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Patrizio e il gergo marinaresco

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Senza troppi preamboli, ecco la terza "puntata" del dizionario marinaresco

 

Lettera F

 

Ferzo: le vele si compongono di più strisce di tessuto dette ferzi. A forza di dai e dai si è capito che orientando trama e ordito dei ferzi lungo le linee di sforzo della vela (= le “righe” che “disegna” il vento scorrendovi sopra) è tutto un altro andare, e per festeggiare li hanno rinominati in “pannelli”. Ciononostante il vento sferza, non spannella.

 

Filare: lasciar scorrere una cima o il cavo dell'ancora allentando la presa. Se la si lascia uscire del tutto dal suo alloggiamento si parla di “filare per occhio”; un gravissimo errore, o raramente una manovra in extremis: quando per esempio l'ancora metta a repentaglio la sicurezza della navigazione in condizioni ostili, la si “fila per occhio”. Il marinaio che si scordasse di assicurarne un capo a una grippia e un galleggiante filerà per occhio subito dopo (cfr. “[passare per la] cubia”).

 

Fortunale: furiosissima tempesta. Un nonnulla, se paragonato allo sfortunale.

 

Frangente: cresta dell'onda che si rompe in una cascata di spruzzi e schiuma continuamente sospinta dal vento e dalla stessa onda.

 

Frenello: cavo che trattiene (tiene “a freno”, appunto) una manovra. In particolare i frenelli del timone sono quei cavi (solitamente di acciaio) che traducono i comandi dalla ruota alla pala. Se se ne spezza uno, la giornata prende tutta un'altra piega.

 

Fronte: zona di contatto tra due masse d'aria che differiscano per temperatura, umidità e pressione. Il suo transitare comporta improvvise variazioni di vento, e di conseguenza di stato del mare. Sempre un occhio sul fronte, quindi.

 

Fuori tutto: ennesima espressione provvista di una duplice valenza, a bordo. Se la sentite pronunciare da un individuo mai notato prima sul ponte e che brandisce un'arma, allora avete capito bene, ed è tradizione accondiscendere. Se a pronunciarla è una persona gradevole, allude invece alla lunghezza della barca.

 

Lettera G

 

Gassa: non potevamo non incontrare i nodi: la gassa è un nodo ad anello al termine di una cima, creato appositamente per serrare senza strozzare. Ne esistono di vari tipi; la più conosciuta è la gassa d'amante, e viene impiegata per fissare la scotta alla vela, essendo un nodo che non si scioglie con la cima in tensione: vi è chiaro perché la chiamino così?

 

Genoa: il più imponente fiocco di bordo, deve il suo nome all'abbagliante creatività di certi appassionati inglesi, che si trovavano a Genova in occasione delle Regate Internazionali di Febbraio del 1926 (quando fu usato per la prima volta). La Sampdoria invece è stata inventata solo nel 1946.

 

Golfare: a meno di non possedere uno yacht e una certa dose di cattivo gusto, a bordo non è mai verbo. Le golfare sono robusti anelli di metallo fissati allo scafo per agganciare paranchi o carrucole alla bisogna (non cfr. “Bisogna”).

 

Gran Lasco: non è il cavallo troppo basso nei calzoni da marinaio, e neanche un Comandante di manica larga (se mai ve ne fossero). Bensì un'andatura che preveda un'angolazione di un 150° rispetto alla direzione del vento. Insomma: il gran lasco è un bell'andare.

 

Grappino: niente a che vedere con gli alpini in pausa. Il grappino è una piccola àncora a quattro bracci (“marre”) che si può trovare su gommoni, o battellini di servizio. I pirati li sfruttavano per accedere ai mercantili da arrembare: glieli gettavano oltre la murata, poi si lanciavano alla tarzan con la barba in fiamme, il coltello fra i denti e altri spaventevoli ammennicoli.

 

Lettera H

 

Head Foil: letteralmente “lamina di testa”, in pratica: strallo cavo. Non è uno dei termini più diffusi o intuitivi, ma la H ci vuole sempre, in un glossario.

 

Lettera I

 

Imbozzarsi: ormeggiare un'imbarcazione il più saldamente possibile: tanto a poppa quanto a prua, e con ancore, catene e quant'altro. Ci si imbozza nei casi in cui non si mai.

 

Ingavonare, ingavonarsi: accade quando in seguito ad imperizia nelle manovre l'imbarcazione si inclini sul lato opposto alla provenienza del vento fino a caricare acqua.

 

Impoppata: navigazione con vento pieno da poppa. Suona confortante anche a terra.

 

Incattivare: l'impigliarsi e avvilupparsi di una cima (captivus = prigioniero), su se stessa o con altri cavi o su oggetti estranei indifferentemente. Incattivire è invece l'atto di irritare il Capitano mettendoci troppo a sbrogliare la cima.

 

Intelligenza: bandiera del codice internazionale dei segnali che, se issata isolata, vuol significare "ho capito" in riferimento a un messaggio ricevuto; se issata a metà corsa vuol dire invece "ho ricevuto il messaggio ma non l'ho ancora ben interpretato". Se infine non la issate per niente, beh...

 

Intugliare: se annodate tra loro due cime in modo da disporre di un cavo più lungo, potrete dire a tutti che state intugliando. A terra invece lo si fa in silenzio.

 

Issare: innalzare tramite apposite cime un carico o una vela. Quando il carico sia particolarmente pesante lo si fa in più persone; gli sforzi vengono coordinati tramite ripetuti “...oooooh-issa!”. Perciò, forse non tutti lo sanno, quell'”issa” è l'imperativo di issare. Ripassate le lettere dalla A alla I fino al prossimo articolo...

 

Emiliano Frignani

Redazione Velistipercaso.it

Commenti

varazza

inserito da alberto il 16/01/2013 alle 12:58

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