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La parola a Nadia

10 February 2009 ore 12:00

Nadia, endocrinologa e diabetologa al Fatebenefratelli di Milano, è la compagna di Simone, il Comandante di Pasaya, impegnata sulla rotta tra Genova e Phuket in Thailandia. Lei è rimasta a terra a continuare il suo lavoro e ad aspettare il ritorno di Simone. Le abbiamo rivolto alcune domande per meglio comprendere lo stato d'animo di chi... rimane nonostante una parte di sé è per mare.


Velisti per Caso: Nadia, come vi siete conosciuti tu e Simone?

Nadia: In barca, al mio primo viaggio. Lui era lo skipper. Notte stellata andando alla Capraia da La Spezia. Al ritorno mare bello formato, un po' di paura (e anche un po’ di mal di mare!). Ma ho imparato subito a fidarmi di lui...


VpC: Anche tu una velista, dunque...

Nadia: Un'appassionata passeggera, sulle prime. Io ero una montanara fino a qualche anno fa. Poi ho fatto corsi di vela con Simone, che si sente soprattutto un istruttore, più che uno skipper. Insieme abbiamo fatto tante miglia, in Grecia, alle Grenadine, in Tunisia, in Corsica e poi un meraviglioso viaggio da Port Frejus a Palermo, tutta una tirata, nel giorno del varo della bella Faamu-Sami, un First 36.7.


VpC: Cosa ti piace della vela?

Nadia: Soprattutto le barche, come oggetti, come manufatti. Mi piacciono molto gli Swan, gli X-Yacht, ma più in generale le barche di legno, che so che sono costosissime e difficili da mantere, ma hanno un fascino e un’eleganza tutta particolare. Siamo amici di Vincenzo Onorato e credo che Mascalzone Latino, un ketch disegnato da Sprakman & Stevens, sia la più bella barca in circolazione sotto i 70 piedi. E poi naturalmente Faamu-Sami, che è un First veloce ed elegante anche senza essere una barca da ricchi. 


VpC: Che ne pensi della navigazione invernale? Preferisci l’estate?

Nadia: Mi piacciono tutte e due, per motivi diversi. Dell’inverno mi piacciono i colori, l’aria, il vento più teso. D’estate amo l’aspetto goliardico della barca, lo stare insieme all’aperto, gli aperitivi e le cene in rada, il fatto di viaggiare nel sole. Adoro vedere i delfini e ormai, da quando hanno proibito le reti derivanti, se ne vedono sempre di più.


VpC: E di questo viaggio in Thailandia che impressioni hai?

Nadia: Una gran voglia di essere a bordo, ma soprattutto sono contenta perché so che Simone ci tiene molto, che ha sempre amato rotte come questa. Lui ama viaggiare in barca, non tanto e non solo andare a vela. Il bello sarà comunque seguire il viaggio giorno per giorno sul blog.


VpC: Senso di lontananza, paura per lui, quali sono le sensazioni prevalenti per chi resta a casa?

Nadia: Paura no, perché so come naviga, so che mette sempre la prudenza e la sicurezza prima di ogni altra cosa. Senso di lontananza ce ne sarà, però verrà mitigato dai contatti che avremo, dai racconti, da quello che leggerò, dalle immagini che vedrò. E poi quando Simone naviga penso sempre che sia un pre-viaggio, una sorta di avanscoperta in luoghi belli dove poi andremo insieme. Anche questo, tutto sommato, è un vantaggio.

 

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