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Eccoci all'EUDI SHOW, come ogni anno, alla ricerca di un paradiso da esplorare in compagnia del mio gruppo di amici sub. Come sempre ho il compito di organizzare il viaggio subacqueo. Avendo già visitato la maggior parte dei luoghi più belli e incontaminati al mondo, le aspettative sono molto alte. Questo rende la ricerca di una meta all’altezza sempre più difficile.

Dopo varie proposte ecco quella che fa per noi. La località scelta è il Sulawesi. Questa è la quinta isola come dimensioni a livello mondiale, ha una forma particolarissima, è composta da quattro penisole lunghe e strette. Anche la sua geologia è tipica, ricca di vulcani ed alte montagne che raggiungono anche i 3000 metri. Ma soprattutto la sua localizzazione la fa diventare unica.

A nord è bagnata dall’Oceano Pacifico, a ovest dal Mar di Giava e a est dal Mare di Banda. Questa posizione ha fatto sì che nelle sue acque cristalline si creasse una barriera corallina fra le più ricche e importanti al mondo. Per questo è meta particolarmente ambita e importante per i subacquei.

 

Io, più precisamente, ho scelto Siladen, una piccola isola nelle vicinanze dell’isola principale. Propongo l’idea al gruppo e come sempre ho immediata risposta positiva. Ok si parte. Inizio subito l’organizzazione con il tour operator Aquadiving. Questa meta si trova nel triangolo d’oro della biodiversità marina, quindi luogo estremamente apprezzato nel mondo subacqueo.

Ma a rendere questo viaggio particolarmente prestigioso, oltre al luogo stupendo, è anche la scelta della struttura che ci ospiterà. Il SILADEN RESORT & SPA è un fantastico villaggio e centro benessere, premiato come miglior Eco Resort al mondo del 2017 da un ente mondiale americano. È situato sull’isoletta omonima, una sorta di paradiso disperso nell’oceano indiano dalle spiagge bianchissime, dall’acqua turchese e cristallina che nasconde una barriera corallina vivace e ricchissima di vita, tutta da esplorare. L’attesa di partire prima del viaggio è sempre piacevole ma purtroppo questa volta è stata funestata da un evento veramente tragico.

Venerdì 28 settembre si è sprigionato un terribile terremoto di potenza magnitudo 7.5 sulle coste del Sulawesi. I danni provocati dal sisma non sono stati nulla a confronto di quelli che ha causato il successivo tsunami che ha colpito la costa. Ovviamente siamo rimasti tutti basiti e spaventati, con molti dubbi sulla possibilità di partire o meno. Mi sono informato ed ho scoperto che questa tragedia è capitata a oltre 650 chilometri da dove dobbiamo andare noi. E che a Siladen non si sono accorti di nulla. Quindi decidiamo di partire. Ma dopo pochi giorni, il 3 ottobre, il vulcano vicino a Manado inizia ad eruttare, noi dovremmo atterrare e poche decine di chilometri da lì. Questo scatena di nuovo il panico nel gruppo. Ma, anche in questa occasione, scopriamo che il vulcano Soputan erutta quasi tutti gli anni e generalmente non dà problemi alla popolazione e neppure all’aeroporto. Quindi si può partire.

Finalmente è arrivato il giorno della partenza. Come sempre sono molto felice di intraprendere un viaggio. Oggi lo sono in modo particolare, perché a questa avventura partecipano anche la mia figlioletta Sveva di 4 anni e Silvia la mia compagna. Con la mia famiglia partiamo da Bologna, per unirci al gruppo a Milano Malpensa. Alle 10.30 ci troviamo tutti davanti ai check-in pronti per sbrigare le pratiche burocratiche. Per i voli intercontinentali abbiamo scelto la Singapore Airlines in quanto ha gli orari perfetti per fare uno stop-over nella fantastica città di Singapore ed inoltre ha anche degli ottimi prezzi. 

 

L'arrivo a Singapore


È utile fare queste soste per spezzare il viaggio, smaltire i fusi orari e raggiungere la meta finale nelle condizioni migliori per fare immersioni. Poi questa città è veramente fantastica sotto tutti gli aspetti. Alle 13.00 in punto decolliamo, con dodici ore di volo arriviamo a Singapore dove atterriamo alle 07.00 ora locale, (ci sono +6 ore di fuso orario rispetto all’Italia). Il volo è stato tranquillo, solo qualche turbolenza piuttosto forte ad un paio d’ore dall’arrivo. Anche Sveva è stata bravissima, si è guardata un paio di cartoni animati poi ha dormito per quasi tutto il tragitto. Sbrigate le pratiche doganali ed il ritiro dei bagagli, andiamo nell’atrio dell’aeroporto dove cambiamo un po’ di soldi in moneta locale. Nel frattempo cerco gli autisti dei nostri pulmini che ci portano all’albergo. Mezzoretta di transfer ed eccoci arrivati. La stanza non è pronta, ce la daranno nel primo pomeriggio, ma ci danno la possibilità di lasciare i bagagli in deposito.

 

Visto che siamo riusciti a riposare in aereo iniziamo subito a visitare la città. L’albergo è in un’ottima posizione, decidiamo di farci una passeggiata per raggiungere la spettacolare Marina Bay. Qui possiamo ammirare la maggior parte degli emblemi di questa affascinante città. Singapore è caratterizzata da un’architettura modernissima e futuristica immersa in un verde lussureggiante, il tutto posizionato in una baia fantastica. Ma in mezzo a questo gioiello di tecnologia e modernità, troviamo incastonate delle perle di storia e culture diverse come il quartiere indiano e quello cinese con i loro templi. Mezzoretta di cammino ed eccoci a Marina Bay, qui si sprecano le foto. Iniziamo dal simbolo di Singapore la fontana del Merlion, una statua con testa di leone e corpo di pesce.

Poi davanti a noi ecco il grattacielo o meglio i tre grattacieli altissimi dalla forma convessa, la cosa strabiliante è che alla sommità sono uniti da una struttura a forma di nave dove si trova la piscina più lussuosa al mondo, bar e ristoranti. Alla base di questa meraviglia vediamo una costruzione a forma di fior di loto che sembra galleggiare nella baia, è il museo dell’arte e della scienza. Giro lo sguardo a destra ed ecco tutto lo skyline del centro città formato da tantissimi grattacieli vicinissimi, dalle forme più bizzarre che ospitano il cuore economico e commerciale della città. 

 

Facciamo colazione ammirando tutto ciò, poi proseguiamo la passeggiata. Camminiamo su una passerella pedonale che costeggia la baia per raggiungere la ruota panoramica. Mi accorgo che l’ultimo tratto di strada è la parte finale della pista di F1, che porta ai box. Ci sono ancora tutti i cordoli e i segni delle gomme sull’asfalto. Raggiunta la ruota panoramica, la seconda più alta al mondo, ben 165 metri, saliamo. Questa ci dà modo di vedere la città dall’alto e a 360 gradi. La vista è pazzesca. Finito il giro la fame inizia a farsi sentire, allora decidiamo di avvicinarci all’albergo. Lungo il tragitto, facciamo una sosta in un ristorante per pranzare. A questo punto è arrivato il momento di farci dare le stanze. Dopo non poca confusione da parte del personale dell’albergo riusciamo ad avere le chiavi. Io speravo di potermi fare un riposino ma Sveva si accorge che c’è la piscina, ed ovviamente cosa vuole? Farsi un tuffo. Non capisco dove trova tutta questa energia. È stata bravissima durante tutto il viaggio, quindi si merita di essere accontentata, quindi addio riposino ma bagnetto in piscina. Anche Philippe, Attilio e Nicola hanno avuto la stessa idea. In realtà alla fine penso sia la scelta migliore. Passare un’oretta nell’acqua fresca, ci rilassa e ricarica, senza farci addormentare. Chi si è coricato farà molta fatica ad alzarsi prima di domani mattina. Dopo il relax, con la famiglia e alcuni altri, riprendiamo l’esplorazione della città.

Con poco più di dieci minuti di cammino, siamo fra gli alberi artificiali. Sono simili all’albero della vita dell’expo di Milano con la differenza che sono molto più grandi, (quello italiano è un bonsai a confronto), ricoperti da una vegetazione stupenda, illuminati magnificamente. Sono ben 18. Addirittura alcuni sono uniti da una passerella aerea, l’OCBC Skyway, dove decidiamo di salire... Da quassù la vista è incredibile, questa città è veramente illuminata all’inverosimile. Mezzoretta sulla passerella e poi scendiamo per prendere posto nel prato circostante. Qui ci corichiamo per attendere l’orario dello spettacolo di luci e musica fatto con gli alberi. Lo show è bellissimo, coinvolgente e rilassante. Appena terminato ci uniamo al resto del gruppo e poi via per la nuova visita. Saliamo in cima ai tre grattacieli. Più precisamente saliamo sulla prua della “barca” che li unisce, lo skypark. Si sale con un ascensore, il costo è abbastanza alto ma ne vale la pena. Lo spettacolo da quassù è inimmaginabile, la vista dello skyline della città è impossibile da descrivere. Non esistono parole che gli rendano giustizia. È considerato il più bello al mondo. Da sopra riusciamo a vedere anche lo spettacolo delle fontane nella baia antistante. Le foto si sprecano, non vorremmo più scendere. Fortunatamente, iniziamo a sentire qualche goccia d’acqua, che ci dà la forza per scendere. Silvia e Sveva sono troppo stanche per cenare, decidono di tornare in albergo, le accompagno alla fermata dei taxi. Poi con il resto del gruppo andiamo nel centro commerciale adiacente per cenare ed infine anche noi taxi e nanna.

 

Sentosa

 

Pur essendo andati a letto poco dopo le nove la notte sembra cortissima, ed in un attimo ecco la sveglia che suona. Anche oggi sarà una giornata molto piena e interessante. Iniziamo andando a Sentosa, un’isola trasformata in un enorme parco dei divertimenti. Le cose principali che la caratterizzano sono: l’acquario più grande al mondo, un parco acquatico enorme, gli studi cinematografici e un’infinità di altre cose. Il nostro scopo principale è visitare l’acquario. È immenso e di una bellezza disarmante. I tunnel in vetro trasparente lo rendono veramente unico e pazzesco. Ti permettono di passeggiare all’interno delle vasche, dandoti la sensazione di nuotare liberi nel mare, circondati da mante, razze, tantissime specie di squali ed un’infinità di altri enormi pesci. Durante la visita ci sono diverse zone organizzate benissimo per bimbi, dove possono fare giochi, quiz e laboratori. Sveva sta impazzendo, corre da una vasca all’altra mi fa mille domande e poi si ferma a giocare e poi riprende con le domande. È veramente carica. Dopo una quarantina di minuti arriviamo a quella che io considero la meraviglia delle meraviglie, la vasca oceanica. È una vasca immensa, non esistono parole che possano farne capire la maestosità. Ci provo dicendo che è grossa come un palazzo, animata da diverse centinaia di pesci, forse migliaia, tutti di taglia grande. Sembra veramente di essere in oceano aperto. È difficile decidere di proseguire la visita lasciandoci alle spalle questo spettacolo, ma il tempo stringe, quindi proseguiamo. Poco prima di uscire, troviamo una vasca dove gli operatori ti fanno toccare delle stelle marine e camminare sulle mani dei simpatici e coloratissimi gamberetti. Ormai sono passate già un paio d’ore ed è giunto il momento di uscire. Ci ritroviamo tutti davanti ad una fontana, quelle che fanno tutti i getti d’acqua da terra ad intermittenza. Ovviamente cosa succede? I due bambinoni, Sveva di 4 anni e Attilio di una cinquantina in più, iniziano a correrci in mezzo, cercando di non farsi bagnare. Ma per Sveva in un attimo il gioco si trasforma dal non essere colpiti, ad essere colpiti dall’acqua con il risultato di farsi un bagno incredibile. Tutta la gente si ferma a guardarla ridendo, è veramente inzuppata. Fortunatamente abbiamo un cambio di vestiti. 

 

Ora la fame inizia a farsi sentire, quindi andiamo a pranzo. Il gruppo si divide. Io con famiglia e alcuni altri, andiamo in un ristorante asiatico, famoso per i tortellini al vapore, mentre altri vanno in un ristorante dove si mangia carne. Dopo pranzo con Silvia e Sveva andiamo con la funivia in cima alla collina. Il mio pulcino vuole lanciarsi giù, fino alla spiaggia, con una carrucola appesa ad un cavo. Troviamo la cosa piacevole e allora giù. Il resto del gruppo va a visitare una serra con le farfalle. Ci divertiamo un sacco a sorvolare la foresta, sfiorando la cima delle chiome degli alberi. Sveva vorrebbe rifare l’esperienza, ma a causa del costo e della mancanza di tempo, raggiungiamo gli altri. Riunito il gruppo ci mangiamo un gelatino e facciamo mezzoretta di relax. Ma il tempo stringe, ora è il momento di prendere la funivia che passa sopra la baia e il porto commerciale di Singapore portandoci in città. Vista carina, è interessante vedere dall’alto una zona diversa della città. Ormai siamo già a metà pomeriggio, anche in questo caso il gruppo si divide. Chi è la prima volta che visita Singapore viene con me, mentre gli altri preferiscono tornare all’hotel per riposare o farsi un tuffo in piscina. 

 

Noi partiamo per la passeggiata nei giardini, i Gardens by the Bay, che ospitano bellissime sculture e laghetti. Al tramonto, raggiungiamo due enormi cupole costruite in ferro e vetro. La più grande ospita un giardino verticale meraviglioso, mentre l’altra una mostra di fiori e piante strepitosa. Entriamo subito nella prima. Mi diverto a vedere le facce stupite nel vedere la maestosità di questo super giardino verticale. È ricoperto da un’infinità di specie di piante e fiori anche di specie rarissime. Sono sistemati e curati in modo perfetto, oserei dire maniacale. Il tutto arricchito da una moltitudine di sculture in legno che si fondono perfettamente con la vegetazione. La prima cosa che ti colpisce è l’altissima cascata, poi l’attenzione viene rapita dalla zona delle orchidee, pazzesca! Proseguendo, iniziamo a salire, per raggiungere la cosa forse più strabiliante, una passerella aerea altissima che ti permette di vedere lo spettacolo dall’alto. Dopo un’oretta usciamo per andare a visitare la seconda, questa non è così spettacolare come la prima ma vale comunque la pena dare un’occhiata. Qui possiamo ammirare oltre ai fiori anche degli alberi che vengono da qualsiasi parte del mondo. Finita anche questa visita, ora è il momento di cenare. Andiamo a mangiare nello stesso posto di ieri, la food court del centro commerciale The Shoppes. Facciamo una cosa veloce perché domani, di buon ora abbiamo il volo per Siladen.

Dopo una bella dormita ecco che suona la sveglia, alle 06.30 abbiamo già i pulmini che ci aspettano per portarci all’aeroporto...

 

Paolo Ghidotti

continua... 

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