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Stiamo arrivando alla... fine del mondo!

17 March 2007 ore 20:00

Posizione: 54°56',8S - 069°09',60W. Caleta Olla, Tierra del Fuego. All'ancora. Ore 06:30 LT.
Vento da Ovest a 5 nodi. Pressione 988,3 Mb, tendenza a leggero ribasso, copertura del cielo 3/8. Poco nuvoloso.


Caleta Olla, nel Canal Beagle. Finalmente percorriamo questo braccio di mare che unisce l'Oceano Pacifico all'Atlantico e rappresenta per noi un luogo privilegiato, portando il nome della nave con cui Darwin navigò in queste acque.

A caletta Olla troviamo ancorate altre 4 barche: un'altra italiana, una goletta francese, una barca tedesca e un ketch olandese. Caleta Olla é la tipica caletta che ogni marinaio che naviga in queste acque desidera trovare per ancorarsi e passare qualche giorno tranquillo. Di forma circolare, con un'entrata aperta a sud-est, da dove il vento non viene quasi mai. Per tre quarti è circondata da una spiaggia, il lato sud, quello ovest e la parte di fronte, il lato nord-est. Proprio a nord invece una parete a picco di roccia di almeno 300 metri protegge dal vento. Sulla spiaggia Adriatica ha posato due lunghe cime, legandole a due grossi alberi. Non ne vedevamo di così grossi da Chiloé. Segno che qui il vento soffia con minor violenza, finalmente. Adriatica dà la poppa alla spiaggia e la prua al centro della caletta, come anche le altre barche, tutte ancorate nello stesso modo, una accanto all'altra.

Di fronte a noi un altro boschetto copre una collina arrotondata che é il contrafforte morenico del ghiacciaio Holanda, da cui nasce un torrente che si getta nella caletta creando una piccola barra di sedimenti da evitare in entrata a causa del basso fondale. Un sentiero che origina accanto al Rio, in mezzora, porta al ghiacciaio. Stamane ci concediamo una mezza giornata di pausa per fare questa escursione. Sempre se i ragazzi di Roma si svegliano! Hanno la tendenza romana a dormire un po' troppo... Fino alle 10 di solito. Gli studenti di Padova erano in piedi con noi dell'equipaggio, alle 7 o alle 8 al massimo. Comunque tra mezz'ora il gommone sarà pronto per scendere a terra e... chi c'è, c'è!

Riccardo sta preparando la mia colazione. Sento già l'odore del caffé. Ieri sera sono crollato alle 9. Anche Marcone, Ferdy e Ric... Damiano é rimasto su un po' di più per seguire i romani che non vanno mai a letto e hanno sempre fame, ma noi dell'equipaggio eravamo tutti bisognosi di sonno. A mezzogiorno salperemo per Puerto Navarino, ultima tappa cilena dove ci attendono per le pratiche di uscita dal paese. E domani sarà l'Argentina. Sembrava tanto lontana da Curaçao, 5 mesi fà...

Ieri ho scritto un mail a Cino Ricci, il nostro amico che ci segue sempre e ci aiuta con i suoi consigli. Sarà preso con la preparazione del Giro d'Italia a vela, ma sicuramente sarà contento che siamo arrivati fino quì.
Patrizio é da qualche parte in giro per il sud America, e anche la Syusy é su questo continente a girare immagini per voi VpC. Con lei ci dovremmo ritrovare in Brasile, tra un mese e mezzo. Chissà che avventure stanno vivendo loro due?

 

Più tardi...

Siamo partiti da poco da Caletta Olla, dove abbiamo ancorato per la notte. Stamane una schiarita momentanea ha permesso ai ragazzi di Roma e al professor Valerio Sbordoni di scendere a terra ad esplorare alcune grotte che potevano ospitare delle forme di vita interessanti dal punto di vista evolutivo. Io, dopo avere girato qualche immagine con loro, ho fatto una passeggiata nella torbiera che era al di là del boschetto che coronava la spiaggia e mi sono arrampicato sulla collinetta a sud della baia. Uno spettacolo fantastico: il ghiacciaio Italia, a ovest, rigurgitava letteralmente di piccoli iceberg e ghiacci galleggianti che spinti dalla corrente navigavano fitti nel Canal Beagle.


A Nord, imperioso, il ghiacciaio Holanda incombeva con i suoi due bracci azzurri e bianchi sulla caletta. Di fronte altri ghiacciai più piccoli, numerosi, da quote più alte sbirciavano l'ormeggio di Adriatica. Seduto sull'erba umida mi sono preso una mezz'ora di tranquilla solitudine per ammirare Adriatica dondolante al centro della rada. La vita di bordo é intensissima. Sveglia all'alba, preparazione della barca, controlli tecnici di rito, ogni giorno: motore, sentine, pompe, livello dell'acqua dei serbatoi, funzionalità della strumentazione, salpa-ancora, velatura... I nostri ospiti si svegliano mano a mano che sentono i nostri rumori e le nostre voci. Colazione per 12 e poi organizzazione della giornata. Spesso il lavoro di pianificazione e controllo é anticipato alla sera, perché affretto la partenza a causa della lunghezza del tratto da percorrere o per approfittare di un po' di calma tra una burrasca e l'altra. Ricardo prepara la navigazione secondo le mie direttive. Io la verifico prima di partire, ma in generale non ho nulla da eccepire, siccome é un ottimo Primo Ufficiale e conosce il suo mestiere... e conosce me! 

 

Damiano si preoccupa della parte tecnica, spesso coadiuvato da Marcone, e Ferdy verifica tutte le manovre di ormeggio e ancoraggio, fa ordine a bordo tra tutto il materiale di lavoro e ordina la coperta. A lui é anche demandato l'aggiornamento quotidiano delle carte e delle pubblicazioni nautiche secondo gli avvisi che giungono durante la notte via Navtex. All'alba faccio le mie verifiche meteo. Contatto le stazioni della Marina Cilena e le interrogo sul bollettino, sul traffico delle navi previsto in giornata e sulle condizioni dei ghiacci alla deriva. Stacco le carte meteo arrivate via Fax e le analizzo, per scegliere la miglior rotta e tattica di navigazione. Mauro Rubeo, il nostro operatore TV é sveglio con noi e riprende tutto ciò che avviene a bordo. Una parte del suo tempo é dedicato alla pulizia e manutenzione delle 3 Camere con cui riprende la nostra avventura. Non é facile per lui, con 20 ore di pioggia al giorno, il freddo, l'umido, 11 persone che saltellano a bordo e il poco spazio che gli posso dedicare. E' un ottimo cameraman.

 

Ripenso un po' a queste cose, sulla collina. Ci resto ancora un po'. Già vedo lo scroscio di pioggia che arriva da ovest. Ho non più di dieci minuti di tempo prima che si scateni su di me, ma sono vestito con la cerata e il cappello da pioggia, quindi... che venga. Io in realtà non ho voglia di muovermi. Lo stretto cono del Canal Beagle stringe le sue pareti a piombo sul mare e accellera il vento. 20, 30, 40 nodi?... Forse di più. Uno dei guanti, che avevo in tasca mal messo, vola via. Non riesco a riprenderlo. Mi esce una parolaccia, ma pazienza. 'Meglio un guanto che una vela', penso!

Osservo i ragazzi di Roma che già si radunano sulla spiaggia per rientrare a bordo. Devo scendere, perché il gommone oggi lo manovro io. Nessuna voglia. Vorrei stare qui un paio di giorni, solo con il mio equipaggio, a godermi la pace di Caletta Olla.

Vorrei avere il tempo di arrampicarmi sulla montagna e raggiungere il ghiacciaio, memoria della mia adolescenza arrampicando sulle Alpi. Vorrei prolungare il silenzio di questa collina, pieno solo del soffio del vento per tante ore... Non posso. Adriatica deve correre a Ushuaia. Alcuni amici già ci aspettano. Valerio Sbordoni deve proseguire il suo programma di ricerca. Mauro deve continuare a riprendere. Tanta gente aspetta il nostro lavoro. Il successo della trasmissione che stiamo girando dipende in buona parte da noi. Patrizio e Syusy ci contano. Le università ci contano. Gli Sponsor ci contano. Io ci conto...! Allora, via. Lo spettacolo continua. Mi alzo. Mi scrollo un po' l'acqua dalla cerata e scendo verso la spiaggia. Un nuovo acquazzone si scarica su tutti noi mentre saliamo a bordo.


Un pensiero mi sfiora... 'Ma Darwin, non poteva andare in Sardegna a fare le sue ricerche?'

Ciao Velisti...


Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

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