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Il fiuto del maiale sacro

16 July 2002 ore 20:00

La canzone delle prove di ieri, una canzone folk-tribal-romantica, narra una storia vera, perché il Musicista, il Maestro e il Sindaco formano in realtà l'Accademia Culturale delle Marchesi, un organismo culturale riconosciuto anche dal Governo di Papeete e dai Francesi, che da una ventina d'anni si sta battendo per il recupero e la riscoperta delle radici storiche di queste Isole. E' la storia di Hakahau - appunto - i cui abitanti arrivarono in piroga da Hiva Oa, l'isola di Gauguin, che da qui è lontana quasi 100 chilometri. Noi, con una barca superlativa e moderna come Adriatica ci abbiamo messo una notte ad arrivare da lì fin qui.

Durante il loro primo viaggio, senza sapere dove stavano andando, gli antichi fondatori del Paese, ad un certo punto, si erano perduti, non sapevano più dove andare. Allora misero in acqua il Maiale Sacro. Il maiale, sacro o meno, ha un fiuto infallibile, molto meglio di un cane. Infatti anche dalle nostre parti i tartufari lo userebbero per scovare il Sacro Tubero, senonché pare che sia impossibile, poi, strappare dalle fauci del Suino la preda: molto più semplice avere a che fare con un cane. Comunque, tornando ai Polinesiani: il Maiale Sacro, dopo un primo momento di smarrimento dovuto al bagno inatteso, fiutò la terra e guidò le piroghe fin qui a Ua Pou. Non è una battuta: E' tutto vero.

I polinesiani, purtroppo, non hanno una lingua scritta, ma nonostante ad un certo punto le malattie importate dai bianchi abbiano decimato la popolazione nel giro praticamente di una generazione, ancora qualche cosa si tramandano oralmente. E il Musicista, il Maestro e il Sindaco, pazientemente, hanno raccolto e ricostruito le loro tradizioni e poi hanno cercato di ricreare un linguaggio, un'estetica e anche delle coreografie. E siamo al ballo. Dopo aver provato sessanta volte la canzone, tra gli urli del Maestro, sono arrivati i danzatori e le danzatrici.

I Polinesiani in generale (e i Marchisiani in particolare che sono ancor più massicci) a vent'anni lievitano e si sfasciano, grazie soprattutto alle nuove abitudini alimentari american-franco-globalizzate: consumano infatti ettolitri di birra e cocacola, tonnellate di burro e carne macinata, biscotti e sciroppi ecc ecc. (per darvi un'idea, io che sono 100 chili qui mi sento un filo, anzi un filetto, tenuto conto delle loro antiche abitudini antropofaghe).

Ma i danzatori e le danzatrici di Hakahau sono tutti tra i 15 e i 18 anni: se queste isole sono l'Eden, loro sono degli ottimi esempi di Adami ed Eve. Qualcuno è anche biondo, qualcun altro ha gli occhi azzurri: segni evidenti del passaggio di molti balenieri anglosassoni e di qualche francese, oltre che di un certo Motto, da Napoli, che ha lasciato, pare, traccia genetica di sè.

Fatto sta che i movimenti delle vahiné che rappresentano gli uccelli marini e le movenze virili dei giovani guerrieri che rappresentano i rematori, formano un insieme spontaneo meraviglioso. Guardiamo rapiti lo spettacolo, che ha un che di autentico e di potente, che ti fa venire la pelle d'oca. Stavo per propormi nel ruolo del Maiale Sacro, ma ho avuto paura di una reazione violenta del Musicista.

 

Patrizio

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