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Sei pronto a attraversare il canale di Panama?

23 April 2002 ore 21:00

Abbiamo intervistato Giorgio Comaschi, su Adriatica dal Canale di Panama all'altro Oceano, il Pacifico, fino alle isole Galapagos. Gli chiediamo, data la forte e lunga amicizia che lo lega a Pat e Syusy da una vita, se questi due sono riusciti a fregarlo ancora una volta...



Giorgio: "No", (ride), "siamo tutti dei complici quando facciamo queste cose, certo con loro c'è sempre stata una grande affinità fin dai tempi del primo Gran Pavese Varietà, quando era da tanti anni che facevo il cabarettino. Perché devi sapere che io nasco come giornalista, ma poi ho sempre avuto la passione del cabaret, delle cose spettacolari su Bologna. Loro sono arrivati - Patrizio da Mantova e Maurizia (Syusy) da qui - ed erano una cosa nuova, abbiamo fatto delle performance insieme, io ho seguito tutto il loro iter del Gran Pavese, poi chiaramente, facendo il giornalista, non ho potuto seguire sempre la baracca perché ero molto legato al giornale. Ho scritto per il Corriere dello Sport e poi per Repubblica. Ma con Pat e Syusy ci siamo sempre tenuti in contatto, siamo dei cittadini del centro di Bologna, i nostri figli si conoscono. E poi è successo che siamo andati in Argentina, perché Guccini erano anni che voleva andare là e ha proposto a Patrizio di fare un viaggio di Turisti. Quindi siamo andati tutti assieme e ci siamo divertiti molto, sono state delle belle puntate, poi al ritorno siamo andati a scuola di tango, anche con Francesco. Per cui, adesso quando Patrizio mi ha telefonato per chiedermi se volevo andare al suo posto in barca, ho accolto la proposta con gratificazione, se lui ha pensato a me come persona adatta a fare questa cosa, io ho motivo d'orgoglio, anche perché sarò l'autore di me stesso, nel collegamento dei cinque minuti. Patrizio dice che ho una chiave giornalistica che potrebbe essere utile, oltre alla chiave divertente, quindi sarà un matrimonio perfetto."

 

 

Tullia Benati: Ma dopo avere messo giù il telefono, cosa hai pensato?

Giorgio Comaschi: All'inizio, di primo acchito, ho pensato "Accidenti, ho paura!" e "Sulla barca io non è che ho grandi dimestichezze". Ho una vita da barca di fiume, io sono un galleggiante del Delta del Po, da anni ho una piccola barca, una pilotina di legno, e fra i canneti del Faro di Goro vado in giro a cercare le anguille, ma non pesco neanche. Insomma ho questa ex-vita di gommone a Ustica, ho fatto anche dei mari, però mai su barca a vela. Ho perlomeno capito che non soffro il mal di mare, però sono pronto anche a soffrirlo, se avrò la nausea, vabbè me la terrò, nel senso che non me ne frega niente, starò male, tanto di mal di mare non è mai morto nessuno.

Ieri sera ero all'Osteria con un mio amico e mi ha detto: "Ah, ti fanno fare il pezzo più difficile di tutto!", a causa dei venti forti -credo-, ma io non so neanche a cosa si riferisca... La barca a vela ha bisogno di vento, no? E poi non è che mi possa spaventare perché ci sono dei venti, se una barca a vela si deve spaventare per i venti ?! Non credo sia tutto questo dramma, e poi quel che è, è. Non voglio fare quello che sta in bonaccia a prendere il sole... non ho intenzione di fare quello che sta in vacanza.

 

 

TB: Allora è per te più un lavoro o più una vacanza questo viaggio su Adriatica?

Giorgio: Prima è un lavoro, poi è un lavoro piacevole, e il lavoro quando è piacevole è una vacanza. Quando per quattro anni ho fatto il programma "La Zingara", andando in giro per le piazze d'Italia, quella era una vacanza. Quando vado in vacanza a Milano Marittima con i miei due figli è un lavoro. Lì in barca sarà un lavoro perché mi piace l'idea di mandare dei cinque minuti carini, ma tutto questo guardando dei bei posti, quindi...

 

 

TB: Segui Velisti in TV?

Giorgio: Guardo Velisti, specialmente quello della domenica sera. Mi piace molto, capisco a volte Patrizio e le sue preoccupazioni. Una volta mi ha confessato: "La vedi la mia preoccupazione latente? Perché le cose in barca in realtà sono mie, se si rompono le pago io. A te, se ti si rompe una cosa, un fiocco, una vela, te ne frega molto meno..." Allora gli ho sorriso, è vero. Comunque mi piace molto il taglio delle puntate, anche se io non so se riuscirò a mantenere lo stesso, darò il mio. Sarà un po' diverso, sarà molto più legato alle mie esperienze della diretta, qualche volta userò anch'io il fuoricampo come fa lui. Questa trasmissione è una cosa assolutamente nelle mie corde e nella mia chiave, per cui l'accetto con grande piacere professionale, anche perché sto cercando di cambiare un po' l'asse della mia televisione, da quella popolare che ho fatto finora (due anni di "Carramba", quattro di "Zingara", un anno di "Fatti vostri") ad una televisione che sia un po' più la mia, in cui mi riconosco di più, con più giornalismo... quindi "Velisti" casca a pennello.

Ho già delle idee: quella di scrivere molto sui diari di bordo e di far vivere molto l'equipaggio, che è l'unica cosa che anche Patrizio mi ha detto. Lui l'ha fatto poco, ma io lo farò di più... mi porterò a terra qualcuno, lo porterò a fare una scena di spionaggio a Panama... insomma cercherò di tenere l'equipaggio in primo piano, di farli diventare protagonisti insieme a me. Io sono un tipo curioso, voglio sapere perché loro sono lì, i loro genitori da piccoli che cosa hanno fatto, perché loro vivono nel mare dove tutto si muove se io vivo a terra dove tutto è fermo, insomma voglio farli parlare e sicuramente con me loro parleranno di più.

 

 

TB: Sei preparato sulla storia dell'Itzmo di Panama, sulle controversie politico-diplomatiche del Canale, ecc.?

Colto un po' in contropiede, Giorgio ammette: Sono andato stamattina a prendere una guida di Panama ed era finita perché si vede che gli altri che devono partire l'han comprata prima di me, allora ho ovviato per il momento comprando "Il Sarto di Panama", il film, tratto dal famoso omonimo libro di spionaggio di John Le Carrè. Ora so ancora poco di Panama, ma prometto che mi documenterò. Anche perché Panama mi dà l'idea di un crocevia di spie, mi dà l'idea di gente sempre un po' losca, di un passaggio traverso-diagonale del mondo. Ho un sacco di curiosità su quel posto: voglio capire perché il cappello di Panama è di Panama, ad esempio. Tutto quello che è la mia curiosità cercherò di vederla e di farla vedere.

 

 

L'ultima domanda è di rito: Giorgio, ci fai i Tarocchi per Adriatica?

Giorgio: Le carte, in realtà, non le so fare, non le sa fare neanche Cloris, però la prima carta che mi viene subito in mente pensando ad Adriatica è la Temperanza, che è una carta vera dei tarocchi. Mentre quella che mi inventerei è la Luna blu... Luna rossa c'è già stata... Blu perché è il colore del mare. Ah, e mi porterò la carta originale della Luna Nera in barca, dicono che porti fortuna...

 

 

Speriamo bene!

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