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I pirati al largo di Socotra!

5 April 2004 ore 15:00

Vi racconto qualcosa delle 2000 miglia che ci hanno portato al di qua dell'Oceano Indiano. La traversata dalle Maldive allo Yemen è stata molto piacevole e facile, anche se la nota più saliente, a dire la verità, è stato invece un episodio piuttosto sgradevole.

La meteorologia quasi perfetta ha condizionato positivamente la navigazione, che non ha quindi avuto momenti particolarmente impegnativi. Dopo una trentina di ore di bonaccia totale alla partenza, con relativa smotorata, un venticello ideale da NW/N/NE dai 10 ai 15 nodi ci ha fatto filare via lisci e abbastanza veloci. Il mare è sempre stato calmo o poco mosso: mai, nella nostra lunga esperienza, Gigi e io avevamo avuto tanti giorni consecutivi di mare (anzi, di oceano) così mite!

Abbiamo pescato due tonni sui 20 chili l'uno e un paio di altre prede più piccolotte, giusto per riempire il freezer. Abbiamo avvistato e avvicinato non meno di una ventina di balene: uno spettacolo indimenticabile e bellissimo. Oltre a Gigi, a me e a Paola (che si sta rivelando un'ottima scelta e che diventa ogni giorno più sicura ed esperta), c'erano i bravi e simpatici Enzo e Marta, i due istruttori subacquei conosciuti alle Maldive.

Vita a bordo tranquilla, ritmata dai turni regolari che sempre ci imponiamo e che servono a dare un riferimento al trascorrere del tempo. In mancanza dei soliti turisti italiani all'estero che vedono Adriatica in qualche baia e vengono a "ossequiarci" con entusiasmo, questa volta il compito di salutarci festosamente è toccato ad alcune grosse navi con ufficiali italiani incrociate sulla nostra rotta, le quali, via radio o via VHF, ci hanno trasmesso tutta la loro simpatia e ammirazione da estendere a Patrizio, a Syusy e ai realizzatori del programma dei Velisti per caso. Particolare cordialità si è creata con la motonave "Filippo Lembo", nella persona del primo ufficiale Severino Palomba, figlio del Comandante Giuseppe Palomba. Incontri simpatici e privi di retorica, che vanno a occupare un posticino duraturo nello spazio dedicato ai ricordi.

Venendo alle dolenti note, nello spazio dei ricordi, purtroppo, ci mettiamo pure il tentativo di abbordaggio da parte di presunti pescatori, avvenuto a circa 300 miglia al largo dell'isola di Socotra. Il peschereccio, con una decina di uomini a bordo, navigava a tre miglia con rotta opposta alla nostra, ma appena avvistatici, ha invertito il senso di marcia ed è venuto verso di noi. Una volta raggiuntici, ci si è messo dietro, tallonandoci a lungo e facendosi poi sempre più sotto. Nonostante i nostri chiari e continui gesti per indurli ad allontanarsi, l'imbarcazione ci èarrivata a meno di 50 metri senza rispondere ad alcuna chiamata radio sul VHF (forse non conoscevano l'inglese?) e mostrando completa impassibilità. Prima dell'accosto ormai scontato, Gigi ha estratto il fucile e ha sparato tre colpi in aria, che dopo qualche momento di sorpresa sono serviti a interrompere il "gioco" convincendoli a girare sui tacchi.

Pirati camuffati? Pescatori veri che hanno pensato di approfittare di una facile occasione? Non lo sapremo mai. Ma vi assicuro che l'episodio non ci è piaciuto affatto ed è servito solo ad aumentare la tensione che tutti noi, poco o tanto, apertamente o intimamente, scherzando o parlandone seriamente, stavamo avvertendo avvicinandoci alle zone "calde" della Somalia e di Socotra e del Golfo di Aden, notoriamente tra le più pericolose del mondo. Tensione motivata anche già alcune ore prima, quando avevamo colto alla radio una chiamata di soccorso da parte di un motoryacht a una delle navi militari "sentinella", presenti nella zona. Senza parlare dell'ininterrotta sfilata di navi che percorrono di notte quelle acque difendendosi con l'illuminazione a giorno delle loro fiancate o, addirittura, mettendo in funzione i grossi idranti antincendio: spettacolare, ma inquietante! L'episodio non si è ripetuto anche se in altre occasioni ci siamo fatti avvicinare, non senza circospezione, da piccole imbarcazioni di pescatori che in modo manifesto erano alla ricerca di cibo o acqua.

L'entrata nel Mar Rosso attraverso lo stretto di Bab el Mandeb, ci ha fatto tirare un sospiro di sollievo, mettendoci al sicuro (così dicono) da ulteriori futuri attacchi di pirateria.

A risentirci, amici. Le avventure di Adriatica continuano!

 

Irene skipper di Adriatica

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