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Il sito di "A Vela nel Parco"

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Il progetto del Nautico

GIONHA porta a bordo gli studenti dell'Istituto Nautico di Livorno.

News dal Nautico di Livorno

I diari del Prof. che ha accompagnato gli studenti a bordo di Adriatica

I ragazzi del Nautico di Livorno

I diari degli studenti saliti a bordo di Adriatica per il progetto "A vela nel Parco".

News dal Nautico di Livorno

21 April 2011 ore 00:00

Il viaggio dei ragazzi dell'Istituto Nautico Cappellini di Livorno a bordo di Adriatica sta giungendo al termine e cominciamo a ricevere i primi diari di bordo di chi ha partecipato a quest'avventura alla ricerca dei cetacei.

Per chi non si ricorda il progetto e per chi vuole rispolverare la memoria, leggete la breve descrizione dell'iniziativa.

Se invece volete vivere il viaggio dei protagonisti, ecco il diario di bordo di uno dei professori che hanno accompagnato i ragazzi!

 

Sono Tiziano Gorini, docente di Lettere presso l’Istituto tecnico Nautico A. Cappellini di Livorno. Dal 3 al 12 Aprile ho avuto la fortuna di accompagnare un gruppo di alunni dell’istituto nella crociera su “Adriatica” nel Santuario del Cetacei, un’attività didattica nell’ambito dei progetti A vela nel Parco e Gionha, il primo avente lo scopo di far conoscere ai giovani le bellezze dell’ambiente marino e costiero nonché il valore della tutela dell’ambiente, il secondo avente anche l’ulteriore scopo di fare l’esperienza dell’osservazione dei cetacei, aiutando un po’ l’attività dei ricercatori scientifici impegnati nello studio e nella salvaguardia della vita di questi affascinanti animali (tra l’altro una mia classe – di cui due alunni, Leonardo e Daniele, erano a bordo – ha svolto una ricerca sui cetacei per Gionha, ricostruendo la storia della balenottera Annie, il cui scheletro ora si trova esposto nella Sala del Mare del Museo di Storia Naturale del Mediterraneo, a Livorno). Mi era amichevole compagno, insieme agli alunni, il prof. Gian Luca Gentili, anima di questi progetti nonché esperto navigatore.

 

Io invece non sono esperto per nulla ed è solo da poco che gironzolo in barca a vela. Perciò sarò sincero: ho quasi implorato Gentili perché mi portasse – proprio me, topo di biblioteca che troppo tardi ha scoperto il fascino della vela - con lui, che mi concedesse la gioia di navigare in alto mare e lungo le coste, in qua e là per il mar Ligure (anche se a noi toscani di chiamarlo “Ligure” proprio non ci va giù, ci pare una sgarbo geografico fatto agli eredi dei Tirreni).

 

Il primo obiettivo è stato certamente raggiunto, poiché i ragazzi sono rimasti entusiasti del mare e delle terre (il Parco delle 5 Terre, il Parco di Portovenere, l’isola di Capraia – con una perigliosa traversata dell’interno che ci ha portati a Cala Rossa - e l’isola d’Elba) che abbiamo visitato e hanno ben compreso quanto sia necessario tutelare questi ambienti; purtroppo, invece,  di cetacei se ne son visti pochi (0 balenottere, 0 capodogli, qualche delfino).

 

Per me è stato un viaggio felicissimo. I  motivi  sono tanti, quindi mi limiterò ad elencarne alcuni. Intanto la compagnia degli alunni, spogliata dai rispettivi rigidi ruoli di docente e discenti, che ci ha consentito di vivere amichevolmente e spensieratamente, finalmente liberi dalle maschere scolastiche. Poi, ovviamente, l’agognata familiarità con la vita di bordo e l’apprendimento dei rudimenti della navigazione a vela, di cui ora posso dirmi un pochinino esperto; ma soprattutto la seduzione del mare, della sua virtù di trasportarti in una dimensione atemporale pervasa di silenzi, di fruscii delle onde e del vento, del lento cigolio delle sartie, che sa donarti una pace interiore.

 

Quindi la gioia della conoscenza di splendidi luoghi che abbiamo visitato, e mi sento in colpa, in quanto livornese, di aver finora ignorato la bellezza dell’Arcipelago Toscano. Talvolta mi sono perfino commosso, come quando ci siamo trovati, al mattino, sotto un tersissimo cielo, in un punto del mare da cui potevo vedere a dritta le coste della Corsica con le sue montagne innevate, a sinistra di poppa la Gorgona, a prua la Capraia, alla sua sinistra l’Elba e ad Est la costa tirrenica; di fronte a tale splendido paesaggio mi veniva da dire, come Faust: “Fermati, attimo, sei bello”.

Infine voglio anche ricordare la simpatia di Mattia e Carlotta, due persone di grande cordialità, con cui è stato facile istaurare un amichevole rapporto, allietandomi della sia pur breve – troppo breve, ahimé – convivenza a bordo.

 

Ma il principale motivo della mia felicità è stato d’aver potuto navigare su “Adriatica” - che io definirei una barca “maestosa” -,  camminare sulla sua tolda, ascoltare il fruscio delle sue vele al vento, tenerne tra le mani il timone e sentirla virare (ma, data la mia inesperienza, anche sbandare) al mio comando. E pazienza se mio figlio intanto mi inviava sarcastici sms appellandomi Capitan Findus e Jack Sparlow, mica lo sa lui che significava per me sta là sopra.

 

Buon vento!

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