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Oggi non è successo nulla di speciale

10 February 2016 ore 18:00

Siamo ancorati di fronte al famoso Contramaestre Micalvi, una nave da trasporto che ora è incagliata davanti al villaggio di Puerto Williams, capitale dei territori Antartici del Cile. Nel tempo questa nave è stata trasformata in un simpatico e strano Club Nautico, il più australe del mondo. Nel suo salone centrale si ritrovano gli equipaggi delle barche a vela che scendono verso Capo Horn o navigano intorno alla Terra del Fuoco.

Un miscuglio di marinai e viaggiatori di ogni paese del mondo. Una babele di lingue che si genera raramente. Oggi ci sono 28 alberi che identificano altrettante barche ormeggiate una accanto all'altra, in andana (cioè una a fianco dell'altra) in più file. La convivenza è uno stato naturale e fare conoscenza con gente nuova accade semplicemente, rapidamente. In rada altre 20 barche, alla boa o all'ancora, come noi.

 

Puerto Williams è la municipalità più meridionale del mondo. Si sviluppa intorno alla base navale della Marina, ma ha trovato una propria vita con la nautica e al turismo estremo, trekking e alpinismo. È stata fondata nel 1953 e molti dei nostri appartamenti di città sono più vecchi. Ma qui nel Nuovo Mondo il concetto di "antico" ha altra sostanza.

Il primo nome fu Porto Luisa, dal nome della sorella del missionario inglese John Lawrence. È un paesino di 2.300 abitanti, ma ci si trova tutto il necessario per approvvigionarsi prima di proseguire il viaggio nei canali e verso Horn. C'è da dire che le esigenze dei marinai sono semplici a questo punto del viaggio: un po' di cibo, carburante, un collegamento wifi (l'ultimo per lungo tempo) per rassicurare gli affetti lasciati a casa e scaricare l'ultima carta meteo. Nulla a che vedere con la cosmopolita e allegra Ushuaia, 80 mila abitanti che si muovono solo in auto lungo i venti chilometri di costa occupata dalla loro città!

Puerto Williams ha ancora la lentezza degli avamposti estremi. La gente ti saluta per strada. Dei cavalli sono liberi di brucare accanto alle spiagge. Passare due ore in Capitaneria a riempire moduli si tramuta in una lunga chiacchierata in cui ci si racconta la propria storia e si scoprono interessi comuni.
Siamo arrivati ieri sera e stamane siamo scesi per le procedure di ingresso al paese.

Ora siamo in Cile. Poi ci si è bucato il gommone e questo ci ha un po' complicato la giornata, riducendo la possibilità di movimento dell'equipaggio. Si è alzato un forte vento e ha iniziato a piovere. Questa situazione, che a casa procurerebbe stress alla maggior parte delle persone, qui fa parte delle cose. Ognuno ha trovato la sua maniera di vivere l'attesa. Chi legge, chi fa lavoretti (Alice e Fabio hanno riparato il gommone), Stefano disegna (di lui vi racconterò, perché da solo è tutta una storia!), Gianfranco ha preparato il materiale da pesca e Michele ha montato delle nuove gallocce in coperta. Ora ha smesso di piovere e il vento è sceso da 35 a 5 nodi in pochi minuti. Il freddo intenso del vento artico si è addolcito. La giornata ha trovato un senso e ora siamo tutti intorno a una torta al cioccolato, che Alice ha trovato il tempo di fare e una tazza di tè.

In barca c'è sempre musica. Tutti amiamo la musica e dalla mattina a notte fonda note di ogni genere riempiono dolcemente l'aria. Oggi non succede nulla di speciale. Restiamo qui e aspettiamo domani circondati dalla natura selvaggia del Sud del mondo. Monica prepara un "guiso", una zuppa di lenticchie, carne, verdure tipica argentina. Ceneremo, faremo chiacchiere, berremo una bottiglia di Malbéc rosso e poi, prima di notte, un dito di rhum con un quadratino di cioccolata amara.

Il programma per domani è di partire verso Capo Horn. Ci sono due giorni di bel tempo davanti a noi e poi entrerà una nuova perturbazione che si annuncia estremamente cattiva. Ma la navigazione è stata pianificata in ogni dettaglio e abbiamo delle calette dove proteggerci lungo la rotta. Con un po' di fortuna quando arriverà avremo già passato Capo Horn. Tornare sarà complicato.

Oggi non è successo nulla di speciale, se non che siamo in dieci amici su una barca che naviga in Patagonia in perfetta armonia con l'ambiente e stiamo bene. Molto bene...


Filippo e i ragazzi di Adriatica

Oceano Pacifico del Sud

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