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di Paolo Ghidotti.


Molti pensano che i safari si possano fare solamente nelle savane africane. In realtà, esiste un altro tipo di safari, quello subacqueo, questo si fa nei mari più belli al mondo. In Africa ci si inoltra nella savana, con dei fuori strada, alla ricerca degli animali che la popolano, mentre per quelli subacquei, ci si inoltra nei mari più belli con lussuosi Yacht, per immergersi nelle loro acque cristalline alla ricerca degli esseri che le animano e le rendono vive.

Uno dei luoghi migliori e più organizzati per provare questa esperienza, sono i fantastici atolli delle Maldive. Io e il mio gruppo di viaggio abbiamo la fortuna di vivere questa esperienza. La nostra avventura inizia il 10 ottobre, alle ore 15.30 da casa mia, quando un pulmino passa a prendere parte del gruppo. Con circa due ore e mezza di viaggio abbiamo raggiunto Milano Malpensa, dove ci siamo uniti al resto della compagnia. In realtà, per me è iniziato molti mesi prima, quando ho cominciato ad organizzare il tutto, con il tour operator specializzato in viaggi subacquei Profondo blu. L’entusiasmo è veramente alle stelle per tutti, è divertente vedere il conflitto di umori di chi si prepara a vivere un’esperienza del genere per la prima volta. Passano dal grande entusiasmo per il magnifico viaggio, alla preoccupazione di affrontare un’avventura così affascinante e particolare. Anch’io ho uno stato d’animo particolare anche se ho già fatto più volte viaggi simili, ma è la prima volta che lo affronto da papà con la figlioletta di dieci mesi. Sono preoccupato di come può comportarsi tutte queste ore in aereo, ma poco dopo il decollo mi rendo conto che è bravissima, non si lamenta mai anzi sembra proprio divertirsi. Abbiamo scelto di volare con Oman Air perché ha gli orari migliori che ci permettono di sfruttare al meglio il tempo. Poi facendo scalo a Muscat, ci da la possibilità, al ritorno, di prolungare la vacanza di alcuni giorni per visitare questa stupenda città mediorientale, inoltre anche i prezzi dei biglietti sono molto buoni. Alle 22.20 decolliamo per arrivare dopo sei ore e mezza a Muscat dove, a causa di due ore di fuso orario, sono le 6.50 del mattino. Vedere il mio cucciolo prendere il suo primo volo mi emoziona tantissimo, poi con il suo solito sorriso coinvolgente conquista subito la simpatia dell’hostess.

La preoccupazione che mi affliggeva è svanita immediatamente, è stata bravissima, appena dopo il decollo si è bevuta un biberon del latte, poi si è addormentata. Ha dormito per tutto il volo nell’apposita cullina allestita per lei dall’equipaggio. Dopo una sosta di circa tre ore, alle 9.55 decolliamo di nuovo. Il secondo volo, di circa quattro ore, ci porta a Malè, (Capitale delle Maldive), dove siamo atterrati alle 14.50 (ora locale, aumentando di un’altra ora il fuso orario rispetto l’Italia). E’ sempre uno spettacolo indescrivibile vedere, durante l’atterraggio, gli atolli dall’alto. Per chi è la prima volta che ammira questa meraviglia della natura l’emozione diventa incontenibile, mescolata a stupore e incredulità per i colori e le forme che la natura riesce a creare. Sbrigate le pratiche doganali, usciamo dall’aeroporto direttamente sul molo del porto turistico, dove ci accoglie la nostra guida subacquea. Poi breve transfer con il dhoni (tipica barca maldiviana), per raggiungere la Ocean Sapphire. Questo è uno Yacht di lusso varato nell’ottobre 2012, lungo trentotto metri e largo dieci. Ha quattro ponti, quello inferiore ospita sei cabine standard e una family più larga che occuperò io con Silvia, (la mia compagna) e Sveva, (il mio cucciolo). Nel secondo ponte troviamo: a poppa un’area relax, nella zona centrale il bar con il ristorante e un’area salotto, a prua un’altra zona relax. Nel terzo ponte ci sono quattro cabine suite e quella di comando. Nell’ultimo ponte troviamo il solarium e la zona relax attrezzata con una piscina idromassaggio jacuzzi a sei posti, con cromoterapia. Inoltre, a nostra disposizione, abbiamo un dhoni di venti metri adibito all’attività subacquea. Devo dire che anche questo ci ha sorpreso, è veramente spazioso, super attrezzato, comodissimo e nuovissimo, fornito di bagno. Abbiamo potuto usufruire gratuitamente del nitrox, (miscela nelle bombole arricchita di ossigeno), questa generalmente sulle altre barche è a pagamento, ma è molto importante per noi sub perché aumenta considerevolmente i margini di sicurezza nelle immersioni. Molti di noi sono già stati alle Maldive più volte ma nessuno aveva mai avuto un dhoni cosi bello e attrezzato.

Anche l’equipaggio si è dimostrato veramente capace, preparato e servizievole. Infine, ma non meno importante, abbiamo anche un tender (gommone con motore fuoribordo), che ci permette di raggiungere le isolette e le spiagge deserte in quanto le altre imbarcazioni sono troppo grosse per avvicinarsi e farci sbarcare in quei fantastici luoghi. Siamo tutti stanchissimi, ormai è già un giorno che viaggiamo, ma l’entusiasmo è alle stelle e vorremmo prendere il largo subito, ma purtroppo dobbiamo passare la notte qui, sarebbe troppo pericoloso navigare con il buio.


Prima giornata: Atollo di Ari

Alla mattina sveglia molto presto, alle 6.00 leggera colazione, briefing per organizzare la prima immersione, che come sempre viene usata come check dive. Nel frattempo la barca ha già iniziato la navigazione e alle sette in acqua. Come sempre la prima immersione è molto semplice in quanto serve per testare l’attrezzatura e stabilire la quantità di zavorra da portare. Risaliti, abbondante colazione e inizio della navigazione. Dopo un paio d’ore raggiungiamo un nuovo sito da esplorare, ci tuffiamo e dopo pochi minuti riceviamo il primo regalo da parte di questo fantastico mare, una manta ci passa a fianco, ci supera, si gira e torna sopra di noi. Osservare l’eleganza e la grazia che hanno questi splendidi animali quando nuotano, ci fa palpitare più forte il cuore. Allora iniziamo a seguirla lentamente, ma dopo poche pinnate scompare nel blu.

Proseguiamo l’immersione come programmato, potendo ammirare molte specie di pesci di barriera tropicale. Dopo circa quarantacinque minuti e una profondità massima di trenta metri, dove abbiamo incontrato anche alcuni squali pinna bianca e pinna nera, siamo riemersi. È ora di pranzo, mentre mangiamo si percepisce l’entusiasmo e la gioia per questi fantastici incontri. Nel frattempo proseguiamo la navigazione per l’Atollo di Ari, dove passeremo la maggior parte della vacanza. Per raggiungerlo dobbiamo passare il canale oceanico, (tratto di mare aperto fra un atollo e l’altro). Dopo circa un ora di navigazione il mare sta iniziando a farsi grosso, allora il capitano decide di fare rotta verso Ari Sud, per poi risalire a nord gli ultimi giorni, evitando il mare molto mosso. Ora siamo ad Ari è l’imbrunire e siamo pronti per la terza immersione. Ovviamente mentre noi sub facciamo immersioni il resto del gruppo fa snorkeling. Invece il mio cucciolo rimane a bordo con la nonna Carla. Una cosa che mi colpisce è vedere l’equipaggio che appena può viene a giocare e ad intrattenere la bimba, è piacevole vedere come anche loro si divertano proprio a farlo. Mi avevano spiegato che loro sono cosi per cultura, adorano e sono portati a tenere e seguire i bambini, ma non pensavo così bravi e affettuosi. A noi questo fa molto piacere perché penso che sia importante che la bimba si abitui a stare con persone di razza e colore diversi.

Riemersi dalla terza immersione, cena poi è arrivato il momento di festeggiare il compleanno di Anna Maria con una coloratissima e buona torta preparata dal cuoco appositamente per l’occasione. In fine alcuni subito a letto mentre altri, chiacchiere, birretta e relax.


Seconda giornata: primo incontro con gli squali

Il secondo giorno in mare inizia sempre molto presto. Questa immersione la facciamo ad una profondità di circa 32 metri in un sito dove dovrebbe esserci corrente piuttosto forte, nella speranza di vedere i grossi pelagici (grandi pesci di passaggio, che vanno a caccia nelle zone di corrente dove si accumula più cibo). Oggi la corrente non è molto forte ma il mare maldiviano non ci delude facendoci ammirare diversi squali pinna bianca, pinna nera e grigi, alcuni di questi ultimi sono veramente enormi, inoltre anche tonni e carangidi. Io rimango sempre affascinato nel vedere i grossi squali, perché hanno una linea idrodinamica elegantissima e raffinata ma nello stesso tempo aggressiva e potente, si possono notare i muscoli che si tendono ogni volta che muovono la coda.

Nuotano con un’eleganza incredibile, ma contemporaneamente sembra che ti dicano guarda che sono anche velocissimo, aggressivo e se serve anche letale. È vero incutono timore e rispetto, ma con i ripetuti incontri e l’esperienza si impara che in effetti sono veloci e potenti ma che in quanto all’aggressività lo sono solo per necessità, sono dei predatori quindi devono cacciare per vivere, ma anche che noi non siamo delle prede (anzi purtroppo loro sono spesso prede per uomini che per puro divertimento o lucro li sterminano). I rari attacchi all’uomo che avvengono nel mondo sono degli errori, o per difesa infastiditi da noi.

La seconda immersione la facciamo su una thila, un pinnacolo ricchissimo di pesce di barriera. Qui è pazzesca la quantità di colore e di pesci piccoli e grossi che ti travolgono e sommergono, in un movimento vorticoso che addirittura a volte perdi quasi l’orientamento.

Dopo due tuffi così ricchi, nel pomeriggio è arrivato il meritato riposo su un’altra spiaggetta deserta. È una lingua di sabbia bianchissima priva di vegetazione. Metterebbe paura a tutti il solo pensiero di trovarsi su un mucchietto di sabbia grande come un campo da calcio, senza un filo d’erba o una pianta, ci guardiamo attorno vediamo solo acqua, ma in lontananza vediamo il nostro yacht, che ci attende. In realtà io provo un’emozione bellissima di tranquillità e serenità, poi è veramente rilassante e speciale farsi cullare e coccolare dall’acqua calda dai colori pazzeschi. Purtroppo è giunta l’ora di tornare a bordo, visto che fra poco ci facciamo un’altra immersione. Io a questa immersione non prendo parte perché voglio rilassarmi e godermi la mia bimbetta giocando nella jacuzzi.

Dopo la terza immersione il programma di viaggio prevede la visita di un’isola dei pescatoriTutti cogliamo l’occasione per acquistare dei souvenir, (una delle cose più tipiche sono i parei), in realtà ci stiamo sbizzarrendo con le cose più strane, dalle magliette, alle statuette in legno passando dalle calamite ai denti di squalo. Anche se si nota che molte cose sono fatte per i turisti, si riesce comunque a carpire qualche sprazzo di vita locale. Ora mentre aspetto Silvia e il resto del gruppo, mi sono fermato a giocare con la bimba su una seggiola tipo altalena, rimango stupito guardando gli anziani del villaggio, seduti a chiacchierare sulla spiaggia senza mai togliere lo sguardo dal mare (si capisce il legame vitale che hanno con lui), aspettando i magnifici tramonti che si vedono alle Maldive.

Ormai è già buio e stiamo aspettando il dhoni per tornare a bordo. Mi diverto ad ascoltare le sensazioni e le impressioni dei compagni di viaggio. L’opinione che accomuna la maggior parte di noi è che le Maldive sono un paradiso terrestre e che noi abbiamo scelto il modo migliore per esplorarlo. La maggioranza dei turisti si fermano nei villaggi, io trovo questo molto riduttivo in quanto ti permette di visitare una o pochissime isole vicine, mentre soggiornando in barca, abbiamo l’opportunità di visitarle in lungo ed in largo, spostandoci continuamente. Un altro aspetto che tutti anno trovato molto piacevole, è la vita di bordo, massima tranquillità e relax. Il tempo libero in barca viene trascorso in modi diversi ma tutti rilassanti, c’è chi legge, chi prende il sole o passa ore nella vasca idro. Anche gli appassionati di fotografia passano parecchio tempo facendo migliaia di scatti.


Terza giornata: il pesce pietra!

Sta iniziando un'altra giornata con un immersione attorno ad un pinnacolo, dove troviamo delle bellissime grottine da esplorare, siamo nella parte più a sud dell’atollo di Ari, qui è una zona molto importante perché è frequentata dagli squali balena. Questo è uno squalo molto particolare perché è un filtratore, quindi, si nutre come le balene di plancton e piccoli pesci. Raggiunge dimensioni notevoli, può arrivare a sedici metri di lunghezza, per questo è il pesce più grande al mondo. Per trovarlo, bisogna cercare di vedere le sue pinne uscire dalla superficie dell’acqua. Iniziamo la nostra ricerca navigando avanti e indietro per questo tratto di mare, in compagnia di una decina di altre imbarcazioni.

Purtroppo non siamo stati fortunati, ormai è passata già più di un oretta, quindi decidiamo di fare rotta verso nord dove troviamo il prossimo sito di immersione. Qui ci tuffiamo per esplorare il relitto della MV KUDHI MAA una nave cargo giapponese di 52 metri. Raggiungiamo i 34 metri per vedere l’elica, poi lentamente nuotiamo attorno allo scafo, dove incontriamo uno stupendo esemplare di squalo nutrice nascosto in una spaccatura. Ora è il momento di risalire, per raggiungere le aperture delle stive, dove troviamo un bellissimo esemplare di pesce pietra, solo con l’esperienza e l’occhio esperto della nostra guida abbiamo potuto individuarlo, visto che è un mago del mimetismo. Addirittura anche quando lo indica, alcuni compagni non riescono a vederlo. Dopo un breve passaggio all’interno della cabina di comando, iniziamo la risalita in superfice.

Ora è il momento del pranzo, poi bagnetto snorkeling e relax su una stupenda isoletta deserta, dove posso giocare con la mia bimbetta e con tutto il resto del gruppo. Come terza immersione facciamo una notturna vicino all’isola di Alimatha, questa immersione è estremamente particolare, in quanto, è fatta per vedere dei grossi squali nutrice (lunghi ben oltre in due metri), le razze giganti e i carangidi mentre si nutrono predando. Appena scesi ad una profondità di 18 metri veniamo avvicinati subito da loro, perché sfruttando le luci delle nostre torce cacciano più facilmente. Gli squali sono solo quattro o cinque, come le razze, mentre i carangidi sono tantissimi, tutti in frenesia da cibo. Mi sembra de essere in guerra, ogni piccolo pesce che illuminiamo è senza scampo, viene assalito da tutti questi predatori ed in un attimo è già mangiato. Trovo questa immersione molto bella ed emozionante, ma mi lascia una strana sensazione dentro, quasi di disagio. Ho l’impressione di aver assistito e favorito una carneficina (in realtà è la legge della sopravvivenza in mare, crudele ma necessaria per la catena alimentare, il grande mangia il piccolo). Tornati a bordo, cena e come consueto chiacchiere e partite a carte.

Il magnifico mondo delle Maldive ha deciso di farci un altro fantastico regalo anche questa sera. Attratto dalla luce di poppa della nostra barca, ci fa visita un bellissimo squalo nutrice di quasi tre metri, che inizia a girare in superfice vicinissimo a noi tanto che potremmo toccarlo. A questo punto alcuni decidono di tuffarsi per farsi una nuotatina con lui, non è per niente intimorito da noi anzi direi che è piuttosto incuriosito, in quanto è lui che si avvicina e ci guarda seguendoci. È un esperienza bellissima per tutti, l’emozione passa in un attimo ad entusiasmo poi ad euforia, soprattutto per chi non fa immersioni, perché trovano incredibile poter vedere e nuotare dal vivo e cosi vicino a uno squalo. È rimasto con noi più di un ora. Ho chiesto a chi non lo aveva mai visto cosa stavano provando. Alcuni mi dicono che la forte emozione e la gioia sono mescolati con un senso di paura, mentre altri sono più tranquilli e vorrebbero giocarci, ma opinione comune a tutti è che non avrebbero mai pensato di poter ammirare uno squalo cosi dal vivo, poi tutti sono rimasti colpita dalla bellezza e dall’eleganza dei suoi movimenti. Anche io e Silvia sentiamo un emozione particolare, sapere che la nostra bimba sta vedendo il suo primo squalo, è una sensazione speciale. Anche lei sembra abbia capito che è una fortuna di pochi fare un esperienza simile, è contenta e continua ad avvicinarsi all’acqua, facendo un sacco di versi, versetti e indicandolo. Ora ci meritiamo una bella dormita, ma dopo poche ore sento suonare la campana che significa, briefing e prima immersione della giornata.


Quarta giornata: la barriera, i delfini e le mante

Mi alzo in fretta, chiamo Carla (la nonna di Sveva), che viene in cabina nostra per accudire la bimbetta mentre io e Silvia siamo sott’acqua. Questo tuffo prevede l’esplorazione di una parete ricca di gorgonie e di pesci coloratissimi di barrieraOrmai sono già una cinquantina di minuti e la nostra riserva d’aria inizia a scarseggiare e ci costringe a riemergere. Gli snorkelisti sono già a bordo entusiasti dell’esplorazione perché hanno visto oltre ai soliti pesci anche diversi squaletti. Ora stiamo navigando con il dhoni verso lo yacht, il mare ci regala l’ennesima sorpresa, un branco di delfini ci nuota vicino facendo salti acrobatici come per salutarci.

La seconda immersione è prevista attorno ad alcuni pinnacoli, dove alla sua sommità, troviamo un’enorme colonia di anemoni, tutte abitate dai simpatici e vivacissimi pesci pagliaccio.

Subito dopo pranzo sbarchiamo su una lingua di sabbia bianchissima e finissima, sembra quasi farina. Ci concediamo qualche ora di relax prendendo il sole, io personalmente preferisco farmi coccolare e cullare dall’acqua cristallina e caldissima. Anche il mio cuccioletto apprezza questa fantastica isoletta, infatti, dopo mezzoretta di giochi, si è addormentata in braccio a me, in acqua, con solo la testa fuori appoggiata alla mia spalla. Ha dormito così quasi un’ora, quando si è svegliata era tranquilla e rilassatissima. Questo piccolo spazio, poco più grande di un campo da calcio, circondata da acqua di un colore incredibilmente turchese è un vero e proprio paradiso terrestre.

Il sole sta tramontando, abbiamo ancorato all’interno di una laguna, dove passeremo la notte. L’equipaggio sta montando degli enormi fari a poppa puntati in acqua. Mi dicono che se siamo fortunati avremo una super sorpresa. Dopo un'ora circa, comincia un vero spettacolo, ben quattro mante iniziano a cibarsi del plancton che le fortissime luci hanno attratto a poppa. Stanno nuotando facendo delle capriole vicinissime alla barca con le ali escono addirittura dall’acqua. Mentre gli snorkelisti si buttano in acqua per nuotare con loro, noi sub ci vestiamo e scendiamo sul fondo a circa dodici metri. Inginocchiati sulla sabbia, puntiamo le torce verso l’alto e, dopo pochi minuti, veniamo letteralmente travolti da questi magnifici pesci. Ci nuotano sopra, sempre più vicine arrivando a toccarci, allora io mi abbasso fino a coricarmi sul fondo, ma loro continuano a volteggiarmi addosso. Siamo completamente estasiati, non trovo le parole per esprimere quello che provo. Penso che quello che stiamo vivendo sia un’esperienza pazzesca e incredibile. 

Ormai è passata più di mezzora, ci alziamo dal fondo di circa quattro metri, ci troviamo al centro dei loro cerchi. Non riesco più a contenere la gioia, vedo quell’enorme bocca apparire davanti a me. Sembra voglia inghiottirmi, a pochi centimetri dalla mia faccia, di colpo gira verso l’alto toccandomi la mano che tiene la macchina fotografica. Poi mi passano sotto poi sopra, ora sono circondato, con le ali mi toccano, sembra vogliano accarezzarmi. Ho la sensazione di essere sopraffatto da loro mi sento quasi disorientato. Dopo circa venticinque minuti in questo vortice, siamo costretti a riemergere.

Tornati a bordo l’entusiasmo e l’incredulità sono alle stelle. A cena cerco di capire come raccontare ciò che ho provato, chiedo agli altri, tutti mi dicono le stesse tre parole: pazzesco, incredibile e unico. Passata l’adrenalina per un’immersione così emozionante, arriva la stanchezza e il bisogno di riposare, quindi, dopo mezzoretta di chiacchiere me ne vado a letto.

 

Quinta giornata: il battesimo del mare

Sta per iniziare il penultimo giorno di immersioni, la prima la facciamo su di una parete molto ricca di pesce di barriera ma la nostra speranza è quella di vedere qualche grosso pelagico. Infatti dopo una decina di minuti ecco il primo squalo, un bell’esemplare di grigio, poi vedo arrivare alcuni tonni e carangidi, e così via fino al momento di risalire.

La seconda immersione è su una secca che va dai venticinque ai dodici metri, caratterizzata da una morfologia molto particolare, con un sacco di formazioni coralline e pinnacoli che creano una serie di passaggi divertenti. Ora sono davanti ad una tartaruga che mangia. 

Tornati in superficie, è il momento per alcuni compagni di viaggio di fare un'esperienza molto particolare, il battesimo del mare. Consiste in un’immersione assistita. In questo modo, anche chi non ha nessun brevetto, ha la possibilità di scendere sott’acqua, con tutta l’attrezzatura, in una vera e propria immersione, ad una profondità di una decina di metri per circa mezzora. Il neo sub viene accompagnato da un istruttore che gli gestisce l’attrezzatura e l’immersione. Io scendo con loro per fargli qualche foto e ripresa ricordo. Mi diverto a vedere le facce e gli stati d’animo di chi ci prova, si passa dalla felicità di alcuni, alla paura di altri, ma tutti con la curiosità di provare questa insolita esperienza.

È ora di pranzo, sospendiamo i battesimi per tornare a bordo, mentre mangiamo, iniziamo la navigazione verso l’isola deserta. È importante raggiungere questa spiaggia perché oltre a scendere per passare un pomeriggio di relax, lì, faremo anche una stupenda cena. Dopo aver passato qualche ora sulla spiaggetta, per i sub è l’ora della terza immersione, la facciamo nelle vicinanze. Mentre il resto del gruppo può rimanere a godersi il tramonto. Finita l’immersione anche noi subacquei torniamo a terra. Mentre noi ce la spassavamo in acqua o al sole, l’equipaggio ha organizzato un barbecue in riva al mare, con un ricco buffet, un sacco di carne, pesce verdure e dolci buonissimi. Inoltre, hanno modellato con la sabbia e la cenere un bellissimo squalo balena. È molto suggestivo mangiare a lume di candela e fiaccole, in riva al mare. Poi in tarda serata, tutti a bordo per la notte.


Sesta giornata: ultime immersioni

Oggi è l’ultimo giorno di immersioni, come sempre sveglia presto e primo tuffo su una secca. Tornati a bordo iniziamo la navigazione per raggiungere Male nord dove facciamo la seconda immersione. Io, come ieri scendo con i battesimi delle ultime persone, che non siamo riusciti a fare ieri, per motivi di tempo. Purtroppo ora dobbiamo sospendere qualsiasi tipo di attività subacquea. Per non incorrere in gravi problemi di embolia, dobbiamo rispettare i tempi di non volo. Prima di prendere l’aereo, chi si immerge, deve aspettare un certo tempo per smaltire l’azoto in eccesso che durante le immersioni accumula nel sangue, questo tempo varia da alcune ore fino a più di un giorno. Ora stiamo navigando verso il porto di Male dove passiamo la notte. Dopo aver cenato l’equipaggio ci organizza una serata danzante, si scatena suonando e ballando musiche tipiche Maldiviane, coinvolgendoci tutti. Sembriamo tutti impazziti nel cercare di imitare questi balli che, iniziano lentamente per poi crescere fino ad essere scatenati. Ma prima di iniziare con le danze la guida coglie l’occasione per consegnarci le mappe ricordo del tour e dei siti di immersione. Poi vengono premiati, con un diplomino simbolico, tutti i quelli che hanno fatto il battesimo del mare. A fine serata, il capitano ha fatto un regalo speciale alla mia bimbetta, gli ha donato un dhoni modellato a mano da lui personalmente da una noce di cocco, dicendo che è stata una mascotte perfetta e che tutto l’equipaggio si è divertito un sacco ad averla attorno. Purtroppo questa è l’ultima notte che passiamo a bordo, ho già preparato i bagagli.

 

Settima giornata: Malè

Per motivi organizzativi dobbiamo sbarcare in mattinata per dare la possibilità all’equipaggio per fare rifornimento, cambusa e preparare lo yacht per i nuovi ospiti. Quindi facciamo una visita guidata della capitale, Malè. Ora sta piovendo, la visita non è molto interessante, abbiamo visto da fuori il palazzo del presidente e una piccola moschea.

A mezzogiorno pranzo in un ristorantino locale, poi visita al mercato del pesce con annesso attracco dei pescherecci e ultimi acquisti nei negozietti di souvenir. Dopo aver trascorso una settimana di tranquillità negli atolli deserti, gironzolare per la città (piuttosto caotica e rumorosa) mi fa sentire spaesato quasi a disagio. La cosa che mi colpisce di più è la quantità pazzesca di motorini che circolano e che sono parcheggiati qualsiasi spazio libero. Verso le 16.00, prendiamo il traghetto che ci porta sull’isola dell’aeroporto, da dove alle 19.10 decolliamo per l’Oman.

In perfetto orario, alle 21.55 atterriamo a Muscat. Alcuni proseguono per l’Italia, mentre per me e la maggior parte del gruppo, l’avventura continua ancora per alcuni giorni. Usciti dall’aeroporto ci siamo presi tre taxi per raggiungere l’albergo. Alla mattina alle 08.00 ritrovo a colazione, poi iniziamo la visita della città. Ci facciamo accompagnare vicino al mercato del pesce, poi a piedi passeggiando sul lungomare, arriviamo al porto, dove possiamo ammirare il mega yacht del sultano (sarebbe meglio dire nave, visto che è centocinque metri di lunghezza). Continuando la nostra camminata, arriviamo al suq, dove ci perdiamo al suo interno nell’infinità di negozietti che vendono qualsiasi cosa. Anche qui acquisti delle cose più disparate dalle pashmine, alle spezie, ai cuscini passando dagli abiti tipici. Ormai è mezzogiorno, scegliamo un ristorantino all’aperto, il gestore è molto vivace, loquace e confusionario, ci sta convincendo ad ordinare un sacco di piatti (di cui la maggior parte non sappiamo proprio cosa siano). Ho l’impressione che stiamo prendendo la classica fregata del turista sprovveduto. In realtà siamo fortunati è tutto buonissimo e con un prezzo adeguato, quasi basso.

Dopo pranzo, io e parte del gruppo, torniamo in hotel per lasciare passare le ore più roventi (circa quaranta gradi), mentre il resto del gruppo decide de prendere i bus turistici per proseguire la visita. La nostra si è dimostrata la mossa vincente perché noi la stessa cosa l’abbiamo fatta al tramonto. Quando ci siamo riuniti con gli altri, erano distrutti e ustionati che si riposavano coricati in un giardinetto, mentre noi eravamo riposati. La fermata del bus è sul lungo mare, è incredibile vedere tutto quel viavai di macchine lussuosissime, si percepisce proprio la loro ricchezza, il primo pensiero che fai è: qui ci sono i soldi veri. Il tramonto è bellissimo e la temperatura si è abbassata notevolmente diventando piacevole.

Durante il nostro giro abbiamo visto, il teatro dell’opera, il palazzo del sultano, la grande moschea, il palazzo governativo e un sacco di altre moschee. Tutti i palazzi sono illuminati in modo da rendere l’atmosfera magica e molto arabeggiante, è proprio bella. Riuniti con il resto del gruppo, decidiamo di andare a cenare in un ristorante tipico, mangiamo quasi tutti pesce, non è male ma forse piace di più quello del pranzo, poi lo trovo un po’ caro, anche se non ci si può lamentare. Ora è il momento di tornare in albergo.


Ultima giornata: Muscat

Anche oggi colazione alle 08.00 poi partenza per la visita della grande moschea. Come in tutte le moschee, anche qua, bisogna avere l’abbigliamento adatto e le donne devono avere anche il capo coperto. Quindi ci adeguiamo anche con la bimba. In ingresso ci sono dei giardini curatissimi, con delle fontane e giochi d’acqua molto belli, la moschea è enorme con l’architettura tipica, ricca di tantissimi cortili tutti di marmo pregiato. Tutto lucido pulito e perfetto, i turisti possono entrare solo una volta alla settimana di domenica per due ore.

Al suo interno ci sono dei tappeti immensi, di manifattura finissima e dei lampadari grandiosi, in particolare quello centrale è enorme, pazzesco. Le pareti sono decorate con marmo e mosaici, le finestre con vetri coloratissimi. Ora dobbiamo tornare in albergo per recuperare le valige, fare una doccia veloce per poi andare in aeroporto. Devo dire che Muscat è molto bella, la cosa più interessante è stata proprio la grande moschea. Ora stiamo sbrigando le classiche pratiche doganali, è divertente vedere il mio cucciolo che sembra voglia parlare con l’addetto del check-in.

Alle 16.00 decolliamo per atterrare alle 21.05 a Milano Malpensa, volo tranquillo, nell’animo una grande soddisfazione per la magnifica esperienza fatta, ma anche un po’ di dispiacere per il fatto che è finita. Per me e la mia compagna Silvia è stata ancora più speciale perché fatta con la nostra figlioletta di appena dieci mesi. Prima di partire eravamo sommersi dalle preoccupazioni e pensieri, ma alla fine è andato tutto alla grande. Anche per il resto del gruppo e stata una bella esperienza avere a bordo Sveva, mi hanno detto che la sua presenza è stato un valore aggiunto alla vacanza. Ora dopo le due ore di pulmino siamo arrivati a casa, la vacanza è proprio finita. Ma una cosa mi rende veramente felice e fiero, aver capito che la mia bimbetta, a meno di un anno, è già una vera velista e turista per caso.


Paolo Ghidotti                    

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