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Ushuaia, punto di arrivo e di partenza

19 March 2007 ore 18:00

Posizione: 54°48',8S - 68°18',60W. Ushuaia. Ore 18:30 LT.
Vento da Ovest a 5 nodi. Pressione 985,3 Mb, stazionaria, cielo sereno.


Voglio assaporare questo momento, tra poche ore ripartirò verso il nord. Prendo il mio iPod e salgo nel pozzetto, metto le cuffie e faccio partire la colonna sonora di Blade Runner, musica perfetta per ammirare lo spettacolo che ho davanti. Dal pozzetto di Adriatica, alla ruota nella rada di Ushuaia, la vista è mozzafiato: la città più australe del mondo (come dicono qui) circondata da montagne innevate che la spingono verso il mare. La giornata limpida è allietata da una leggera brezza fresca. Questa calma appare irreale se penso all’inferno che solo due giorni fa si è scatenato contro di noi con raffiche superiori ai 50 nodi. E’ una sensazione unica essere qui, l’ultimo avamposto prima del continente Antartico. Sento che questo luogo è ancora il crocevia di aspirazioni e paure di Tanti.

Per i marinai di tutto il mondo Ushuaia è il punto di partenza per Capo Horn che attende a non più di cento miglia e che se non avessimo avuto un problema tecnico ad un supporto di una sartia dell’albero avremmo doppiato con il nostro inconfondibile scafo rosso.

 

Il mio sguardo vaga in tutte le direzioni, voglio fissare nella mia mente questo mare, questa montagne, queste sensazioni. Non voglio correre il rischio di dimenticare. Filippo sale da sottocoperta e si siede in pozzetto accanto a me. “Gianlu in quale altra parte del mondo ci rincontreremo?,” dice. Sorrido e non rispondo.

Entrambi pensiamo la stessa cosa: destino e volontà ci hanno portato e ci porteranno di nuovo ad incontrarci in giro per il mondo. La nostra amicizia è fondata su fatti non su parole. Penso a questo viaggio che mi ha portato attraverso la Patagonia argentina e cilena fino alla Terra del Fuoco e mi sembra ancora impossibile essere qui e per di più su Adriatica. Eppure è sembrato facile. Una mail breve: “Fil quando sei a Puerto Natales o Ushuaia” e una sua risposta altrettanto concisa: “Parto da Natales il 9 e verso il 16 sono a Ushuaia. Cerca di venire a trovarci.” Non un parola di più, come se dovessimo incontrarci, come abbiamo fatto tante volte, a bere un caffè in un bar di Antibes.

Non si deve smettere di inseguire i proprio desideri, i propri sogni; può accadere che con un pò di coraggio e un buon amico si realizzino...

Scendiamo. Il tiepido calore all’interno di Adriatica ci avvolge mentre incominciamo a preparare la cena. Pollo e insalata per tutti. Ormai sono già le 21.30, con Mauro (il cameraman) ci accingiamo ad andare a terra per prendere il nostro aereo per Buenos Aires.

“Buon Vento ragazzi e grazie dell’ospitalità!”

Il tragitto in tender da Adriatica al moletto del circolo nautico trascorre in assoluto silenzio. Sul mare piatto del canale di Beagle luccicano le mille luci di Ushuaia. Riccardo (di Rosignano) con maestria mi fa scendere all’inizio del pontile e prosegue con Mauro più avanti. Lentamente li raggiungo sulla banchina in legno che scricchiola sotto i miei piedi per aiutarli a scaricare i bagagli e penso alla leggenda che mi ha raccontato un ragazza argentina in Patagonia che sostiene che chi assaggia almeno una volta la bacca agrodolce del Calafate è destinato a tornare in questa terra...” ”Mauro, attenzione con il mio zaino!!! Dentro c’è un vasetto di marmellata di Calafate...”


Gianluca Eminian

Velista per caso a Ushuaia

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