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Patrizio intervista Titewhai Harawira

10 October 2002 ore 20:00

Tra i momenti salienti della prima puntata del ritorno di Velisti per Caso c'è la ricerca di Patrizio delle radici maori della Nuova Zelanda. Nei pressi dell'università di Auckland, proprio nel giardino antistante l'Amarai (luogo di culto maori), Pat incontra Titewhai Harawira, un'anziana combattiva rappresentante del movimento indipendentista maori "TINO RANGATIRA TANGA" che significa "assoluta sovranità". Ecco l'intervista completa, Pat si presenta e la signora inizia a raccontare...

 

Titewhai Harawira: Benvenuti qui in AOTEAROA, perché questo posto si chiama AOTEAROA cioé "Terra della lunga nuvola bianca", New Zeland è un nome dato dagli olandesi. 5 anni fa sono andata in Olanda e ho chiesto al governo che si riprendano indietro questo nome, perché la nostra terra un nome ce l'aveva già! La nostra protesta risale intorno al 1840 quando eravamo in via di colonizzazione dagli inglesi a cui abbiamo chiesto protezione per difenderci dai francesi.In quell'anno è stato fatto un trattato tra la nazione inglese e la nazione maori che garantiva a questa pieno ed indisturbato possesso della terra, del mare, delle foreste e della lingua, nonostante la presenza inglese sul territorio: quel trattato non è stato mai rispettato. Quando gli inglesi sono arrivati erano già esperti nell0arte di colonizzare, avevano l'esperienza di molte altre nazioni.

 

Patrizio: Com'è strutturato oggi il vostro movimento? Siete attivi nella politica o solo culturalmente?

TH: Gli inglesi fin dal trattato hanno tolto ogni potere politico e decisionale ai residenti, per 200 anni non abbiamo potuto conservare la nostra vita autonoma per cui la nostra lotta è cercare di riprenderci quello che avevamo, riguadagnare quello che gli antenati ci avevano lasciato. Nonostante ci sia una rappresentanza maori nel governo la possibilità di far politica è limitatissima e si combatte per averne di più. Dai primi anni '70 ho fondato questo movimento soprattutto per il salvataggio della lingua maori riuscendo a farla rientrare nelle scuole, a partire dagli asili attraverso un programma che si chiama il "nido della lingua" in cui insegnamo ai bambini a parlare la loro lingua originaria. Il maori insegnato è uno solo, perché nonostante gli accenti che possono essere diversi a seconda del luogo ci si capisce comunque. Il problema ora è trovare gli insegnanti! Comunque l'obiettivo prinicipale del movimento è recuperare lingua e radici culturali come base per ogni ulteriore rivendicazione.

 

Pat: Avete in mente soluzioni particolari? Ad esempio separare la terra in due parti, o chiedere autonomia? C'è un movimento in Polinesia Francese che vuole individuare le famiglie originali e render loro le terre. Lo conosce?

Titewhai Harawira: Il nostro obiettivo è tornare al trattato in cui eravamo propietari di terra mare e tutte le risorse. Conosco il gruppo polinesiano, assieme a loro vogliamo rappresentare un unico movimento indipendentista del Pacifico, ma l'idea di dividere tutto non ci appartiene. Il trattato diceva che gli inglesi avevano il permesso di venire in AOTEAROA per prendersi cura degli inglesi, non anche dei maori! Se si fa un contratto con qualcuno (come quando compi una macchina) bisogna onorarlo, vogliamo solo riavere quello che ci è stato tolto. Una volta sistemato ciò poi il resto è da decidere.

 

P: Pensa quindi ad una situazione come Samoa o Tonga in cui le terre appartengono ai rispettivi abitanti ed i bianchi che vi impiantano attività in realtà possono solamente affittarle e non acquistarle?

TH: Quel tipo di legislazione per cui la terra non poteva essere alienata era in vigore anche qui prima del trattato, il problema è proprio che tale regola non è stata rispettata. Samoa e Tonga non sono in realtà indipendenti, dipendono molto dal governo australiano che eroga loro sovvenzionamenti in realtà provenienti anche da soldi nostri...

 

P: Quali differenze di regole ci sono per i Maori?

TH: Abbiamo una lista politica particolare solo per noi, che da diritto ad avere sette seggi in Parlamento. Quando si da il permesso di entrare a gente di Tonga o Samoa, loro non possono entrare nelle liste maori e diventano nostri nemici, tutti quelli che entrano da fuori diventano nostri nemici! Comunque dato un trattato tra due nazioni, anche il Parlamento dovrebbe essere diviso al 50 e 50 indipendentemente dal numero, mentre 7 seggi sono a confronto con altri 113 di liste diverse... Inoltre quei 7 non son parte del movimento indipendentista, sono previsti dal sistema coloniale. In fin dei conti la maggior parte dei Maori non vota!

 

P: E voi vorreste che questi non entrassero per niente o che entrassero come parte della nazione polinesiana?

TH: Quando entri in casa mia bussi alla porta e chiedi il permesso di entrare. Dovrebbero chiedere a noi il permesso, ma non possiamo dire nulla per via della politica razzista che ci è imposta.Il 75% dei maori hanno meno di 25 anni, il 65% sono donne, perciò giovani e donne guidano la lotta e non hanno niente da perdere, ci interessa soltanto recuperare qualcosa.
Pat: Vi trovate di fronte ad un muro, quale può essere il futuro? Andrete fino in fondo anche a costo di creare tensioni?Titewhai Harawira:  Vede, noi stiamo parlando di fronte all'AMARAI (Luogo di culto n.d.r.) creata nel bel mezzo di un istituto bianco, inglese. Siamo sopra la terra dei miei antenati ma comunque entro la terra bianca, per ottenerla abbiamo molto lottato e allo stesso modo lotteremo per altre cose che ci interessano. Vogliamo indietro la nostra terra che ci è stata rubata, non è molto diverso dalla situazione dello Zimbawe che sta cercando di recuparare la terra per i neri che l'hanno persa, mi piacerebbe unire questi movimenti perché non c'è differenza, siamo sempre contro gli inglesi, contro i poteri coloniali in generale che ci hanno usato per provare per le bombe atomiche, ci hanno sfruttato e non sanno accettare le nostre lamentele.

 

P: E' d'accordo con le teorie per cui i maori sarebbero migrati su queste terre dall'Asia, quindi in fin dei conti avrebbero solo preceduto gli inglesi?

TH: Sono balle! Non veniamo dalla Cina, siamo generati da questo suolo. Tutte le famiglie originarie sono autoctone. Le teorie non hanno fondamento.

 

P: Un'ultima domanda, cosa pensa dell'American's Cup in questi giorni a Auckland?

TH: Un gioco per ragazzi ricchi!

P: Avevo intuito che avrebbe risposto così!

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