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Le banane del commercio equosolidale

16 February 2007 ore 12:00

L'Ecuador, assieme alla Costa Rica, è il principale paese esportatore di banane. La zona di Machala, in particolare, è considerata la "capital mundial del banano". Le banane costituiscono la quarta coltura alimentare al mondo (dopo riso, grano e mais) ed il primo mercato di esportazione in volume (14 milioni di tonnellate esportate nel 2002).


La produzione delle banane è caratterizzata da elementi peculiari. Innanzitutto dall’ampio uso di fertilizzanti chimici e, quindi, dall’elevato impatto ambientale della coltivazione; quindi dall’elevata intensità di mano d’opera utilizzata nella produzione, con alti livelli di sfruttamento dei lavoratori nel Sud del Mondo ed il trasferimento del grosso del valore aggiunto del prodotto finale al Nord. Da ultimo, ma non per ultimo, da una filiera produttiva integrata verticalmente, costituita da un oligopolio di cinque imprese multinazionali, che controllano il 70% del mercato d’esportazione e l’82% di quello di importazione, e che gestiscono direttamente tutta la logistica. In questo contesto, nel 1996, l’organizzazione non governativa olandese Solidaridad favorisce la nascita di una compagnia d’esportazione compartecipata al 50% da 14 piccoli produttori indipendenti di banane. Nel 1997 nasce l’Associazione di Produttori di Banane El Guabo. Oggigiorno, El Guabo è un consorzio formato da 15 Agroartesanales, associazioni che raccolgono 350 piccoli produttori organizzati su base territoriale, che produce commercializza le banane equo e solidali di Altromercato.

A sua volta El Guabo è socio, assieme ad altre organizzazioni di piccoli produttori di Africa e di America Latina, di Agrofair, società europea di importazione della frutta fresca equo e solidale partecipata, in eguali quote, anche da Altromercato e da altri distributori europei. Altromercato paga a El Guabo il prezzo equo di 8,25 dollari il cartone - 18 chili - di banane a lotta integrata, ovvero prodotte secondo uno stringente protocollo di difesa ambientale, e 10,50 dollari il cartone di banane da agricoltura biologica. Di questo prezzo, il piccolo produttore socio di El Guabo riceve direttamente 4,50 dollari per le banane a lotta integrata, e 6,70 dollari per quelle biologiche (esclusi i costi accessori per i materiali di imballo) e beneficia, al pari di tutta la comunità dove vive, di altri investimenti in campo sociale ed ambientale. Per avere un termine di paragone, è utile ricordare che il prezzo ufficiale fissato dal governo ecuadoregno per un cartone di banane - che può variare da un anno all’altro - si aggira sui di 3 dollari, ma quello realmente pagato dalle multinazionali è estremamente fluttuante e, tranne pochi casi, non supera quasi mai i 2 dollari.

Altromercato, oltre a pagare le banane ad un prezzo decisamente superiore rispetto a quello reale di mercato, riconosce un premio di commercio equo e solidale di 1 dollaro il cartone. Di questi soldi, 20 centesimi vengono pagati direttamente alle associazioni Agroartesanales, per la realizzazione di progetti che beneficiano l’intera comunità, ed il resto restituito ai soci sotto forma di investimenti in campo sociale. In campo sociale, in dieci anni di attività, El Guabo ha favorito la costituzione di quattro organizzazioni sindacali di lavoratori; ha messo a disposizione dei lavoratori l’iscrizione al sistema pubblico di assistenza sociale; paga una visita medica all’anno ai lavoratori, svolge corsi di salute preventiva e mette a disposizione medicinali essenziali; fornisce un paniere di beni di primo consumo del valore di 30 dollari per i lavoratori iscritti nelle associazioni Agroartesanales...

...paga un buono per i figli dei soci da investire nell’acquisto di materiale scolastico. Inoltre, grazie all’affermazione del commercio equo e solidale anche in Italia, El Guabo ha costruito due dispensari medici; paga il salario di quattro maestri in tre unità educative rurali della zona; ha costruito un pozzo per la captazione di acque sotterranee atte al consumo umano; ha svolto vari corsi di formazione nel campo dell’organizzazione, della leadership, del primo aiuto medico e dell’informatica; ha messo a disposizione un fondo di microcredito a beneficio delle spose dei soci per lo sviluppo di piccole attività produttive su scala locale; ha organizzato vari eventi sociali, culturali e ricreativi (giornata sportiva, proclamazione di Miss El Guabo...). A livello economico, infine, il pagamento di un prezzo equo per le banane de El Guabo si trasforma in una remunerazione di 50/ 55 dollari per i lavoratori salariati, a fronte di un salario medio nel settore che raggiunge appena i 30 dollari.

 

Chi è CTM Altromercato

Fondato nel 1989, CTM Altromercato è la principale organizzazione di fair trade presente in Italia: un consorzio composto da 130 cooperative e organizzazioni non-profit che promuovono e diffondono il commercio equo e solidale attraverso la gestione di 350 negozi “Botteghe del Mondo”, diffuse su tutto il territorio italiano.

Il commercio equo e solidale è una partnership economica basata sul dialogo, la trasparenza e il rispetto. Un processo che mira a sviluppare e garantire una maggior equità tra Nord e Sud del mondo. In linea con questi principi, Ctm altromercato instaura rapporti commerciali diretti con 150 organizzazioni di artigiani e contadini in 40 paesi di Africa, America Latina, Asia. Garantisce l’importazione dei prodotti a prezzi equi per valorizzare i costi reali di lavorazione e permettere una retribuzione dignitosa del lavoro, assicura trasparenza nei rapporti di cooperazione e continuità nei rapporti contrattuali, sostiene attivamente la coltivazione biologica e promuove progetti di auto-sviluppo sociale e ambientale. La gamma dei prodotti Altromercato si compone di articoli di artigianato etnico, prodotti alimentari, una linea di cosmesi naturale, una linea di abbigliamento per bambini in cotone biologico. I principali prodotti sono presenti oggi anche in punti vendita della grande distribuzione, negozi di alimentazione naturale, bar ed erboristerie.

 

Altromercato

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