Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Vento forte, scogli irti e mappe sbagliate

23 February 2007 ore 18:00

Posizione: 48°29',5S - 074°23',35W. Caleta Connor. All'ancora. Ore 18:00 LT.
Vento da Nord a 35 nodi. Pressione 1007,3 Mb, in ulteriore flessione, copertura del cielo 8/8. Pioggia, burrasca forza 8. Freddo.


45 nodi. Da Nord, di poppa, per fortuna. Abbiamo avuto diritto ai nostri primi 45 nodi di vento teso. Proprio quando pensavamo di essere al riparo da una burrasca, perché all'interno dei canali ci sembrava che le alte montagne potessero riparaci almeno un po', ci siamo raccattati questo colpo di vento che abbiamo gestito con la trinchetta sola, che ci spingeva a oltre 9 nodi con punte a oltre 11 nodi sotto raffica. Partiti da Caleta Ideal con tempo piovoso e vento fresco, abbiamo subito incontrato onda forte da Nord e dovuto bolinare per una ventina di minuti per evitare la Isla Pinguino e un paio di scogli che le stanno a nord. La corrente ci spingeva proprio su di loro. E la scarsa visibilità rendeva difficile valutare la distanza. La batimetrica correva verso l'alto: 180 metri, 150, 100, 60, 40, 37, 20! Qualcosa non va. La carta elettronica mi dice che sono a oltre 2 miglia a nord del pericolo, ma io lo vedo di fronte e ci sto scarrocciando sopra velocemente.

"Ric, veloce, fammi un punto e dammi il rilevamento del faro della Isla Pinguino e quello di ingresso al Canal messier... rapido!", grido, conscio che nulla era dove doveva essere. E soprattutto Adriatica era nel posto sbagliato, con vento e corrente che la spingevano inesorabilmente contro le rocce.

"Marco, Damiano... Riduciamo vela a prua. Arrotoliamo il genoa e cazzatelo a ferro. Pronti a virare".

L'isola si avvicinava. Non più di 600 metri, ad occhio, e l'informazione da Ricardo non arrivava. Mi sembrava un'eternità. La pioggia ci sferzava il viso, siccome Adriatica navigava di bolina verso NE e il vento veniva proprio da nord. 

In quel momento Ricardo caccia fuori la testa: "170° per l'ingresso al canale e 130° il rilevamento dell'isolotto".

"No, non è possibile. Ric c'è un errore. 170° e vado diretto sull'isola!"

"Te lo giuro! Ho fatto i calcoli due volte. 170° per il canale..."

"Ric, puta madre! Rifai quei maledetti calcoli, qualcosa non torna... C'è un errore da qualche parte", gli grido.

Intanto Adriatica stringe il vento a 8 nodi e sfila i primi scogli a non più di 100 metri, spumosi e neri. Intravedo le lunghe frange di kelp, l'alga che cresce sulle rocce nei punti di maggior corrente. Immagino la chiglia di Adriatica che sfiora i lunghi rami marroni e rossi. 

Damiano e Marco sono tesi come me, intuendo che qualcosa non va... Sì, ma cosa? Dov'è questa maledetta entrata del Canal Messier? Il vento intanto è già a oltre 25 nodi reali e noi lo percepimo a oltre 30 di apparente, con l'angolo che facciamo.

"Fil", mi grida Ric cacciando fuori la sua testona coperta dal berretto rosso di lana, "c'é un errore anche nella carta cilena. Oltre 2 miglia a sud est. Siamo troppo a sud. Il radar lo conferma!"

Mi sembrava... Con la rotta che mi indicava Ricardo, inconsapevole, ci saremmo sfracellati direttamente sulle rocce dell'Isola Pinguino, confondendo una grossa ansa senza uscita sulla sua destra con l'ingresso del canale. Nella mia testa gli oggetti che intravedo al radar, purtroppo mascherati dai forti disturbi dovuti alla pioggia, prendono il loro giusto posto. 

Faccio memoria della carta che ho osservato attentamente prima di partire, come faccio di solito, non fidandomi di quella elettronica. Ripasso i riferimenti che mi sono preso: punte, isolotti, fanali... Mi oriento meglio con la bussola e mi situo mentalmente su questa carta "virtuale" che esiste nella mia testa. Posso poggiare un po', 20 gradi. Siamo riusciti a scampare il pericolo. La bruma riduce la visibilità a poche centinaia di metri, ma so, sento che posso poggiare. Non odo più il ruggito delle onde sottovento. Ora è il vento a fischiare nell'attrezzatura. Mi aiuto con il motore a cavarmi dall'impiccio.

"Ok, poggiamo altri 30 gradi. Allargate un po' il genoa e lo apriamo un po' di più. Stiamo entrando nel canale." Chiedo ai ragazzi.

Marco e Damiano sono utilissimi in queste situazioni, sia per la prontezza di riflessi dovuta alla buona esperienza nonostante la giovane età, che all'istinto nautico, innato in entrambi. 

Adriatica si infila come una saetta nel Canale Messier, lungo oltre 70 miglia e orientato nord/sud, cosa che permette al vento di incanalarsi e al fetch di fare montare l'onda che presto raggiungerà i 2 metri. Di poppa, per fortuna. La nostra barca rossa fila a 8, 9 nodi. Decido di sostituire il Genoa, già in parte arrotolato e che tira troppo in alto e sottopone lo strallo a un lavoro ingrato, con la trinchetta. La superficie é praticamente identica, ma il punto in cui agiscono le forze é molto più basso e le volanti, che sono armate e pronte all'uso, si tendono nervose nel trattenere l'albero verso poppa.

Il vento forza. Siamo costantemente al di sopra dei 30 nodi di reale. Anzi, più spesso siamo vicini ai 40. Adriatica vola. L'onda forte fa faticare il pilota automatico che tende a straorzare. Per questo ci alterniamo al timone con turni di mezz'ora, a causa del freddo alle mani. 

Ricardo ci fa da navigatore, all'interno. Mariella e Emilio si azzardano fuori, imbacuccati fino alla punta del naso, ma confinati da un mio ordine perentorio nel pozzetto, senza possibilità di uscirne. Del resto... per andare dove? Le montagne e i fiordi laterali scivolano veloci accanto a noi, a poche centinaia di metri, anche se a volte fatichiamo a vederli nella fitta cortina di pioggia.

Continuiamo così per 4 ore. Poi, la caletta che ho scelto per ripararci, si avvicina sulla sinistra, con l'ingresso protetto dall'Isola Middle, ma con uno scoglio affiorante giusto davanti all'entrata. Ci roviniamo la vista cercandolo. Il timore è che non sia nel posto indicato dalla carta, cosa probabile, visto che nulla di ciò che vediamo è dove lo indicano le carte... Infatti non riusciamo a individuarlo, ma mi tengo in sicurezza, vicino alla costa orientale del canale. La caletta Connor è a poche centinaia di metri da noi, 30 gradi a sinistra. E' una caletta protetta, ben profonda, con un fondale lineare di sabbia e fango e un fiume che sgorga sul fondo, tra le ripide pareti delle vicine montagne.

Mi metto al vento per ammainare la trinchetta che sbatte sciaffeggiando Fernando due volte sul viso. In tre riescono ad averne ragione e in 30 secondi è ammainata e legata. Poggio leggermente e scapolo la punta di ingresso. L'entrata non supera i 150 metri di larghezza. La pressione del vento inclina la barca di 15 gradi nonostante siamo senza vele. Poi, di colpo, la calma assoluta. Non più vento nè onda. Acqua verde e calma come in una laguna. Le sponde boscose di questo golfo rotondo ci accolgono silenziose. Sì! All'improvviso il silenzio. Ci rendiamo conto di che frastuono facciano vento e mare in burrasca.

Faccio un giro di perlustrazione e decido il mio ancoraggio. Sento l'odore del sottobosco umido e dell'acqua dolce. Percepisco la tensione nel mio corpo che scompare. I volti di tutti si rallegrano e compaiono i primi sorrisi.

"Fondo! 50 metri e gommone in acqua. Pronti a legare la poppa."

In pochi minuti Adriatica è ancorata con la prua verso il centro della rada e la poppa legata da due lunghe cime a una roccia e a un albero.

Tea time! Tra commenti allegri, la meraviglia per lo spettacolo della natura e la ritrovata calma a bordo la tensione si smorza. Tutti si rilassano. Anch'io. Sebbene non sia stata una situazione di pericolo, il fatto di navigare in un mare dove la metà degli scogli non sono indicati mette un po' di pressione... per così dire.

Faccio gli ultimi controlli e ci organizziamo per la sosta. La natura è proprio bella. Domani sarà navigazione, o no? Secondo la meteo è in arrivo una nuova burrasca. La decisione la prenderò domattina.


Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

Inserisci commento

Inserisci il codice

riportato qui a fianco

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]