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Questa vacanza l’ho fatta con la mia famiglia nell’agosto del 2019. Avevamo cercato una meta non troppo costosa in quanto ad aprile eravamo stati due settimane alle Mauritius e a novembre io andrò in Sipadan (Borneo Malese).  Siamo una coppia di subacquei con una figlia di cinque anni super snorckelista, quindi volevamo una meta dove si potessero fare anche delle immersioni. Dopo una breve ricerca, ci rendiamo subito conto che il Mar Rosso è il posto che risponde alle nostre richieste attuali. In questo periodo non ha il clima più favorevole perché fa caldissimo, ma decidiamo comunque di andare.

 

Troviamo una buona offerta per un villaggio a Marsa Alam. Noi non amiamo i super villaggioni affollati con diverse centinaia di stanze, ma, visto che sono già alcuni anni che non andiamo nel Mar Rosso e che notoriamente è una buona meta per i sub, ci adattiamo e decidiamo di partire. Questo mare è estremamente particolare, oserei dire unico nel suo genere, è stretto e lungo, circondato interamente da deserti. Nella parte più a sud è collegato all’Oceano Indiano mentre a nord è stato costruito il Canale di Suez che lo collega al Mediterraneo. Grazie alla costruzione di questo canale si è creata una delle rotte commerciali più importanti perché ha permesso il collegamento via nave dell’Europa all’Asia, senza dover circumnavigare per forza tutta l’Africa. Da qualche decennio si è sviluppato moltissimo anche turisticamente, grazie ad un patrimonio inestimabile che si trova nelle sue acque, la barriera corallina. Questa è molto importante e preziosa a livello mondiale. Particolarmente ricca di un’infinità di specie di pesci, dai colori vivacissimi, dalle forme più particolari e di qualsiasi dimensione. Anche il corallo è estremamente bello, vivo e colorato. Tutto ciò ha fatto sì che questo mare diventasse una delle mete molto apprezzate dai subacquei e da chi ama la vita marina.

 

Andiamo a Marsa Alam


Prendiamo un volo charter della Neos da Verona, in quattro ore e mezzo siamo a Marsa Alam, dove ci aspettano gli animatori del Bravo Club Fantazia, il nostro villaggio. Arrivati al resort ci danno la stanza, dove mettiamo velocemente i bagagli per poi andare a pranzo. Appena finito di mangiare ci rifugiamo immediatamente nella nostra camera perché fuori ci saranno almeno 45 gradi. Dopo un paio d’ore di relax, usciamo a fare una passeggiata esplorativa per conoscere il villaggio. All’indomani mattina sveglia alle 8.30 e colazione alle 9.00 perché Sveva alle 9.30 vuole iscriversi al mini club. Io e Silvia, avremmo preferito che il nostro cucciolo rimanesse tutto il tempo con noi, ma giustamente, lei si diverte a stare con i bambini. Sveva resta quindi a giocare e fare attività con gli animatori e gli altri bimbi. Visto che siamo rimasti soli cogliamo l’occasione per andare al diving per organizzare qualche uscita sub. Mi rendo subito conto che non organizzano un gran che. Prenoto due immersioni per l’indomani, le farò io. La prima alla mattina all’house reef e la seconda, al pomeriggio in una secca a quindici minuti di barca dal pontile. 

 

Dopo aver mangiato viene da noi. Ormai sono le 14, decidiamo di tornare in camera perché il caldo è veramente infernale. Ma la pausa dura poco, alle 15.30 il mio cucciolo ha il ritrovo con il mini club, dove rimane fino alle 17, quando finalmente torna da noi. Possiamo andare a fare snorkeling tutti e tre insieme. Ci buttiamo dal pontile, la barriera corallina nelle vicinanze purtroppo è un po’ rovinata e poco popolata anche se riusciamo a vedere un bel pesce leone e diversi pesci fra i più comuni. Dopo una ventina di minuti per fortuna facciamo un avvistamento importante, una bella tartaruga. Riusciamo a seguirla per una decina di minuti, si fa avvicinare molto. Ora il sole sta iniziando a tramontare. Torniamo in camera per fare una doccia, poi l’ennesimo appuntamento con gli animatori e gli amici del mini club per cena poi spettacolo di fine serata. Per fortuna che domani faccio immersioni, perché passare una settimana inseguendo il mini club non è proprio il massimo, ma l’importante è che il nostro pulcino si diverta. Dopo aver visto lo spettacolo finale a cui partecipa ovviamente anche Sveva, tutti a letto. Alla mattina mi alzo verso le otto, colazione leggera e poi vado a fare la prima immersione. Partiamo dal pontile, raggiungiamo la profondità massima di ventidue metri. Il corallo è parecchio rovinato e sbiancato, comunque riesco a vedere alcune murene, dei pesci chirurgo, diversi balestra e tre pesci leone oltre a tutti i pesci più comuni tipici del Mar Rosso. È deludente. Speriamo che la seconda sia migliore.

 

Nel primo pomeriggio prendiamo il gommone per raggiungere una secca dove faremo il secondo tuffo. Qui va meglio, il corallo è meno rovinato, colorato e abbastanza popolato. Vedo diverse cernie, alcune murene e oltre al classico pesce di barriera, avvisto anche un bel napoleone, un paio di tartarughe, alcuni carangidi e un grosso barracuda.

Sveva si diverte un mondo al mini club dove passa la maggior parte del tempo, ma vorrei che anche lei facesse qualche bell’esperienza scoprendo le meraviglie che hanno reso il Mar Rosso famoso. Quindi, tornato al villaggio, vado al diving e prenoto un’immersione per domani pomeriggio che farà Silvia e un’uscita snorkeling che faremo io e Sveva nello stesso sito. Quindi usciremo in gommone tutti e tre insieme. Anche oggi è passato, finito lo spettacolo serale dei bimbi tutti a letto. Alla mattina colazione e corsa ad accompagnare il pulcino al club. Non posso credere che tutta la barriera corallina sia così rovinata. Voglio andare sul pontile per chiedere al bagnino dove posso trovare una zona migliore e meno distrutta da esplorare. Mi consiglia di uscire dal villaggio seguendo la spiaggia per oltre mezzo chilometro dalla parte opposta del pontile. Lì troveremo un passaggio che ci permetta un ingresso agevole al reef, poi dobbiamo nuotare verso il villaggio. Visto che Sveva ci ha abbandonato, io e Silvia decidiamo di provare questa esplorazione. In effetti il bagnino aveva ragione, qui ho trovato il corallo decisamente più colorato, bello e popolato da molta vita marina tipica della zona. Notiamo subito che questo tratto di barriera viene raramente frequentato dai turisti, quindi si vede che non è danneggiata dall’uomo. Entriamo in acqua e ci dirigiamo verso la pass che ci permette di uscire dal reef. È il momento della bassa marea, pur facendo il passaggio, l’acqua sotto di noi è veramente bassa. Nuotiamo con difficolta per non toccare e sfregare contro il corallo, con molta attenzione riusciamo a raggiungere il blu. La nuotata per tornare al villaggio è molto lunga e faticosa ma fortunatamente abbiamo la corrente a favore che ci aiuta. È stata una bella faticata ma ne è valsa la pena. Abbiamo visto diverse anemoni abitate dai pesci pagliaccio, alcuni pesci scorpione, cernie, murene, pesci palla, tre razze maculate oltre a tutti i pesci tipici del reef.


Purtroppo abbiamo trovato anche una discreta quantità di plastica che abbiamo raccolto. Nel pomeriggio, verso le 3 partiamo tutti con il gommone. Silvia si immerge mentre io e il mio pulcino la seguiamo dalla superficie facendo snorkeling. Sveva si diverte molto a vedere mamma sott’acqua. Ma la cosa che la entusiasma maggiormente è l’incontro con due tartarughe. In realtà sono loro che si avvicinano tantissimo a noi, quasi da venirci addosso, sembra vogliano giocare. Ormai è passata un’oretta ed è il momento di tornare alla base. Il gommone recupera prima noi poi i sub. Anche Silvia, come me, rimane delusa dall’immersione, quindi decidiamo entrambi di non farne altre. Comunque voglio trovare qualcosa da fare tutti e tre insieme che valga la pena. Torno al diving dove mi propongono due escursioni in gommone. Sono molto scettico, ho l’impressione che siano quei trappoloni per turisti ma decido comunque di accettare. La prima, l’indomani, per fare snorkeling con il dugongo. La seconda il giorno dopo ancora, per nuotare nella baia dei delfini. Per queste due escursioni, abbiamo cercato di non creare troppe aspettative a Sveva in modo che, se non si dovesse vedere nulla, comunque non rimanga delusa. Ma è ugualmente gasatissima, come dice lei, “carica a bomba”. Dopo aver prenotato le uscite torno al villaggio e scopro che questa sera il mini club fa la serata tipica egiziana. 

 

Dobbiamo procurare subito un abito locale e portarla al mini club per fare le prove. Il negozio del villaggio affitta i costumi, ne troviamo uno che ci piace particolarmente, quindi decidiamo di comperarlo. È nostra abitudine comperare dei vestiti locali come ricordo dei luoghi che visitiamo. Sveva dopo aver cenato con gli amichetti, torna con loro al teatro per le ultime prove. Noi ci facciamo una veloce passeggiata sulla spiaggia per poi raggiungerla e vederci lo spettacolo. Sveva è emozionata di ballare in pubblico ma è felicissima e direi anche molto brava. Poco dopo le undici, per fortuna, siamo già a letto.


Alla ricerca del dugongo


Alla mattina ci alziamo presto, colazione veloce e poi via al diving. Lì, un pulmino ci aspetta per portarci nella baia di Hermes, da dove partiremo con un gommone alla ricerca del dugongo. 

Questo è un grosso mammifero che si nutre di alghe. Per questo motivo viene anche chiamato mucca di mare. I navigatori del passato spesso raccontavano storie di incontri con le sirene, in realtà si pensa che vedessero i dugonghi. Essendo dei mammiferi, le femmine allattano in superficie a pancia in su, dalle mammelle che si gonfiano assomigliando al petto di una donna. Inoltre si pensa che i capelli lunghi delle sirene, in realtà, fossero delle alghe che gli rimanevano sulla testa quando mangiavano e i canti che sentivano fossero semplicemente i richiami di questi strani animali. Cominciamo a navigare lentamente avanti e indietro cercando di avvistarlo. Dopo mezzora ancora niente, iniziamo a perdere le speranze, inoltre ci sono i primi che cominciano a soffrire il mal di mare, compresa Sveva anche se non si lamenta. Dopo tre quarti d’ora quando tutti pensavamo che sarebbe andata male, eccolo! Le guide lo vedono. Ci avviciniamo ad una decina di metri da lui, poi ci fanno tuffare per seguirlo. Cerchiamo di nuotare più forte che possiamo, ma dopo pochi minuti, si allontana troppo. Risaliamo in gommone per riavvicinarci e poi di nuovo giù all’inseguimento. Questa volta va meglio siamo riusciti, nuotando velocissimi, ad avvicinarci tantissimo quasi da toccarlo. L’abbiamo seguito per parecchio tempo. Ci saranno circa 4/5 metri d’acqua, lui scende sul fondo per mangiare ed ogni qualche minuto risale in superfice per respirare. Questo è il momento dove lo vediamo meglio. Sveva è coraggiosissima, mentre mangia, siamo riusciti a superarlo, in questo modo, nel momento che è risalito per prendere aria ce lo siamo trovato a pochi centimetri davanti a noi.

 

È bellissimo, ci divertiamo un mondo anche se è molto faticoso. Lui non sembra minimamente infastidito da noi forse perché siamo in pochi, non cerchiamo di toccarlo e non esageriamo nell’avvicinarci. Ora è il momento di tornare verso la base. Durante il tragitto ci fermiamo per fare una ventina di minuti di Snorkeling sul reef. Io e Sveva siamo troppo stanchi quindi rimaniamo a bordo, invece Silvia scende. Mentre aspettiamo in barca, il mio pulcino inizia a parlare e scherzare con il barcaiolo, raccontandogli gasatissima l’esperienza appena fatta. Alla fine lui le regala un braccialetto come premio perché in acqua è stata bravissima. Poi rientriamo al villaggio per pranzo. Nel pomeriggio mini club e spiaggia. Alla sera appena dopo il solito spettacolo dei bimbi, tutti a letto.

 

Il bagno nella baia dei delfini


Anche questa mattina facciamo colazione un po’ prima perché abbiamo il secondo appuntamento al diving. Lì ci attende il solito pulmino che, con un breve trasferimento, ci porta alla spiaggia dove ci imbarchiamo sul gommone per raggiungere Dolphins House. Oggi è la giornata nella quale, se siamo fortunati, dovremmo nuotare con i delfini. Speriamo! In questa escursione raggiungeremo Dolphins House, un reef a forma di ferro di cavallo, che va a creare una baia sommersa. Grazie a questa sua particolare conformazione è un luogo ideale dove trovano protezione tantissimi delfini.

 

Appena imbarcati inizia subito il briefing che ci spiega come si svolge l’escursione. Noi non possiamo entrare fisicamente nella baia. Davanti all’ingresso è posizionata una prima fune che indica il limite invalicabile per noi, mentre, a circa cento metri più indietro da questa, ne è posizionata un’altra che indica il divieto d’accesso per le barche. Queste due cime delimitano l’area dove possiamo nuotare noi. Dopo pochi minuti di navigazione arriviamo al limite della corda esterna, ci tuffiamo, ma non si vedono pinne di delfini nella laguna, penso subito che non vedremo nulla. Nuotiamo per alcuni minuti poi ci fanno risalire a bordo. Ci spostiamo di un centinaio di metri poi, all’improvviso, ecco, un branco enorme di delfini arriva dal mare aperto verso di noi per entrare nella baia. Arriva immediatamente l’ordine del barcaiolo “tuffarsi, tuffarsi subito in acqua e seguire le guide”. Così abbiamo fatto ed eccoli, iniziano a passarci sotto, a pochissima distanza, sono tantissimi. Che spettacolo! Sveva è esaltata, nuota veloce come un aliscafo.

 

Li segue, ma impazzisce letteralmente, quando viene raggiunta da due delfini che quasi la sfiorano poi si mettono a nuotare lentamente a 3/4 metri sotto di lei pancia a pancia toccandosi con i musi, sembra che si bacino. Dopo una decina di minuti, spariscono. Ci fanno risalire sul gommone, ma poco dopo rieccoli, quindi giù di nuovo. Lo spettacolo si fa ancora più grandioso. Sono aumentati di numero, le guide dicono che è rarissimo vederne così tanti. Sono sicuramente più di cento. Ti passano vicinissimi ed alcuni fanno dei tuffi piroettanti fuori dall’acqua. Non riesco più a tenere Sveva, è piena di adrenalina, mi scappa a destra e a sinistra, fatico a seguirla. Ora si emoziona soprattutto vedendo le mamme che nuotano vicino ai loro cuccioli guidandoli ed accompagnandoli, sono tenerissimi. Dopo diversi minuti ci abbandonano.

 

Solita risalita sul gommone e poco dopo ancora giù perché ricompaiono. Io non ho quasi più fiato ma il mio pulcino è instancabile, quindi andiamo all’inseguimento. In realtà questa volta nuotiamo con tranquillità perché sono i nostri amici cetacei che vanno avanti, indietro, sotto e attorno a noi, quindi non è necessario inseguirli.  Cosi passiamo quasi una mezzoretta in acqua prima che se ne vadano all’interno della baia. Risaliamo sul gommone perché è giunta l’ora di tornare a terra. Sveva non è d’accordo vorrebbe rituffarsi, si lamenta con noi e il barcaiolo, ma ormai non c’è più tempo. Mentre torniamo le guide ci dicono che siamo stati fortunatissimi a vederne così tanti e che si avvicinassero molto a noi quasi da farsi toccare. Sveva è entusiasta e curiosa, non smette più di farmi domande, quindi le faccio una mini lezione su questi magnifici animali. Riceve anche i complimenti dalle guide perché è stata bravissima, a differenza di altri che sono stati richiamati più volte perché non seguivano le direttive. Torniamo giusto in tempo per il pranzo. Poi riposino in camera per sfuggire al caldo infernale.

Nel pomeriggio Mini Club per Sveva e spiaggia per noi fino alle 16.30 poi bagno in mare tutti e tre insieme. Dalla spiaggia si vedono dei ragazzi che si tuffano dal pontile, ovviamente cosa vuole fare il mio pulcino? Buttarsi anche lei, ma è molto alto, c’è un salto di circa tre metri. Per sicurezza le mettiamo il giubbetto salvagente poi in un attimo si è già lanciata senza paura. Passiamo il resto del pomeriggio guardando lei tuffarsi in acqua. Al tramonto vado al diving per pagare, ma visto la buona riuscita delle due escursioni, mi faccio convincere per fare altre due immersioni. 

 

Ultime immersioni della vacanza


All’indomani, mi alzo presto colazione e appuntamento sul pontile, da dove parto con il gommone per raggiungere ed esplorare un pinnacolo in mare aperto. Arrivati lì mi butto per raggiungere la profondità di 28 metri. Avvisto subito un bell’esemplare di squalo pinna bianca, cerco di avvicinarmi per fargli qualche foto, ma si allontana velocemente. Poi inizio una lenta risalita esplorando la parete. Non è male ma niente di eccezionale, ricca di pesce di barriera, con qualche carangide e un paio di tonni di passaggio nel blu.

La seconda immersione è sempre su questo pinnacolo, ma dal lato opposto. Questa è particolarmente adatta per chi ama la fotografia macro perché, oltre al solito pesce, si possono ammirare diversi piccoli abitanti che popolano la barriera come: nudibranchi coloratissimi, granchietti e gamberetti dalle forme e colori più strani. Avvisto anche un bel paguro bernardo. Ma io, alla fine, a pochi metri dalla superficie, mi diverto a fare qualche bello scatto ad uno scorfano perfettamente mimetizzato con il corallo.

Rientro giusto in tempo per il pranzo. Oggi pomeriggio il mini club ha chiesto ai genitori di partecipare ai giochi con i propri figli. Quindi saremo impegnati anche noi con Sveva. Ormai la vacanza sta volgendo al termine è rimasto un solo giorno che lo passiamo tranquilli fra piscina, mare e mini club. 

Torniamo in Italia dopo una settimana. Anche se non è il tipo di vacanza che amiamo, siamo comunque soddisfatti. Nuotare con i delfini è sempre una grande emozione, inoltre sia per Silvia che per Sveva è stata un’esperienza completamente nuova vedere e nuotare con il dugongo. Ma la cosa più importante è aver potuto condividere tutti e tre insieme queste stupende esperienze. L’unica cosa di cui mi rammarico molto è aver visto che la barriera corallina non viene né rispettata né salvaguardata, rovinandola sempre di più. Senza considerare che la vita delle barriere coralline dipende da un delicatissimo equilibrio che, per salvarle, deve essere preservato in qualsiasi modo. Da loro dipende il futuro di tutti i mari. Io spero e penso che Sveva, grazie a queste esperienze e alle mie spiegazioni, abbia capito il valore e l’importanza delle barriere coralline per la vita dei mari di tutto il mondo.


 Paolo Ghidotti

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