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Yemen e sicurezza, il parere di Patrizio

15 April 2004 ore 15:00

Silvia: Patrizio, approfondiamo la meta dello Yemen, confermi di considerarlo uno dei più bei viaggi che hai fatto?

Patrizio: Assolutamente confermo. Lo Yemen è stato un viaggio affascinante e bellissimo, una delle esperienze più belle che ho fatto da 12 anni a questa parte quando ho cominciato con Turisti e poi Velisti per caso!

 

 

Silvia: Molti ci scrivono, è in corso una specie di dibattito sul problema della sicurezza e della burocrazia... La stessa Irene se n'è lamentata. Cosa puoi dirci in proposito?

Patrizio: Effettivamente lo Yemen fino a qualche anno fa era un paese in cui qualche problema c'è stato. Gli amici che ci hanno accompagnato ci hanno raccontato però che i problemi legati ai rapimenti erano del tutto relativi, in parte amplificati dalle informazioni che sono filtrate a suo tempo: in realtà la questione dei rapimenti si riferiva a una situazione particolare legata anche all'incertezza dei confini tra Yemen e Arabia Saudita in cui vagavano gruppi di beduini che in qualche modo rivendicavano una loro autonomia. I rapiti sono sempre stati trattati benissimo, non è accaduto nulla, a parte un grave incidente con un gruppo di turisti australiani, ma spesso il rapimento è stato l'occasione per un soggiorno molto piacevole!Adesso comunque, già da qualche anno, il problema è radicalmente e totalmente risolto perché i confini con l'Arabia Saudita sono stati fissati e anche perché lo stato ha inasprito le pene per coloro che utilizzavano l'espediente del rapimento di turisti per sollecitare il governo ad avviare opere pubbliche.Quindi, in ultima analisi, il problema della sicurezza in Yemen adesso non si pone: certo è un paese molto controllato, ci sono spesso posti di blocco che verificano, seguono e monitorano il tragitto dei gruppi di turisti, ma apposta per garantire la massima sicurezza. E' vero, è un Paese anche molto burocratizzato, ma non bisogna dimenticare che è un Paese giovanissimo, unificato da poco e che da poco ha risolto problemi interni.

 

 

Silvia: Le agenzie consigliano comunque di non andare da soli, è una precauzione necessaria per quello che hai potuto constatare dal vivo?

Patrizio: Certamente lo Yemen è uno di quei paesi in cui è giusto andare accompagnati da qualcuno. Io ho avuto un accompagnatore straordinario, una guida unica: Marco Livadiotti, un signore che vive lì da decenni e che per questo si è rivelato l'interfaccia ideale per cercare di capire lo Yemen. Si tratta di una persona estremamente colta che conosce perfettamente gli usi locali, ma te li racconta filtrati da una cultura che è appunto la nostra, italiana e occidentale. Comunque, da un punto di vista organizzativo non è certo un viaggio facile da poter affrontare da soli. Ho incontrato parecchi turisti, anche donne sole, che però viaggiavano in assoluto rilassamento, accompagnati da un autista-guida.

 

 

Silvia: Quindi tu consigli assolutamente di andarci organizzati?

Patrizio: Beh, sì, assolutamente. Anche perché capire lo Yemen in un viaggio turistico veloce non è così semplice: serve un interprete che sia tale sotto tutti i punti di vista, non soltanto linguistico. Serve qualcuno che ti spieghi, ti racconti e ti introduca presso i personaggi locali. La gente è estremamente disponibile e ospitale, ma si tratta essenzialmente di colmare in pochi giorni la distanza che separa noi occidentali da una cultura millenaria, molto più antica della nostra. Noi, tra l'altro, abbiamo avuto la fortuna di essere accompagnati nei siti archeologici scoperti, scavati e restaurati da italiani, dall'archeologo Rosario Valentini. Oltretutto esiste un "galateo turistico" da osservare, per non offendere usanze che noi non conosciamo, per cui essere accompagnati diventa essenziale.

 

 

Silvia: Ancora due parole sulle attrattive culturali ed estetiche dello Yemen...

Patrizio: Certamente: da un punto di vista storico, religioso, architettonico e sociale lo Yemen è uno dei posti più interessanti del mondo. Ci sono alcune città che mi hanno profondamente colpito, ma anche incontri più diretti e più minimali come ad esempio quelli con gli artigiani di San'a  piuttosto che con i pescatori della costa del Mar Rosso che sono stati occasione di grande interesse. A proposito di Mar Rosso, Adriatica è stata guidata e accudita dal Katarina, la barca di un altro italiano, Maurizio Pazzelli: praticamente l'unico skipper che riesce a lavorare facendo charter con una barca in acque yemenite. Abbiamo visto alcune isole del Mar Rosso che appartengono allo Yemen, in particolare l'arcipelago di Zubaid. Si tratta di isole vulcaniche bellissime, sembrano desertiche, alcune sembrano dune perse nel mare  e altre sono coni di lava, con insenature in cui le acque sono verde smeraldo; in realtà esplorandole si trovano moltissimi animali, non a caso le chiamano le "Galapagos del Mar Rosso" perché sono assolutamente intatte e vantano fondali bellissimi. Sono isole tuttora disabitate e c'è soltanto una piccola guarnigione militare che le protegge. Sono state visitate da pochissimi turisti; Maurizio ci raccontava di aver accompagnato in quei luoghi meno di 1000 persone finora, quindi si sono rivelate una grandissima scoperta per noi.

 

 

Silvia: Quindi per concludere, tu ti senti di consigliare un viaggio in Yemen?

Patrizio: Assolutamente sì! Per me è stata una bellissima esperienza: è una destinazione vicina, "facile" se affrontata nel dovuto modo e con gli aiuti necessari, magari qualcuno che riesca a introdurti in un mondo che è davvero affascinante, così vicino eppure così lontano da noi, come si dice...

 

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