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La libera Università Glu Glu

22 June 2002 ore 20:00

Corpo di mille bombarde! passato il punto centrale del viaggio, ovverosia la metà della rotta, si entra in acque placide anche troppo.

Da quando ho scoperto che ad ogni rollata non corrisponde un affondamento, nè ad ogni scricchiolio uno squarcio nella carena, percepisco la nave come una specie di palla che ruota sull'acqua e quindi non affonda. Una barca con delle pinne, come gli anelli di Saturno, che la tengono stabile. Allora mi diverto assai a rimbalzare, come forse si faceva da fanciulli. Oplà destra, oplà sinistra. Bordo e ribordo, come a biliardo.

 

A parte questo, entro in confidenza con l'equipaggio, la tripulacion. Il capitano è un uomo che la sa lunga, egli ha lo sguardo d'acciaio. Ogni dì si rade sul ponte e si rasa il terribile cranio pelato. E quindi se lo scotta e gli vengono delle gran chiazze. Allora lo sguardo d'acciaio si trasforma in uno sguardo d'acacia. E mette dei curiosi cappelli a tesa larga, di paglia, sfrangiati. Sembra un paralume di mare: ma forse sta cambiando foggia per misteriosa sintonia con le sensuali isole Marchesi, che da lunge emanano i loro invisibili profumi. Lo stesso Capitano ha delle modificazioni strane: ha smesso di bere birra, e da qualche giorno mangia solo degli enormi cetrioli, divisi in cinque pezzi. Io che voglio diventare un vero uomo ne ho chiesto uno simile alla cambusiera, e l'ho mangiato con lo sguardo fisso alle nuvole, oscillando, come fa lui. Dopo il primo spicchio ho restituito il cetriolo, che mi è rimasto sullo stomaco per due giorni.

Il sole batte a picco e tutti mi dicono di mettere il cappello ma io sto benissimo. Ieri in un momento di calma piatta e silenziosa ho afferrato il timone e così, per simpatia, ho dato un grosso giro alla ruzzola: oplà! la barca si è come impennata le vele hanno perso l'equilibrio e si sono scaruffate, abbiamo straorzato e tutti sono ruzzolati per terra picchiando qui e là sugli spigoli aguzzi. Tutti si sono divertiti molto: il capitano mi ha fatto legare all'albero e mi ha frustato a sangue. Adesso sono un vero marinaio. Hanno detto che se continuo così mi fanno fare anche il giro di chiglia, che deve essere un'isola. Chiglia, che luogo arcano, già mi piace. 

Patrizio, detto per la sua capigliatura l'Hemingway di Pegognaga, sostiene che io di notte russo. Ma che non gli da tanto fastidio. Anche lui russa, ma non mi da molto fastidio. Stamani mattina ci siamo svegliati tutte e due con delle mollette da panni attaccate al naso. L'equipaggio ci adora.

Ho fondato la Galleggiante Libera Università, la GLU GLU, due volte come usa qui tra i Maori. Affronteremo varie discipline in lunghi dibatti ti sul tavolo del pozzetto. L'equipaggio mi sembra entusiasta. L'Ammiraglio Vanni mi ha anche tirato dietro un libro, quando gliel'ho detto. 

Il mare ha già un colore più Maoro, si sente che siamo vicini alle isole di Gauguin. I miei pennelli fremono (ho portato dei pennelli, ma li ho nascosti perchè so che alcuni stanno cercandoli per spezzarmeli). Non è più quel mare da dinosauri delle Galapagos, l'acqua comincia ad essere quella di Corto Maltese.

A presto! ora devo interrompere. Mi mandano giù di sotto a controllare la caldaia del motore. Devo stare lì' tre ore. E' un lavoro molto difficile, fa anche molto caldo: dicono tutti che ci vuole uno con una tempra da vero marinaio per fare quel servizio.

Chi meglio di me? Hanno capito con chi hanno a che fare, eh eh. Corro!

 

Davide Riondino

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