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Il tonno è un pesce!

19 February 2002 ore 21:00

Diario del mattino


Anche stamattina, alle sei: “Patrizio, subito in coperta!” urla Cristoforo. Butto all’aria la coperta (nel senso del plaid) e corro su per la scaletta, assonnato. In navigazione non c’è mattina in cui un disgraziato possa poltrire cinque minuti. Cino, che non dorme mai, stavolta ha avvistato un capodoglio. O, almeno, Cristoforo che consulta il libro dei cetacei, così ha decretato. Infatti il soffio non era verso l’alto ma in avanti, e subito dopo si è vista una gobba. Mi stavo stropicciando gli occhi che il bestione è ricomparso, trecento metri dalla barca.

 

Ho appena fatto in tempo a vederlo. Paolino non ha fatto in tempo a filmarlo. Siamo rimasti ancora un quarto d’ora a scrutare il mare. Niente. Probabilmente si era immerso a pescare. Va beh… fanculo anche il capodoglio. Colazione a base di the e creakers. Ma la giornata doveva riservare altre sorprese…Quando, prima di partire, qualcuno mi chiedeva che cosa mai avremmo raccontato durante i giorni di traversata, io facevo sempre il solito esempio: "Racconteremo che peschiamo un tonno…" Oggi è successo.

 

Erano circa le 11 di mattina, ora della barca (da voi siete due ore avanti). Io e Cino eravamo tutti e due stesi in cuccetta, nella nostra cabina di poppa, vicino al timone. Da lì si sente benissimo se la canna da pesca, armata con mulinello da pesca d’altura, si mette in moto. Quando abbiamo sentito il mulinello girare all’impazzata, siamo saltati tutti e due dalla cuccetta (lui più veloce) e ci siamo precipitati a poppa. Poi sono arrivati tutti: Vanni, Marco, Cristoforo, Marianna… persino Giovanni e Giacomo sono usciti, per l’occasione, dalla loro cabina di montaggio.

 

Mi avevano detto che prima di issarlo a bordo bisogna aver pazienza, stancare il pesce, ecc ecc. Macchè. Cino e Marco hanno cominciato a tirare come pazzi e il povero tonnetto non ha avuto scampo. In una selva di mani, di urli e di macchine fotografiche per la foto-ricordo e cineprese, il tonno (di circa 5 chili) è stato issato a bordo. E adesso, mentre io aggiorno il diario di bordo, Marco lo sta filettando, per mangiarlo col limone.

Mi è venuta in mente la morale del Re Leone, con la teoria del Grande Cerchio della Vita. Lo stomaco del tonno era pieno di gamberettini e vari organismi. E tra poco il tonno sarà nella nostra pancia. Lo so, è infantile. Ma, per me, il tonno è (era) una materia indistinta da acquistare al mercato. La Zoe, poche settimane fa, a sette anni suonati, ha finalmente capito che il tonno, prima di finire in scatola, è un pesce. Pescare un tonno e poi mangiarselo è una azione semplice e diretta, che rimette in fila alcuni valori-base della nostra sopravvivenza e del senso della vita.

Lo so, non c’era bisogno di fare il Giro del Mondo per arrivarci…

 

Diario della sera

 

Mi stavo abituando al vento e al mare tranquilli della navigazione post-Canarie, in avvicinamento al fatidico punto in cui avremmo dovuto trovare l’Aliseo, vale a dire 20 latitudine nord e 30 longitudine ovest.. Mi sentivo un vero marinaio, almeno nel senso che la nausea mi aveva abbandonato. Ero arrivato a fare un gesto per me inaudito: leggere in navigazione! Non che io avessi molta voglia di leggere.

 

In genere io leggo per riempire i vuoti (in treno o al gabinetto) e di vuoti qui in barca non ce ne sono. Però vedevo Cino Ricci leggere, leggere e leggere. E alla fine mi son fatto consigliare un libro: “Solo intorno al mondo” di Joshua Slocum, edizione Mursia. Il libro è interessantissimo. Slocum è il maestro e l’ispiratore di Moitessier, non a caso il francese ha chiamato le sue prime barche Joshua. La prosa è stringata, minimale, anglosassone e molto efficace. Cino (che non ama molto Moitessier) dice che il vero modello dell’uomo di mare, senza troppi grilli filosofici per la testa, è Slocum.

 

Purtroppo però, dopo le prime 111 pagine, ho dovuto smettere… è arrivato l’Aliseo! E con l’aliseo è tornato il mal di mare, accidenti. Speravo di essere diventato immune, invece macchè. Unica, magrissima, consolazione, stavolta stanno male praticamente tutti, se si escludono Cino e Marco e forse Vanni. Infatti siamo in mezzo a due correnti (quella post-canaria e capoverdina e quella atlantica vera e propria che viaggia sul parallelo dall’Africa alle Americhe) e siamo anche in mezzo a due venti, da nord-est e da ovest.

Insomma, il mare e le onde sono un frullatore indescrivibile, e io ho dovuto ricorrere, ancora, alla tazza del cesso per vomitare, arrotolandomi sul mio stomaco stracciato dai crampi. Che palle. Riuscirò mai a guarire del tutto? Se continuo a stare male, domani prendo un cerottino o una pillolona? Questo è il dilemma…


Patrizio

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