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Tutto un fiorire di fioretti

19 June 2002 ore 20:00

Altra notte piuttosto tribolata. Niente di nuovo e niente di grave: il solito vento che di notte da sud-est passa ad est, mettendoci per forza (visto che la nostra rotta è est per 270°) nelle condizioni di mettere fiocco e randa a farfalla, tangonare ecc.

Comunque da ieri abbiamo fatto, nelle 24 ore, le solite 200 miglia (360 chilometri circa), per cui va bene. Adriatica va sempre come un treno, regge le onde che ci colpiscono al traverso (di fianco), mette in acqua la falchetta (il bordo dove ci sono i candelieri, cioè la “ringhiera”) con grande naturalezza, che persino io non solo non ho paura, ma me la godo!

Mancano poco meno di 600 miglia all’arrivo. Abbiamo intenzione di fermarci a Fatu Hiva, prima di passare da Hiva Oa, che sarebbe poi la seconda isola in termini di importanza delle Marchesi. Fatu Hiva non è porto d’ingresso, ma vedremo di annunciarci. Sembra che la Baia delle Vergini di Fatu Hiva sia uno spettacolo da non perdere. Mi sono letto il diario di bordo di Annalisa e Lorenzo, che a bordo della loro barca Walkabout sono già stati da queste parti circa 4 anni fa. Tra l’altro, leggendo il loro diario, ho imparato che la Baia delle Vergini è un nome che le hanno dato i missionari: prima si chiamava Baia delle Verghe, a causa dei faraglioni fallici. I missionari non smetteranno mai di stupirmi

Intanto la vita a bordo ha preso una sua fisionomia, fatta di orari e di abitudini. La cosa procede più o meno così: alla mattina si fa colazione e poi “si va al mare”, cioè si va in coperta a chiacchierare, a registrare le prime cose della giornata e a mettere a punto il lavoro di tutti. Poi io torno “a casa”, cioè di sotto, all’ombra. Un po’ per il sole che picchia come un martello, un po’ per lavorare, appunto. Ieri sera Marianna ha insegnato a Davide Riondino come si fa la pizza a bordo. Ne è venuta fuori una performance esilarante, e soprattutto è uscito un blob infinito di pizza.  Abbiamo mangiato fino a scoppiare. Peccato, ero forse riuscito a calare un po’.

Una traversata, come un pellegrinaggio, è tutto un fiorir di fioretti e di buoni propositi: Vanni vuole smettere di fumare, io di mangiare, Covre di bere… Io e Vanni non ci stiamo riuscendo, Covre pare di sì. Si sa, lui è testardo…


Patrizio

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