpaticissime, non ci aspettavamo una simile accoglienza.

Abbiamo tentato di fare la traversata Fiji-Auckland, ma le condizioni meteorologiche non ce l'hanno permesso. Mi è dispiaciuto tornare indietro con la barca... egoisticamente parlando, perchè Eliana, poverina, è stata male durante la navigazione. Poi comunque è stato meglio così, altrimenti non avremmo potuto fare tutto quello che abbiamo fatto ad Auckland. Questa traversata rimarrà un sogno del cassetto per me, chissà che prima o poi io riesca ad esaudirlo... L'ho detto anche al Capitano Marco Covre, se per caso ritorna, se mi può prendere su con lui...

Appena salito a bordo ho dovuto tastare un po' Adriatica per vederla. Ma mi sono ambientato subito, dopo un po' è diventato un ambiente familiare: con 10 passi sai che arrivi alle sartie, con altri 10 sei allo strallo di prua. Quindi in casi di emergenza, sai subito dove sei: sai quanto ci impieghi ad arrivare al pozzetto, ecc."




Ti è sembrata bella?

Giovanni Salvador: Non bella, direi di più. E' bellissima, sicura ed accogliente. Poi siamo andati sulla Và Pensiero, dove abbiamo conosciuto Gigi e Irene, persone anche loro meravigliose per la loro semplicità. E il loro modo di vivere ci ha fatto riflettere. In parte ci ha fatto venire il desiderio di fare la stessa cosa: partire su un charter e girare il mondo. Grazie a loro ci siamo resi conto che apprezzare ciò che ci circonda, la natura e le cose semplici, è sufficiente per vivere bene.l di là delle persone conosciute, come esperienza velica poi è stata unica: Gigi ci ha insegnato parecchie nozioni, sono stato molto al timone, abbiamo fatto le manovre con le vele sia io che Eliana. Poi Gigi a bordo della Va' Pensiero ha un Laserino, che è una barca piccola con solo la randa. E con il Laser sia io che Patrizio ci siamo lanciati sullo specchio d'acqua davanti alle isolette. E' stata una grande emozione perchè non avevo mai provato ad andare da solo in barca e quindi mi sono proprio divertito. Navigare senza barriere, farti portare dal vento, senza particolari pericoli od ostacoli, ti dà un senso di libertà unico, che solo lì riesci ad avere. Poi siamo arrivati ad Auckland e subito abbiamo fatto amicizia con tutti i team italiani. Chi se lo sarebbe mai immaginato di entrare in contatto col team di Prada e di Mascalzone Latino? Abbiamo fatto le foto insieme a Francesco De Angelis e gli abbiamo fatto una serie di domande. Io avevo sentito dire che il colore della barca può influire sulla sua velocità, allora gli ho voluto chiedere se è vero. E sembra di sì: ad esempio, una barca di colore nero è più riscaldata dal sole e così rimane più sollevata sull'acqua.

Ad Auckland ho persino avuto la possibilità di timonare la mitica New Zealand NZL 40.

Poi ho fatto bungee-jumping dalla Torre di Auckland. Ho avuto un attimo di ripensamento, ma quando ormai era troppo tardi. La Torre di Auckland è alta 328 metri, ma il salto vero e proprio sono 192 metri . Mi hanno dato persino il Diploma. Sono salito in ascensore con Eliana, la mia ragazza, e Daniele, l'operatore, ma poi quando sei lassù in alto, esci dalla porta da solo ed è lì che ho avuto un attimo di paura. C'è un ragazzo che ti spiega come muoverti, ti stanno lontani perchè magari se ci ripensi, ti aggrappi a loro. Ti fanno firmare prima di lanciarti che ti assumi tutte le tue responsabilità... e lì infatti ho avuto un attimo di ripensamento. Poi sei là tu, da solo, su questo trampolino, sospeso nel vuoto, ti dicono 3,2,1 e devi buttarti e... mi sono buttato. Comunque per me sono più emozionanti le onde dell'oceano. Ho potuto percepire che l'oceano, rispetto al nostro mare, è tutto un altro mondo. Me l'aspettavo una cosa intensa così, ma esserci dentro è stato per me... un'esperienza di vita unica, non me la dimenticherò mai.

Ora sono impegnato con le regate della Barcolana, una gara che è arrivata alla sua 34esima edizione e che si svolgerà quest'anno il 13 Ottobre nel Golfo di Trieste, nella zona di mare situata fra la sede della Società Velica di Barcola e Grignano ed il Castello di Miramare.

 



Sentiamo come è andata l'esperienza velica anche per la fidanzata di Giovanni, Eliana.

Eliana: Su una barca da crociera c'ero già stata, ma su una barca a vela e con onde così grandi come quelle che abbiamo incontrato nella traversata fra le Fiji e Auckland (Nuova Zelanda) mai! Non pensavo che sarei stata male così... Anche Patrizio comunque non stava proprio bene e cinque giorni in quelle condizioni sarebbero stati impossibili, in più non si potevano fare riprese per il programma, e allora abbiamo deciso di cambiare strada e siamo andati sulla Và Pensiero con Gigi e Irene. Lì per me è stato bellissimo, si andava via lisci come l'olio, attorniati dalle barriere coralline. Abbiamo visto posti meravigliosi. E poi, dopo il primo giorno, abbiamo trovato un tempo stupendo. Patrizio dice che abbiamo portato il sole.



Il tuo ruolo sulla barca era quello di spiegare tutto ciò che vedevi a Giovanni?

Eliana: Sì, come del resto faccio sempre quando andiamo via per nostro conto. E gli ho raccontato soprattutto il mare che vedevo, le acque limpide dove nuotavano i pesci, molto vicini a noi. Poi siccome ci piace molto camminare, abbiamo passeggiato a lungo sulle spiagge deserte, e avevamo la sensazione di essere gli unici abitanti dell'isoletta. La cosa che mi è piaciuta di più è stata quella sensazione di pace, non sentire il caos della città. A un certo punto abbiamo pensato addirittura di mollare tutto e fare come Gigi e Irene. Ma io non ho l'esperienza per andare via per sempre in barca. Ho fatto un corso sui Fly junior, l'anno scorso sulle spiagge dell'Adriatico, ma non è che so andare un granché, quello che basta per uscire in barca con Giovanni. Insieme a lui ho fatto una regata qui a Caorle, più che regata... una "regatina". Mi piace il mare, mi piace andare fuori in barca a vela, ma non farmi fare gli oceani! Quelli sono un po' troppo impegnativi!



E ad Auckland hai fatto qualche sport estremo come hanno fatto Patrizio e Giovanni?

Eliana: No, no, considerando che soffro il mal d'aereo, non vado neanche sulle montagne russe, né in ottovolante... soffro persino il mal d'auto! Quindi non ho fatto niente di pericoloso. Beh, forse una cosa c'è: mi sono fatta fare un tatuaggio! E' una cornicetta sul braccio sinistro che rappresenta una Felce d'Argento. E' un simbolo maori: quando la Luna risplende nel bosco di notte, si riflette su questa foglia di felce e illumina la strada ai maori erranti. Lo considero un porta fortuna! E anche Giovanni si è fatto tatuare, un'ancora! Ha stretto un po' i denti e poi ha detto: "Mai più!" A lui non piace farsi male."



Sei una tifosa della Louis Vuitton Cup? Per chi tieni?

Io supporterò Black Magic, la squadra neozelandese, perché ho una parte inglese in me. Sono nata in Inghilterra da genitori italiani. E tenendo per la squadra della Nuova Zelanda, mi sembra di ritornare un po' alle mie origini anglosassoni.

 

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