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L'Italia deve riscoprire il mare e la vela!

10 April 2013 ore 12:00

Tra i primi sostenitori e promotori del progetto Pigafetta 500 c'è la Lega Navale Italiana, una grande collaborazione per questo giro del mondo, che ha sia una vocazione socio-antropologica e culturale, che velico-sportiva... proprio come la Lega Navale! Di seguito la chiacchierata che abbiamo fatto con Ennio Abate, presidente delegato per il Triveneto della LNI, che ha presenziato personalmente alla partenza di Adriatica da Venezia lo scorso 7 settembre e, da allora, continua a seguire attentamente il nostro viaggio...



VPC: Iniziamo da molto lontano: "chi è" e che cosa fa la Lega Navale Italiana?


Ennio Abate: Nel lontano 1897 alcuni illuminati uomini di mare provenienti dalla Marina Militare si resero conto che i problemi di carattere culturale, storico, economico, sociale, riguardanti le attività marittime erano scarsamente conosciuti in un paese come il nostro, praticamente circondato dal mare e che sul mare aveva fondato la propria storia.

Presero allora la decisione di costituire un’Associazione che avesse lo scopo di “diffondere nel popolo italiano, in particolare tra i giovani, lo spirito marinaro, la conoscenza dei problemi marittimi, l’amore per il mare e l’impegno per la tutela dell’ambiente marino e delle acque interne, agli effetti della partecipazione dei cittadini allo sviluppo ed al progresso di tutte le forme di attività nazionali che hanno nel mare il loro campo ed il loro mezzo di azione”.

La Lega Navale quindi, nelle sue duecentocinquanta strutture periferiche e mediante l’attività volontaristica di oltre cinquantamila soci, sviluppa iniziative promozionali, culturali, naturalistiche, ambientalistiche, sportive e didattiche idonee al conseguimento degli scopi sopra enunciati; promuove e sostiene la pratica del diporto e delle altre attività nautiche; promuove e sviluppa corsi di formazione professionale.



VPC: Veniamo al giro del mondo di Pigafetta 500: il progetto coinvolge e attiva tanti diversi circoli velici. È questo il suo valore aggiunto?


Ennio Abate: Il valore principale del progetto consiste, a mio avviso, nella sua stessa idea: rendere omaggio a Pigafetta, il primo italiano a fare il giro del mondo, ripercorrendo una ad una tutte le sue tappe e annodando contatti con le molte comunità di italiani che saranno visitate lungo il viaggio. La partecipazione all’iniziativa di diversi circoli nautici della Lega Navale e di altre benemerite Associazioni veliche, più che un valore aggiunto (e sicuramente lo è) costituisce la indispensabile premessa: senza la loro intuizione, il loro apporto ideale, umano, tecnico, la loro esemplare collaborazione, il coraggio nell’affrontare possibili difficoltà anche in termini di rischio, il progetto non avrebbe certo potuto decollare.



VPC: I grandi navigatori come Magellano e Antonio Pigafetta sono ancora oggi un esempio di grande coraggio e voglia di muoversi: senza certezze e (quasi) senza mappe partivano all'avventura ad altissimo rischio non ritorno. Un po' di questo spirito deve aver contagiato l'associazione Pigafetta 500, che ha messo in piedi il giro del mondo in un periodo di risorse scarse e preoccupazione diffusa... È per questo che la Lega Navale è stata fin da subito tra i primi e più partecipi promotori e sostenitori del progetto?


Ennio Abate: Per aspera ad astra, recita un antico adagio. Non si raggiungono obiettivi importanti se non esponendosi in prima persona ed affrontando i possibili conseguenti rischi. I grandi navigatori questa intuizione l’avevano nel sangue (oltre ad una giusta dose di ambizione) e di ciò diedero esempio e diretta testimonianza. Questo spirito, che è alla base del progetto, è emerso chiaramente dalle dichiarazioni rilasciate dagli ideatori del viaggio in occasione della partenza di “Adriatica” da Venezia. E lo stesso spirito contraddistingue le iniziative della Lega Navale Italiana: non poteva quindi mancare la sua entusiastica e fattiva collaborazione.



VPC: Tra gli obiettivi dell'impresa c'è anche il desiderio di contribuire alla diffusione della vela in un paese -l'Italia- in cui ancora non è così praticata e conosciuta, nonostante i 7mila km di coste. Pensa sarà utile?


Ennio Abate: L’Italia è quasi un’isola, circondata com’è dal mare con la sola eccezione della parte alpina. E’ pertanto evidente che un più diretto approccio con il mare, con le sue risorse, con le sue potenzialità di carattere economico, turistico, diportistico, è fortemente auspicabile. Non si tratta quindi solo di promuovere lo sport della vela, certamente importante per dare soprattutto ai giovani occasioni di impegno sportivo e di sano svago, ma di riconsiderare in maniera appropriata l’”universo mare” per ripercorrere le nostre radici storiche e per assicurare un utilizzo sostenibile delle sue risorse.



VPC: Consigli di viaggio per i velisti per caso che parteciperanno alle prossime tappe, ce ne sono?


Ennio Abate: Approfittate minuto per minuto di questa irripetibile occasione che state vivendo. Godete del mare, del sole, del vento, delle notti silenziose, dei momenti di navigazione rilassata e sappiate essere un vero team nei trasferimenti più impegnativi: è una grande lezione di marineria quella che avete la fortuna di praticare! Soprattutto godete delle bellezze naturali, ambientali, artistiche che saranno a vostra esclusiva disposizione e non mancate di intessere relazioni con le varietà di popolazioni che avrete la fortuna di incontrare, a cominciare dai nostri connazionali.



VPC: Parteciperà personalmente a qualche tappa di questo giro del mondo? Qual è la tappa più entusiasmante?


Ennio Abate: Purtroppo non mi sarà possibile prendere parte al viaggio. Avrei tanto desiderato doppiare Capo Horn!


 

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