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La gioia dell'arrivo e la tristezza della fine

12 June 2007 ore 15:00

Ci siamo quasi. Il nostro viaggio volge al termine, e come ogni volta, un doppio sentimento mi pervade: la gioia dell' arrivo e la tristezza di una storia meravigliosa che termina. Ma il mare ci richiamerà ben presto e dovremo mollare gli ormeggi per altri lidi, con altre barche, in altri luoghi e con altri equipaggi.

Sono obbligato, ora, a cambiare argomento ed a fare un appunto tecnico su questo diario: si tratta della sosta in Sardegna e della tassa sul lusso. Non volendo inutilmente pagare per una sosta di 24 ore la tassa di 1500 euro, prendiamo il telefono e cerchiamo di informarci per vedere come funziona. Chiamiamo l'autorità portuale di Alghero (079 953174), che ci dice che loro non sono l'autorità che ci può dare informazioni al riguardo. Ci dicono che chi si interessa di ciò è, udite udite, il corpo forestale, nonché l'azienda di soggiorno e turismo. Mi faccio dare il numero (079 979054) e chiamo. Credo fosse l'agenzia di soggiorno e turismo, mi risponde una signorina gentilissima, ma purtroppo neanche lei mi sa dare informazioni. Mi dà un altro numero, quello della signora Furcas, a Cagliari (le telefonate costano, e siamo alla terza). 

La signora Furcas è anch'essa gentilissima e mi dice che la tassa sul lusso bisogna pagarla, anche se ci si ferma meno di 24 ore, a meno che non si tratti di uno scalo tecnico. Ora, arrivando dall'Uruguay, le faccio notare che è più di uno scalo tecnico, dobbiamo fare l'entrata in area Schengen e siamo obbligati a farlo presso una autorità portuale. La prima capitaneria che si trova sul nostro cammino è quella di Alghero. Siamo obbligati a fare rapporto del nostro arrivo, dopo più di un anno di assenza dall' Europa. 

In più, abbiamo un cittadino argentino a bordo e dobbiamo metterlo in regola con il visto d'entrata sul passaporto, pratica destinata all' ufficio immigrazione della Polizia di frontiera. Mi chiedo io, ci faranno pagare la tassa sul lusso anche se dobbiamo fare solo l'entrata della barca, vistare il passaporto e poi andare via dalla Sardegna per non ritornare? Pare, appunto, che per uno scalo tecnico, non sia prevista tale tassa. Ma chi è che decide cosa è e cosa non è uno scalo tecnico? La signora Furcas non ha le ideee chiare al riguardo, sicuramente non perché è poco informata, ma perché la legge non deve essere chiara. Dice che c'è un modello da compilare dove il comandante dell'imbarcazione dichiara che si sta facendo uno scalo tecnico. 

Per esempio rifornirsi di viveri. Mi chiedo: saremmo scortati dai militari della Guardia Costiera fino al supermercato o saranno le guardie del Corpo Forestale ad accompagnarci alla Coop? La signorina dell'azienda di soggiorno e turismo, ci assisterà durante la nostra spesa mattutina al mercato della verdura di Alghero, per poi attestare che effettivamente ci stavamo rifornendo di viveri e non approffitando di visitare le chiese o i musei della città, facendo quindi del turismo e non uno scalo strettamente tecnico? Io sono sardo (anzi sardo sono) e sono orgoglioso di esserlo, ma è da un po' che navigo e la gente che incontro per mare in altri lidi, soprattutto stranieri (di italiani in giro per il mondo in barca ne incontro pochi) si lamentano della Sardegna, per i prezzi delle sue marine, per gli scarsi servizi, per la gestione assurda del Parco de La Maddalena.

Al Parco dovrebbero occuparsi, oltre che di chiedere i soldi, anche di istituire un servizio di pulizia, operativo tutto l'anno, pagato con i soldi guadagnati durante l'estate. Invece il parco è un immondezzaio a cielo aperto in più punti da me stesso più volte scoperti con orrore (se al riguardo si vogliono avere delle foto, le posso fare avere, ma andate a controllare voi stessi). Bisognerebbe impiegare dei giovani ed educarli alla pulizia dell'ambiente, ma anche pagarli! Dobbiamo imparare da paesi più civili come la Nuova Zelanda, che davvero tutela il suo territorio, invece chiediamo soldi al diportista senza poi restituirgli il servizio. La gente di mare, quella vera, in Sardegna non ci passa più. Avremo sempre più motoscafoni sbuffanti di fumo, Wally Yachts che per andare a vela devono tenere due generatori accesi per alimentare le pompe idrauliche che a loro volta girano i winches a scomparsa.

I marinai oramai non fanno più nessuno sforzo, neanche per andare a vela, quasi sia una cosa terribile girare un verricello a mano. Chiedo a chi si occupa del nostro ambiente: rivedete queste leggi e rendetele più chiare, ma sopratutto, assicuratevi che i danari guadagnati con il parco, con la tassa di lusso, siano davvero destinati a una salvaguardia attiva dell'isola che tanto amo. Chiusa parentesi.

Ritorniamo all' equipaggio di Adriatica. La nostra amicizia, dopo questo viaggio, si è ulteriormente rafforzata e tutto ciò che ci è accaduto rimarrà scolpito indelebilmente nella notra memoria.
Io, per conto mio, tra breve rientrerò in Africa, dove faccio base dall'Ottobre dell'anno scorso. Partirò dal Kenya per raggiungere la Tanzania, e le isole di Pemba e Zanzibar. Sarà una navigazione dura, contro vento e contro corrente, fortunatamente abbastanza breve. Una volta nelle isole, mi sposterò per brevi tratti, e mi godrò delle pigre giornate di mare e di sole africano.

Damiano e Andrea, anche loro hanno degli impegni che li riporteranno a navigare in Mediterraneo. Ferdinando ritornerà in Argentina, al suo lavoro.

Grazie ragazzi e grazie Adriatica, che ci stai riportando a casa con il tuo bellissimo scafo rosso. Grazie a tutti coloro della produzione, che ci hanno assistito e mai ci hanno fatto mai sentire abbandonati a noi stessi, anche nei momenti più duri. Grazie a tutti coloro che hanno letto i nostri diari, speriamo solo di avere comunicato una parte delle nostre emozioni e di avervi fatto sentire un pò parte dell' equipaggio.

Un consiglio a chi si vuole cimentare nella vita in mare: non sognatela, ma fatelo subito. Come tutte le cose, però, per farle bisogna volerle e crederci davvero.

Lascerò per educazione il mio indirizzo personale, se qualcuno volesse contattarmi in seguito per sapere in che parte del pianeta mi trovo, basta cliccare sul mio nome per mandarmi un'email.

Cucù!

 

Ignazio Mannu

ignaziomannu@hotmail.com

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