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Davide Pettener insegna Antropologia presso il Dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell'Università di Bologna. Questo dipartimento fu creato nel 1987 con la fusione di quattro Istituti della Facoltà di Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali: Botanica, Zoologia, Anatomia Comparata e Genetica. Più tardi, nel 1995, fu aggiunto l'Istituto di Antropologia, che completa l'attuale struttura. Oltre ad Antropologia, Pettener insegna Biodiversità ed evoluzione umana e Biologia delle popolazioni umane.

Con un team di tre studenti sarà in Perù per l'ultima tappa terrestre di Evoluti per Caso - Adriatica sulla rotta di Darwin. Lì Pettener e gli antopologi bolognesi seguiranno un itinerario a stretto contatto con le comunità locali, passsando per Lima, Nazca, Arequipa, Juliaca, Puno, Cuzco e Machu Picchu, fino al Lago Titicaca al confine con la Bolivia.

 

Gli studenti del suo team

 

Chiara nasce nel luglio del 1983. Alle sue feste di compleanno ci sono sempre pochi bambini, perché il quel periodo sono tutti al mare. Da piccola vuole diventare una stilista di moda, o “una che per lavoro deve viaggiare molto”.

Uscita dall’anonimato adolescenziale si iscrive a scienze naturali a Bologna in drammatica indecisione, ma subito vede che è cosa buona.

La rivelazione (quasi mistica) risale a una visita al Natural History Museum di Londra, dove realizza coi propri occhi la portata del pensiero e dell’eredità morale di Darwin: scatta una foto al busto del saggio e l’appende poi in camera sua, sopra al letto, per ricordarsi di rinnovare lo slancio nel caso dovesse calare l’entusiasmo.

Nel frattempo pensa che un’ottima strategia per combattere la noia sia l’eclettismo sconsiderato: così si butta senza pretese in improbabili progetti musicali, tentativi di siti web per amici artisti, autoproduzioni nottambule, vita parallela da barista nei week end.

Durante gli studi universitari scopre l’antropologia, che le appare altresì molto eclettica materia: effettivamente permette di mantenere un dialogo aperto fra umanisti, biologi, archeologi, genetisti, sociologi, linguisti… insomma, personaggi pieni di storie da raccontare. Man mano che gli studi procedono, questa direzione si rivela sempre più intrigante.

Ora finalmente si avvicina il momento di mettere in pratica: per la sua tesi cercherà di spiegare la biodiversità nell’uomo in una regione peruviana, utilizzando la genetica come chiave di lettura (microscopica!) ma valutando anche i tratti che possiamo vedere e misurare direttamente, come il peso e la statura.

La sua esperienza di viaggio da “backpacker” riguarda scalcinati ostelli europei, e non vede l’ora di partire per questa avventura in Perù… anche se su e giù per le Ande forse tacerà la propria predisposizione al mal d’auto, che tenta a volte di ostacolarla come aspirante giramondo.

Cosa le mancherà maggiormente? La musica (da quella classica a quella dove il cantante urla e tutti fanno molto casino) e la piadina.

Chiara Barbieri, Antropologa

Evoluta per Caso

 

 

Margherita, classe 1983, scorpione, è umbra delle rive del Trasimeno. La lettura mattutina dell’oroscopo (e la sua immediata rimozione dalla memoria) è forse il momento più spirituale della sua giornata.

Nota al grande pubblico per un’apparizione su TEF (rete locale perugina) come spettatrice in un dibattito sul terrorismo.

Naturalista per amore verso tutti i viventi eccettuata la nostra specie, durante l’università scopre che anche l’uomo può essere interessante, specie se ha più di 30000 anni. Al momento è un’aspirante paleoantropologa innamorata di vecchie ossa, avrebbe voluto essere una neandertaliana, o almeno fidanzarsi con uno di loro.

Oltre allo studio adora sfogare con gli amici la propria logorrea e parlare di carte, calcio e politica (un tipo da bar insomma). Per non cadere nello stereotipo della “secchiona” si concede almeno 10 pensieri frivoli al giorno e, finanze permettendo, regolari sedute di shopping.

In Perù spera di vedere interessanti mummie, crani deformati e trapanati. (Kay Scarpetta e le sue eredi hanno contribuito a formare il suo lato macabro).

La sua più grande speranza è che la telecamera non ingrassi come dicono.

Margherita Banella, Antropologa

Evoluta per Caso

 

 

Daniele Yang Yao nasce a Rimini nel 1983, città di cui è innamorato per le antiche tradizioni romagnole ben radicate e delle quali è testimonianza anche il cognome.

Si appassiona al mondo naturale quando scopre l’autotomia delle code delle lucertole. Poi all’Università scopre la bellezza e complessità della Vita, e da qui non finirà mai più di stupirsi per ciò che trova nello studio. Approfondisce le discipline ecologiche, lotta per la salvaguardia dell’ambiente – pur dissociandosi dagli ambientalisti – crede nella sostenibilità e sviluppo delle società e decide di studiare e specializzarsi in antropologia e biodiversità umana.

Ha un grande senso della giustizia, che cerca di sfogare arbitrando la pallacanestro da ormai dieci anni, cercando di capire cosa sia l’imperturbabilità dell’anima.

Ama viaggiare, identificandosi in una valigia che gira di stazione in stazione, in molti la trasportano ma solo una ha la combinazione.

In Perù innanzitutto osserverà incessantemente, con la speranza di studiare dal materiale genetico l’ancestralità di un popolo, con la fiducia di conoscere a malapena la propria.

Daniele Yang Yao, Antropologo

Evoluto per Caso

 



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