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Pronti per le grandi manovre?

17 November 2006 ore 20:00

Mi aveva quasi convinto.

Quando ne parlai con Filippo mi disse che era una tappa tecnica di scarso interesse per la navigazione a vela. Ora comprendo il senso della sua definizione ma allora mi era sembrato un modo per scoraggiarmi.

Avevo chiamato Filippo per la prima volta agli inizi di settembre per avere notizie più precise sulla ripresa della Rotta Rossa a novembre. Mi confermò il programma che avrebbe portato, in tre tappe, Adriatica da Trinidad (poi diventata Curacao) alle Galapagos attraverso il Canale di Panama. Si trattava di oltre 2.000 miglia da coprire in 25 giorni per giungere in tempo per l'imbarco degli studiosi del progetto Darwin alle Galapagos. L'itinerario si presentava bene ma per me troppo lungo per rimanere a bordo fino alla fine così optai per le prime due tappe Curacao-Colon con passaggio a Kuna Yala e Colon-Panama City con l'attraversamento del Canale. Fu proprio quando comunicai la mia decisione a Filippo che lui fece le puntualizzazioni che vi dicevo prima.

Ma ormai ero deciso: quando mi sarebbe potuto capitare di tornare da quelle parti? Per cui mi organizzai i trasferimenti.

E meno male!

Ora mentre scrivo, siamo nel mezzo del lago Gatun, un lago artificiale ricavato a 28 metri sul livello del mare allagando un enorme bacino. In esso svettano, se così si può dire, le numerose cime di quelle che un tempo erano colline, interamente coperte di fitta vegetazione tropicale, a formare isole e isolette.

Ieri sera abbiamo lasciato il Panama Canal Yacht Club di Colon con il supporto di un Pilota ed un assistente per avviarci incontro alla notte e alla prima chiusa, denominata appunto Gatun, che con tre sollevamenti ci ha appoggiati sulle acque del lago. Che esperienza!

Non sapevamo da che parte guardare... il comandante coadiuvato dal pilota ci dava indicazioni sulle manovre da eseguire ma gli occhi erano presi dalla maestosità di queste chiuse capaci di contenere contemporaneamente più imbarcazioni tra le quali il nostro 22 metri si perdeva e ci sarebbe stato posto ancora per altre... mentre tra il manovrare, correre di quà e di là, tenersi in equilibrio, vedere l'accqua gonfiarsi sotto lo scafo creando turbini voraci, insomma saltando da una sguardo di meraviglia all'altro trovavamo anche il modo di scattare foto.

A questo si riferiva Filippo quando mi parlava di tappa tecnica: fatica, coordinamento delle manovre e niente vela... ma "chissenefrega" della vela... in quel momento ciascuno di noi sapeva di essere in un posto unico al mondo a fare una cosa unica al mondo e tanto è bastato a giustificare la nostra presenza su Adriatica. Peccato che proprio ieri Davide e Gianluca siano sbarcati... Superata la prima chiusa ci siamo legati, nel silenzio e nel buio della notte, ad una boa che Filippo ha avvicinato al mascone di sinistra lasciano soli 15-20 centimetri tra lei e Adriatica, una manovra che definire perfetta non rende l'idea... provate un po' voi. E poi spaghetti al ragù e filetto al forno con patate e cipolle... e vino rosso... e ancora vino rosso... e poi rhum... e poi silenzio.

 

Il chiarore della mattina ci ha fatto capire come deve essere il paradiso terrestre, almeno quella parte di paradiso dove c'è l'acqua e puoi fare un tuffo in acque color smeraldo e dolci per fino; qualle parte di paradiso dove la natura è naturale (ops: tautologia! ma è per non lasciare dubbi interpretativi) in tutti i sensi... la sveglia? l'urlo di uno scimpanzè! Le piante avvinghiate l'uno all'altra dove non c'è spazio per l'invadenza umana... e farfalle, e uccelli, e..., e coccodrilli (son sempre creature di Dio)... è così che deve essere il paradiso e se non è così è sbagliato! Colazione con ananas, papaia e ogni ben di dio che si trova a queste latitudini. Poi navigazione a motore, in un paesaggio incantato; dopo un po' ci si annoia addirittura: è tutto così eccessivamente bello. Per distrarci prepariamo continui spuntini, e le cime per l'approssimarsi della discesa a mare. Ormai ci avviciniamo alla prima delle chiuse e poi la seconda, Miraflores, che ci faranno ammarare in Pacifico.

Siamo pronti alle manovre!

Intanto un prufomo di frittata per la barca si spande.

 

 

Salvatore

Velista per Caso

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