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Le mie emozioni nell'Oceano Atlantico

11 November 2013 ore 16:00

di Gianfranco Nalin, pigafettiano.


Ecco un uomo sui 50 anni passati tra famiglia e lavoro, felice di sé e della sua vita, tra un amore due figli e una gatta, questo è il suo mondo. 

Si sveglia una mattina e si trova circondato dal blu, dolcemente dondolato, cullato dalle lunghe onde. E' solo, in compagnia di un gruppo di compagni di avventura. Compagni in un antico sogno, attraversare l'Oceano Atlantico in barca a vela. È un sogno nel cuore di molti, ma un sogno che pochi possono realizzare.

Lui sa d'essere fortunato può vivere quest’esperienza e portarla sempre con sé per il resto della sua lunga vita, è felice ed elettrizzato, nel cuore si sente come un adolescente timoroso ma attratto dall’ignoto. Che sensazione meravigliosa, che brivido, che odore di libertà! Il sangue pulsa più velocemente nelle vene, il cervello non ricorda più chi è, vive il momento, è attento a tutto, è presente, è un uomo senza passato, è un uomo che vive il presente ed è pronto per il futuro, si sente vivo, vivo, vivo.


Le ore passano tra accudire, coccolare, sorvegliare e portare la barca. 25 metri di barca, non è uno scherzo, è piccola ed è enorme a seconda dell’attimo, del momento, del soffio del vento, dell’onda, del sole, della pioggia, del battito del suo cuore.

Il viaggio prosegue tra cielo e acqua, tra sole e vento. Tra piccoli e grossi contrattempi il gruppo inizia a conoscersi e a contare gli uni sugli altri, anche se è inevitabile in una comunità dove vi sono coppie avere dei gruppi dominanti, dopo qualche contrattempo e qualche brivido di troppo si è formato un team. I contrattempi ci sono stati e ci saranno ancora: pezzi che si rompono, acquisti prolungati, tempi dilatati,venti deboli, desalinatore guasto, vela strappata, venti forti, venti inesistenti, calma piatta.

Lui, il nostro uomo che aveva previsto un viaggio di 15 giorni, si trova a guardare il cielo, le stelle, dentro di se, pensare a ciò che veramente e importante nella vita a cosa ci fa in mezzo all’Oceano. Poi emette un grido e urla: "Wow! ...è fantastico, è meraviglioso, veramente difficile spiegare a parole quello che si prova ad essere in mezzo al nulla ed essere immersi nel cielo e nel mare, consapevoli di essere piccoli piccoli ma grandi grandi e di avere dentro di sé un fuoco che arde, è il fuoco dell’avventura e non vorresti essere da nessuna altra parte all’infuori di lì".


Ormai sono passati i giorni prestabiliti, ma si sa, quando si è in balia degli elementi non si può mai dare dei tempi 10, 15, 20, 25 giorni... dai calcoli, dai venti sembra che manchi ancora una settimana ad arrivare a destinazione, se mare e venti li aiutano. Le ore passano lente, quanti pensieri, quante idee, quante emozioni, quanti brividi, quanti odori, quante sensazioni, quante paure, quante nostalgie, quanti dubbi, quante meraviglie. La sorpresa di essere consapevole, di essere vivo ora in mezzo al nulla, così piccoli, cosi indifesi di fronte alla immensa forza, dell’ignoto e dell'Oceano. 

Il pensiero corre a chi, molto tempo fa, prima di loro ha fatto questa esperienza senza una meta prestabilita senza i mezzi senza i supporti di adesso e magari senza sapere e sentire il calore di qualcuno a casa che li aspetta...


Gianfranco

Commenti

Non è facile trasmettere delle emozioni ma Gianfranco, ci sei riuscito. Capisco come ci si può sentire tanto piccoli in mezzo all'Oceano ma grandi dentro per la felicità che si prova vivendo quel momento di avventura.

inserito da Anette il 25/11/2013 alle 16:33

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