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Della tragedia della Costa Concordia all'Isola del Giglio si è parlato e si sta parlando molto... Forse come spesso accade anche un po' troppo, facendo scattare anzitempo la molla del turismo-dell-orrore pro foto ricordo con la nave incagliata sullo sfondo. Come Velistipercaso ci siamo sentiti molto coinvolti, è un mare il Tirreno che Adriatica ha navigato spesso negli ultimi tempi (facciamo base all'Isola d'Elba) e Patrizio ha espresso a caldo incredulità e dispiacere. La figura del Capitano che abbandona la nave contravvenendo a quella che probabilmente è la primissima regola della marineria ci ha particolarmente colpito... Ci siamo soffermati a pensare con orgoglio a tutti i Comandanti che si sono succeduti al timone di Adriatica, portandola letteralmente in giro per il mondo sempre con grande responsabilità e entusiasmo... e abbiamo pensato di chiedere un commento direttamente a loro. Vi trasmettiamo i primi che abbiamo ricevuto, dal nostro Capitano in carica Mattia, da Federico Pettenella e dai mitici Gigi e Irene.

 

Da Mattia Righetti

Premesso che errare è umano e tutti possono sbagliare credo che questo incidente abbia dell'incredibile. Tralasciando i vari gossip sulle accompagnatrici del comandante io penso che ci sia ben poco da discutere per trovare responsabilità. Appurato che a bordo non si è verificato nessun guasto agli organi di governo prima dell'impatto con la roccia è chiaro che siamo di fronte a un errore umano. E l'errore lo ha commesso chi ha effettuato la manovra o chi la stava dirigendo, e quindi il Comandante. Il fatto che passare vicino alle isole fosse un'abitudine secondo me poco importa,passare vicino non vuol dire passarci sopra. E anche il fatto che le capitanerie non siano intervenute prima per evitare questi "inchini" non alleggerisce la posizione del Comandante perchè dovrebbero essere sempre il buon senso e il senso di responsabilità a prevalere.

Per quanto  riguarda la fase successiva all'impatto con la roccia la questione è delicata. Le pressioni da parte della Compagnia nei confronti del Comandante per cercare di risolvere il problema prima di allertare le autorità possono essere davvero pesanti. Ci sono in gioco risarcimenti assicurativi da capogiro, cifre che leggiamo sui giornali ma che forse facciamo fatica a comprendere davvero. Detto questo, è solo il comandante con i suoi ufficiali a sapere quali sono le reali condizioni della nave e la sua governabilità e galleggiabilità indipendentemente da quello che dice un dirigente della compagnia per telefono quindi è solo lui che può dire se e quando bisogna abbandonare la nave. E' ovvio che queste considerazioni sono poco più che chiacchere da bar finchè non sarà la magistratura a chiarire le responsabilità e soprattutto che nelle situazioni bisogna trovarcisi per sapere le reazioni che ognuno di noi può avere.

 

Da Gigi e Irene

Carissimi tutti, siamo lontani dall'Italia, ma la tragedia della Concordia ci ha raggiunto portandoci molta amarezza. Innanzitutto  per l'inutile perdita di tanta gente che si doveva assolutamente evitare, seguendo delle semplici norme professionali o almeno di buon senso. In secondo luogo per il comportamento dei mezzi di comunicazione che  con tanti morti e  dispersi ancora in giro, non ha esitato a creare il solito spettacolo mediatico. Doveva essere e deve essere invece il tempo del più profondo silenzio finchè l'ultimo morto e l'ultimo disperso avranno trovato la pace. Ognuno doveva e deve lavorare in silenzio per chiarire i fatti in ogni aspetto e trovare una spiegazione magari assurda senza traccia di dubbio. Poi i fatti sarebbero stati resi noti nella totale chiarezza e ognuno poteva giudicare. Anche questa volta invece siamo stati capaci di aggiungere miseria alla tragedia e tutti si sono improvvisati marinai, esperti di navigazione, profeti del mare e facili giudici. Povera Italia...

Sempre con affetto Gigi e Irene

 

Da Federico Pettenella

Dunque. La vicenda della Costa è delicata, premetto che mi baso sulle informazioni di Repubblica che, nonostante la simpatia per la testata, purtroppo si esprime in termini molto generici e mirati a colpire l'attenzione della massa con vocaboli specifici per indurre il lettore a schierarsi in un certo modo. Dico questo perché da addetto ai lavori ho letto un sacco di baggianate. Su una nave del genere il comandante non è responsabile della guardia in plancia. Mi spiego, ci sono gli ufficiali di coperta che hanno l'addestramento e l'esperienza per condurre la nave in sicurezza. Gli ufficiali in ordine sono comandante, primo, secondo e terzo, tutti e quattro con la stessa abilitazione a condurre la nave da soli con l'ausilio di un marinaio di guardia in plancia e/o un timoniere. Il titolare della guardia quindi è responsabile della sicurezza e in grado di decidere facendo le veci del comandante che di fatto non potrebbe essere in plancia 24/24. Il comandante non è mai di guardia, lui veglia affinché gli ufficiali facciano bene il loro lavoro. Ci sono delle circostanze in cui l'ufficiale ha l'obbligo di buttare giù dal letto il comandante, ad esempio scarsa visibilità, alta densità di traffico, dubbi sul da farsi, tempo cattivo, ricezione di soccorso da parte di altri natanti e tante altre occasioni. Per non divagare troppo, di notte come minimo ci devono essere due persone in plancia. Di fatto ci sono anche gli allievi ufficiali quasi sempre che sanno già parecchio di quello che si deve fare. Il titolare della guardia resta l'ufficiale di turno. Anche se il comandante è in plancia l'ufficiale resta responsabile. Se il comandante vuole prendere il controllo della nave per una ragione specifica, questo viene registrato sul libro di bordo e chiarito.Ora non è professionale esprimere un giudizio basato su degli articoli di giornale che sicuramenten vendono più copie enfatizzando la presenza di una femmina in una vicenda così delicata. Non voglio difendere nessuno, ma lì oltre al comandante i responsabili non sono tutti quelli che han taciuto davanti ad un'eventuale bravata del comandante?

Sono molto titubante nel puntare il dito su una persona sola. Parlerei più di un sistema. Su una nave il comandante ha una responsabilità enorme e questo è come un sacchetto di sabbia che hai in tasca. Il peso di quella responsabilità lo senti in ogni momento. Se hai la testa sulle spalle è molto molto difficile esimersi dall'obbligo morale. Sbagliare è umano e in questi casi è previsto sempre un controllo incrociato. Su una nave simile son quasi certo che esista un ufficiale che fa solo la navigazione. Il che vuol dire che un ufficiale guarda fuori, uno fa navigazione, uno veglia (il comandante) e di certo un paio di marinai esperti sono là fissi per legge come osservatori. Se c'era la moldava, il maitre e un allievo fanno almeno 7 persone lassù. Diventa sempre piu difficile pensare di fare un botto simile... Per adesso lascerei la cronaca rosa a fare tutte le congetture e lascerei gli inquirenti stabilire cosa è successo. Non deve essere difficile con tutta quella gente a testimoniare. A me tutta la storia delle rotte sicure sembra una bufala. E' inutile fare le leggi dopo l'11 settembre o dopo un naufragio, Il serraglio va chiuso prima che scappino le capre. Il codice per la prevenzione degli abbordi in mare è a livello internazionale. Un ufficiale russo puo prestare servizio su una nave svedese, come un ufficiale cinese puo prestare servizio su una nave italiana. Gli standard di addestramento e i titoli professionali sono uniformati e uguali per tutti gli stati membri dell'International Maritime Organization. Gli stati membri sono circa 180 e tutti si devono attenere ad un unico codice.

Errore umano o avaria? Le avarie si devono prevenire per cui alla fine sempre errore umano.

Saluti

 

Commenti

ho capito ma poi che fai scendi dalla nave con ancora tuuti i passeggeri a bordo a federico, sei sempre uguale, parli troppo, saluti da marco tuo vecchio membro equipaggio "panama isole marchesi 1993"

inserito da marco il 20/08/2012 alle 18:42

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