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Dal diario di Roberto

10 April 2006 ore 15:00

Vi racconto brevemente cosa è successo nella tappa dalle Canarie a Capo Verde. Ci ritroviamo nella banchina di Las Palmas, nove partecipanti e i tre "capitani" di Adriatica. Come tutti gli inizi il silenzio, la timidezza e la curiosità la fanno da padrona in barca. Chi era già stato su una barca così grande? Chi aveva attraversato parte dell'oceano Atlantico? Chi aveva partecipato a progetti di solidarietà? Forse nessuno di noi. Dopo una cena di conoscenza si parte la mattina presto e il viaggio inizia, potresti sbagliare i giri sul Winch dall'emozione o aprire uno stopper all'improvviso; non importa, incominci a far parte di una famiglia viaggiante, sotto la guida dello skipper Filippo e dei co-skipper Riccardo e Andrea. La partenza è una delle più veloci perchè non capita tutti i giorni di veder planare sull'onda una barca di 50 tonnellate a 11 nodi di velocità.

E inizia una navigazione in Oceano con un gruppo di amici che abbandonato il proprio lavoro, la propria famiglia e le proprie abitudini si ritrova per 6 giorni a condividere con i nuovi amici la gioia di incontrare un gruppo di delfini, di veder sorgere e tramontare ogni giorno il sole. Scopri che sei stato 12 giorni con delle persone per il piacere di stare con loro, si va via che quasi non si sa neanche che lavoro fanno gli altri, in mare, in mezzo all'oceano si condividono le gioie di stare in barca, di ammirare le stelle con i compagni di turno, di pensare di condurre quelli che dormono verso la meta, ognuno abbandona le abitudini, belle o brutte che siano e si cerca di collaborare nel preparare da mangiare o lavare i piatti o pulire la barca ma principalmente nel farla andare il più veloce possibile.

Ma Adriatica non è solo andare in barca, moltissime persone comuni e famose, velisti esperti e meno esperti si ritrovano tutti insieme ritrovandosi allo stesso piano e portano un piccolo messaggio in giro per il mondo. La solidarietà, Vi assicuro che per chi ha solo sentito parlare di adozioni a distanza, di aiuti ai paesi più poveri, facendo parte di questo gruppo si può vedere di persona che effettivamente qualcosa si fa, e i bambini che ti saltano sopra nelle scuole aiutate con i vari progetti umanitari, o interi villaggi che sperano di sopravvivere con le iniziative benefiche danno un valore immenso a questo nostro viaggio.

Le emozioni che si provano in Oceano sono bellissime, ti fanno capire quanto sei piccolo al suo cospetto. L'oceano va rispettato perchè può essere molto cattivo. Non è come sei abituato nel tuo mare, dove la priorità sono le manovre, la bella strambata, le regatine con gli amici, in 850 miglia di navigazione abbiamo strambato 1 volta, e non abbiamo mai virato, il vento arrivava per quasi tutta la traversata da NE dai 15 ai 25 nodi. La priorità sono le manovre di sicurezza, la consultazione delle carte meteo, le notizie dai VHF... E in mezzo alle onde e al vento Filippo e Riccardo non dimenticavano di deliziarci con delle lezioni di vela, anzi di marineria veramente squisite interessanti e formative rendendo Adriatica anche una fantastica nave scuola.

Ma alla fine di interminabili turni di guardia arrivano "le isole", Capo Verde, pensi che sia una meta turistica, villaggi, spiagge bianchissime e mare cristallino?? Niente di tutto ciò, si torna a casa pallidi ma ricchi di altro (ed è quello che cercavamo da un'avventura come questa). Le isole di Capo Verde ed in particolare Sao Vicente e Fogo non sono certo quelle che vediamo nei depliant in agenzia di viaggio, peccato perchè la loro ricchezza sta in quello. Se non le vedrete vi perderete gli sguardi dei bambini di queste isole che giocano felici nonostante la loro povertà, dei frati capuccini che in queste isole sono i sostentatori, quelli che tentano di creare un volano che a prescindere dal turismo possa far vivere dignitosamente le popolazioni, ed ecco che preferiscono trivellare per cercare acqua per una vigna piuttosto che costruire alberghi per i turisti, creare ospedali con gli aiuti dai vari paesi ma soprattutto dall'Italia piuttosto che sviluppare un turismo naturistico alle appendici del vulcano dell'isola di Fogo. E forse hanno ragione loro, perchè trasformare questi posti mistici di interesse spirituale in un mercato della prostituzione o in un viavai di turisti in cerca di discoteche e vita notturna?

Ed è solo con Adriatica che si può arrivare via mare su queste isole e visitarle, perchè con la collaborazione con i frati o i volontari delle isole noi non siamo più velisti o turisti per caso, ma siamo gli occhi degli italiani (se trasmetteranno le riprese del mitico Macho) che non potranno mai vedere dal vivo, siamo qui a vedere che è tutto vero per chi nel suo piccolo vuol mandare degli aiuti.

E finita, per noi, inizia una nuova avventura, per il nuovo gruppo, e continua per Adriatica e il suo messaggio...

 

Roberto

a bordo di Adriatica

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