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10 January 2007 ore 10:30

Posizione: 23°58',9S - 071°10',8W. 35 miglia per SW da Antofagasta, in rotta per Valparaiso. Rotta 195°. Velocità 6,3 nodi. Ore 08:35 LT.

Vento da Sud a 15 nodi. Mare lungo da Sud-Sud Ovest. Pressione 1013 Mb, copertura del cielo 1/8.

 

Partiti nuovamente. La sosta a Antofagasta é stata breve. Anzi brevissima. Di fronte a noi 700 miglia di oceano lungo la costa pressoché desertica del nord del Cile. Taltàl, Copiapò, La Serena, Coquimbo e infine Valparaiso. Tutti luoghi dove il Beagle navigò ispezionando la costa mentre Darwin percorreva a cavallo l'interno, scortato da una guida cilena e scoprendo, a dorso di mulo, i segreti della zona desertica più grande d'America. Per darvi un'idea, questa zona rappresenta un terzo della lunghezza del Cile. E il Cile, difficile a credersi, é lungo come l'Europa da nord a Sud. Se sovrapponete la carta di questa nazione a quella dell'Europa, con la stessa scala, naturalmente, scoprirete che Arica, la punta più a nord, sarà all'altezza del nord della Norvegia, mentre Capo Horn, l'estremo sud, si sovrapporrà ad Agrigento. Quindi la zona desertica corrisponde alla lunghezza dell'intera Italia, dai laghi a Capo Passero, Ragusa. Questo vi da anche l'idea della lunga rotta che aspetta Adriatica. Arriveremo a Valparaiso tra 5 giorni, se va bene. 700 miglia di mare alle spalle é come se da Genova partissimo per Bari, passando per lo stretto di Messina...

Oppure, per chi é più affine alle auto che alle barche, da Roma a Berlino. Lunghetta, eh? E ce ne resta più del doppio per Capo Horn.

La costa é secca, e risplende delle tonalità del bianco, del giallo, dell'ocra. Alcuni grigi e marroni. Non un solo albero per centinaia di chilometri. Un paese ogni tanto. Una sola strada che fiancheggia la costa. Ci allontaniamo a una 30ina di miglia dalla costa per non rischiare i bassofondi. Ma già a così poca distanza l'oceano raggiunge i 7.000 metri di profondità, in una spaccatura che si prolunga da nord a sud per 3000 chilometri. Considerando che le montagne quasi a picco sul mare raggiungono i 4.000 metri, é una bella escursione!

L'onda dell'oceano si alza lentamente, ma con continuità. Il bollettino che riceviamo con il Navtex ci preannuncia 30 nodi da SW. Ci prepariamo ad un'altra lunga bolina. E' il nostro destino. Cinture di sicurezza, cerate, controllo delle procedure, check dei sistemi. Abbiamo un problema con l'elettronica e il pilota non funziona. Smanetto un po' ma nulla da fare. Non ne vuole sapere. "Fault 103". Prendo il manuale. Con Ricardo proviamo a testare il cablaggio, verifichiamo la tensione e scopriamo che sebbene il voltaggio sia esatto, la resistenza é bassa: 41 Ohm invece che 50 Ohm.

C'é un problema sulla linea, o uno degli strumenti montati in parallelo che non funziona bene, o forse una dispersione sul cavo di collegamento... O forse Dio solo sa che cosa. Sono stufo di tenere la testa infilata nel buco dove é montata l'elettronica. Inizio ad avere mal di testa. OK, saranno 5 giorni di timone.

Chiamo tutti alla plancia, divido i turni di guardia in 5 di un'ora e mezza, perché di più non ce la fai a timonare le 50 tonnellate di Adriatica. A coppie, Emanuel e Marco, Ferdy e Ric, io da solo. Siamo in 5 perché Gianni é ormai partito. Il secondo della coppia, che non é al timone, sta in stand-by se il timoniere avesse bisogno. Infatti non può mollare la ruota per fare le manovre e qualcun altro lo deve aiutare. In caso di problemi: tutti fuori! E via così, inizia la danza con la barca che si arrampica sul pendio sempre più ripido perdendo velocità per poi riacquistarla parzialmente in discesa. E' un esercizio fisico. Altro che palestra. Un movimento delle braccia ogni 3 secondi per un ora e mezza fa 1.800 movimenti; per 24 turni di guardia a testa fa 43.200 movimenti dei bicipiti e delle spalle. Fa dei bei muscoli! Ma fa anche un bel dolore cervicale, così piantati davanti al timone, in equiibrio instabile, con la testa in su fissa alle vele...

Ma perché ci piacerà così tanto? Un che di masochismo, nell'essere marinai...

6 nodi. E' il massimo che riusciamo a fare. Bolina stretta aiutati dal motore. A Valparaiso ci aspetta il nostro complice ENEL, con il quale abbiamo concordato un appuntamento per il 16. Un ricevimento e un cocktail con ospiti di prestigio che verranno a visitare Adriatica e le sue nuove installazioni tecniche per il risparmio energetico.

In realtà loro vorrebbero che noi arrivassimo il 13 sera, perché il 14 mattina ci sarebbero alcuni giornalisti interessati alla cosa, ma come fare! Anche forzando, anche se il vento girasse di poppa (cosa sconosciuta, qui), anche se la corrente calasse, anche se forzassi il motore al massimo... forse potrei arrivare il 14 in giornata. Troppo tardi. Un vero peccato, perché é importante divulgare il nostro progetto attraverso la stampa.

Comunque, non si sa mai. Ci mettiamo d'impegno e chissà che non accada un miracolo nautico.

Vi lascio. E' il mio turno di guardia.

 

Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

 

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