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Sulla rotta del Commercio Equo Solidale

30 March 2009 ore 12:00

Vento leggero da Nord Ovest, copertura del cielo 6/8. Mare lungo da Sud Ovest.

 

Di nuovo in mare, con Adriatica, per una nuova stagione di eventi e di avventure. Nuova timoneria, nuovo motore, nuovo computer, anche nuovo equipaggio. Ma lo stesso scafo rosso al comando dello stesso uomo. Ieri il cielo ha aperto le sue cataratte su Rosignano, inondando le campagne con una pioggia fitta e insistente che ci ha fatto temere di non riuscire a partire, stamane. Il mare in burrasca da Sud Ovest si è calmato nella notte. Il vento è sceso per primo. Poi anche l'onda. Su Adriatica, prima della partenza per una navigazione, si va a letto presto. Alle 10 della sera eravamo già infilati sotto le coperte. Federico nella cabina dell'equipaggio, a prua, e io in quella di poppa, da dove posso ascoltare più facilmente i rumori della barca.

Ho faticato a prendere sonno, ma il dondolio leggero mi ha aiutato. Anche Federico credo abbia penato un po' ad addormentarsi. Probabilmente pensando che stava per salpare per la prima volta su Adriatica, e immaginando la navigazione dell'indomani. Durante il suo sonno leggero il comandante ascolta la sua nave. E con l'avanzare della notte lo scricchiolio sofferto delle cime che subiscono la trazione dovuta alla risacca si è lentamente trasformato in un lamento via via più leggero, che mi indicava il cadere dell'onda lunga e lo spegnersi della burrasca. Sveglia programmata alle 6:00. Alle 5 e 45 eravamo già in piedi. Sentivo provenire da prua i rumori di Federico che si vestiva. Poi il buongiorno in quadrato (la cabina in cui si mangia e dove c'è la cucina) e un té veloce. E' buio. L'aria fredda della notte e della pioggia ha finito di svegliarci.

Passerella, cime, doppini, controllo elettronica e attrezzatura, check sicurezza, una verifica al bollettino meteo e via, in rotta per Genova, dove ci aspettano i nuovi amici del Commercio Equo e Solidale con cui noi dell'equipaggio e Patrizio percorreremo tutta la costa ligure, da Genova a Sanremo e poi fino a La Spezia per raccontare come si può essere rispettosi della natura e delle persone pur commerciando e facendo business. Rotta a Nord Ovest verso il capoluogo ligure mentre le luci dell'alba rischiarano l'appennino a oriente. L'isola della Gorgona ci sfila sulla sinistra e Livorno e le sue pericolose Secche della Meloria sono già alle spalle, lasciate di poppa sulla dritta. Le luci dei fari e dei fanali si spengono man mano che il giorno avanza. I grigi del cielo e del mare si sovrappongono all'orizzonte confondendone la linea. A sud l'ombra più scura della Capraia. Verso prua già si intravedono il profilo della Palmaria e le 5 terre.

Ci alterniamo a timone in turni di due ore. Riprendere il mare dopo la breve pausa invernale è strano. Ritrovare man mano il movimento di Adriatica, diverso da ogni altra barca, è come riscoprire un'abitudine nota a cui si era rinunciato per seguire altre vicende o ritrovare un'amicizia fedele. A proposito di amicizie fedeli: quest'anno non saranno a bordo Ricardo - il mio secondo argentino - né Marcone, che hanno altri progetti. Ne sento già la mancanza. Come di tutti i fedeli marinai che sono stati mio equipaggio nel tempo. Uomini di cui conosco il modo di fare, l'attitudine, i pregi, le pazzie, e che conoscono me. Ma Federico promette di essere un ottimo elemento. Ha solo bisogno del suo tempo. Intanto è arrivato il momento di avvisare il Porto di Genova che stiamo per arrivare. L'ormeggio sarà il solito, accanto al Bigo e all'acquario, a Porto Antico.


A presto,

 

Filippo Mennuni

Comandante di Adriatica

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