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di Paolo Ghidotti.

 

Questa che doveva essere un’entusiasmante giornata si è svolta sabato 25 settembre, nella riserva naturale di Portofino, che è un parco marino considerato uno tra i più belli del mediterraneo, ma purtroppo è stata condizionata da eventi climatici e di mare veramente difficili. Come tutte le giornate di questo tipo, è iniziata con la sveglia che suona prestissimo. Alle 4.00 partenza per l’autogrill, dove mi sono unito al resto del gruppo che arrivava da Parma, breve sosta caffè e proseguimento con arrivo alle 8.00 a Camogli, dove si trova il nostro diving di appoggio. Altro caffè per mandare via definitivamente gli effetti della levataccia, per lasciare spazio all’eccitazione e alla voglia di fare ciò che ci piace di più: “immergerci”.

 

Il programma prevedeva 3 immersioni: la prima verso le 9.00 alla Secca dell’isuela, la seconda alle 11.00 alla Grotta dei Silenti e la terza nel pomeriggio al Cristo degli abissi. A questo punto non rimaneva altro che partire con grande entusiasmo con i gommoni, malgrado il mare mosso, per raggiungere l’isuela. Questa è una secca formata da una torre che sale dagli abissi che termina a pochi metri dalla superficie con un piano ricco di tane. Durante il tragitto abbiamo fatto il briefing dell’immersione (questo è importantissimo per il corretto e sicuro svolgimento dell’immersione, in quanto viene spiegato il profilo tecnico e il modo in cui la si deve affrontare, per non correre rischi). Ora dovevamo solo tuffarci, con la caratteristica capovolta all’indietro e goderci tutto ciò che può offrirci il parco marino. Questo momento, per noi subacquei, è quello più bello, perché sappiamo che tutti gli sforzi fatti fino a quel istante verranno cancellati e ampiamente premiati da ciò che vedremo sotto, con la consapevolezza che stiamo andando ad esplorare un mondo completamente diverso da quello in cui viviamo e che solo noi subacquei abbiamo la fortuna di poter ammirare.



Arrivati alla profondità di -38 metri abbiamo iniziato la nostra esplorazione, la visibilità non era straordinaria a causa del mal tempo, ma come sempre, questa secca ci ha regalato magnifici incontri. Dopo pochi minuti abbiamo visto tantissimi barracuda all’inseguimento di un branco di sardine. Era veramente impressionante ammirare la tecnica di caccia di questi predatori straordinari che si lanciavano con scatti velocissimi nel fittissimo branco di sardine, le quali si dividevano per riunirsi subito dopo. Risalendo di alcuni metri abbiamo incontrato una ventina di cernie, alcune delle quali molto grandi, le abbiamo seguite per un po' in modo da avvicinarci lentamente senza disturbarle. Raggiunta la profondità di -25 metri siamo arrivati su una prateria, dove abbiamo trovato diversi scorfani che in apparenza, a causa dell’acqua che filtra la luce, sembravano di un colore marroncino, ma appena li illuminavamo con le nostre torce si mostravano nel loro vero colore, un rosso vivacissimo. Risalendo lentamente siamo arrivati sul cappello della secca a una quota di -12 metri, dove c’erano nascoste nelle loro tane alcune murene con la testa fuori, che con il loro tipico movimento della bocca sembravano volessero minacciarci, ma in realtà è il loro modo di respirare. Purtroppo, arrivati a questo punto, erano già passati 50 minuti e l’aria cominciava a scarseggiare quindi ci siamo portati alla quota di -5 metri, dove abbiamo fatto la sosta di sicurezza di tre minuti per poi risalire sul gommone.



Tornati al diving abbiamo cambiato velocemente bombola, per poi raggiungere il secondo sito. Questa immersione era prevista alla Grotta dei Silenti, un punto di immersione caratterizza da una parete che scende fino a -30 con tantissimi anfratti e insenature, nelle quali in condizioni di mare mosso, si formano fortissime correnti di risacca che ne rendono difficile e pericolosa l’uscita. Quindi, considerando il continuo peggioramento della mareggiata, abbiamo deciso di evitare inutili rischi spostando il punto di immersione a Punta Targhetta. Durante il tragitto molto movimentato dalle onde sempre più alte, mentre si faceva il consueto briefing, abbiamo avuto la prima vittima del mal di mare, che comunque, appena scesi in acqua, è stata subito bene, visto che a una certa profondità non c’è più il classico movimento delle onde che si trova in superficie. Questa discesa si svolge su una parete verticale con molte sporgenze, crepacci e alla base alcuni pinnacoli rocciosi. Dopo esserci buttati abbiamo raggiunto la profondità massima di -34 metri per poi cominciare la nostra passeggiata subacquea tenendoci la parete sulla sinistra, dopo poche pinneggiate abbiamo incontrato un magnifico esemplare di nudibranco, (un mollusco simile a una lumachina senza guscio), chiamata anche vacchetta di mare per la sua tipica colorazione bianca a macchie marroni o nere simile al mantello delle vacche. A pochi metri di distanza abbiamo potuto ammirare altri due nudibranchi chiamati flabelline, con la loro strana forma e colori sgargianti.



Proseguendo abbiamo raggiunto alcune tane abitate da gronchi, un tipo di pesce di colore grigio molto affusolato che può raggiungere dimensioni ragguardevoli che di giorno è sempre nascosto negli anfratti, alzatici di qualche metro siamo arrivati vicino a un bellissimo e raro gruppo di formazioni di corallo rosso tutte con i loro micro polipetti estroflessi. Questo vero spettacolo della natura si presenta come delle piccole piantine tutte ramificate così strane, di quel colore rosso intenso che lasciano senza fiato ogni volta che si ha la fortuna di vederle. La cosa straordinaria di queste strutture sta nel fatto che sono create da microscopici polipetti che li creano e li abitano. Purtroppo questi animaletti sono molto sensibili all’inquinamento e alle variazioni climatiche portate da esso che ne causano la morte, anche per questo è motivo di orgoglio vedere queste magnifiche formazioni, soprattutto nei nostri mari dove sono sempre più rare. Tutto ciò ci fa capire quanto sia importante rispettare gli equilibri dettati dalla natura. Arrivati a questo punto, il computer ci segnala che stiamo uscendo dalla curva di sicurezza quindi iniziamo la nostra risalita, in compagnia di un gruppo di castagnole che ci ha accompagnato durante tutta l’immersione, per raggiungere i -5 metri dove fare alcuni minuti di sosta di decompressione obbligatoria accumulata in profondità, per poi uscire e tornare in gommone a terra. Arrivati in porto, visto l’orario e la fame che cresceva siamo andati da un fornaio a comperare un po' di focaccia tipica e qualche bibita per poi mangiacela in compagnia dello staff del diving. Purtroppo le condizioni del mare erano sempre più problematiche e al momento di partire per l’ultima immersione della giornata, alcuni amici hanno deciso di rinunciare per timore di stare male.



Il tragitto per raggiungere il terzo sito da visitare è stato veramente movimentato, da un certo lato anche divertente, sembrava di essere sulle montagne russe con delle onde altissime che si infrangevano centro il gommone facendolo impennare per poi farci precipitare nel vuoto con salti altissimi. Questa immersione l’abbiamo fatta al Cristo degli abissi, che è una statua alta circa 3 metri di bronzo collocata a una profondità di circa -15 metri. Raggiunto il sito ci siamo buttati velocemente, arrivati al Cristo abbiamo fatto alcune foto e poi abbiamo proseguito scendendo di una decina di metri, mantenendo la parete sulla nostra destra per fare un breve giro di esplorazione. Abbiamo fatto subito un piacevole incontro con un grosso polpo che si è nascosto appena ha percepito la nostra presenza. E' impressionante come questi animali riescano a infilarsi in buchi e anfratti piccolissimi, così come la loro straordinaria capacità di cambiare velocissimamente colore per un mimetismo perfetto. Poco dopo abbiamo visto un bell’esemplare di aragosta con le sue antenne lunghissime e i caratteristici colori rosso, verde e nero bluastro, che si nascondeva nella tana. A questo punto abbiamo fatto ritorno alla statua per poi riemergere in superficie e risalire sul gommone con grande difficoltà e ritornare a terra. Arrivati al diving abbiamo sciacquato e sistemato tutta l’attrezzatura negli appositi cassoni per poi andare a farci un buon happy hour in un locale con vista sul bellissimo porticciolo circondato dalle tipiche abitazioni divise da ripidi e stretti viottoli, che rendono questo paese veramente affascinante. Ormai si era fatta sera, per finire in bellezza la giornata, da buoni italiani, ce ne siamo andati al ristorante a farci una mangiata di piatti tipici liguri. In fine, stanchissimi ma veramente soddisfatti e divertiti, prendiamo la via di casa, certi di avere passato, malgrado le difficoltà, una interessantissima e divertente giornata.



 

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