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Per il cinema del Sud non serve il biglietto

4 January 2016 ore 22:00

Abbiamo frequentato centinaia di volte i cinema senza renderci conto che possiamo vederne un altro quasi tutte le notti nel quale ugualmente proiettano storie. Se sappiamo riconoscerle, vedremo film di amore, gelosia, tradimenti e guerre. Quasi tutte le passioni umane sono rappresentate in queste pellicole. Gli effetti speciali sono a carico della natura che ci circonda e ci permette di ascoltare. Non si tratta di registrazioni artificiali, ma delle originali. Ne percepiremo sin gli odori! (effetto speciale che nemmeno Hollywood ha saputo riprodurre).

Le immagini passano davanti ai nostri occhi lentamente, dandoci il tempo per pensarle. Si tratta di un cinema molto speciale, perché la comprensione, nella profondità dell'argomento, dipende dalla nostra cultura personale. Non si paga ingresso e la seduta può durare anche sei mesi ininterrotti, a seconda della posizione della nostra poltrona nella platea e gli attori sono degli sconosciuti, in maggioranza. Ciò nonostante l'inizio e la fine sono vere opere d'arte, una performance di delicatezza che commuove.

Ci si può andare vestiti come ci pare e... perfino nudi. Possiamo portarci qualche dolcetto o una cena degna di un marajà per tutti coloro che ci accompagnano. Possiamo parlare, durante le proiezione, o meglio ancora, tacere onorandola con il nostro più semplice e rispettoso silenzio. Sono tutte Superproduzioni che è impossibile tentare di riprodurre e, comunque, le storie principali si proiettano in bianco e nero. Parlo del cielo notturno, il più grande e meraviglioso cinema che possiede l'essere umano. Accompagnatemi a vedere alcune pellicole che dalle poltrone italiane ora non si possono vedere... sebbene fino a una ventina di secoli fa, sì! Si poteva. Entriamo nel cimena del mio paese, l'Argentina. Entriamo nel Cinema Austral!


Come nel vostro cinema, il film del cielo Boreale, anche la produzione del mio concorre per conto della natura, però il casting... Ah, il casting fu iniziato già dai Greci. Così battezzarono quasi 50 costellazioni e questi nomi furono riconosciuti da Arabi, Egizi e Babilonesi. Un po' più tardi, circa 1930 anni d.C., gli astronomi decisero di lottizzare l'universo visibile in 88 terreni e così restarono demarcati i limiti delle costellazioni, delle quali una cinquantina si esibiscono nel cinema del Sud, che voi, dal Nord, non potete vedere nella sua totalità.

La lingua "universale" che era utilizzata nei circoli accademici nell'epoca in cui i nomi delle stelle furono fissati per sempre era il Latino. Molto pragmatici gli antichi nominarono le costellazioni con nomi che dipendevano dalla somiglianza con animali, personaggi leggendari o mitologici. Alla fine del XVI secolo D.C. gli esploratori europei dei mari del Sud si obbligarono a mollare i grossi cavi che - come un invisibile cordone ombelicale - li univano alla imprescindibile "mamma cosmica": la Stella Polare. Questa stella, un vero regalo divino, - senza la quale la storia delle conquiste e le sue conseguenze sarebbe stata assolutamente differente - era l'unico riferimento certo che gli aiutava a sapere dove fossero, dandogli rapidamente e facilmente uno dei dati necessari per conoscere dove fossero le loro navi: la Latitudine, con una accettabile esattezza. Con la Stella Polare ambizione e coraggio potevano partire e tornare… a volte! (la scoperta della Longitudine avrebbe richiesto vari secoli ancora, piagati di naufragi e viaggi senza ritorno).

Questi naviganti, mano a mano che si spostavano verso sud, vedevano che la loro stella polare si avvicinava pericolosamente all'orizzonte, notte dopo notte, fino a scomparire. Avevano bisogno di grande valore personale - e molta ambizione, anche, che è il vero vento delle vele… - per continuare in un mondo sconosciuto, pieno di mostri e misteri. Ciascuno di loro desiderava rientrare vivo, e se possibile anche ricco, però, senza la Polare a guidarli, gli restava un'unica via: disegnare la mappa celeste delle nuove costellazioni che osservavano, in modo da potere riconoscere la strada fin quando la Polare sarebbe nuovamente apparsa all'orizzonte. E cosa videro in questo nuovo Cinema? Nuove stelle che formavano nuove figure. Tra tutte, ai fini della navigazione, se ne scelsero 3, più caratteristiche: CRUX, la croce del sud, CENTAURO, e CARINA, praticamente invisibili dall'emisfero nord. Della Croce del Sud si avevano notizie già da Tolomeo, per via di alcuni viaggiatori terrestri nel continente africano. I navigatori furono coloro che eternizzarono il suo nome a forza di usarlo. Si tratta di una costellazione strana. La più piccola di tutto il cielo e molto facile da identificare. Mentre la notte avanza questa croce gira, puntando sempre al Polo Sud con il suo lato maggiore, ma rimanendone sempre distante, mentre la polare sovrasta il Polo Nord che è il Polo Nord celeste.


La Croce non sta sul Polo sud, ma i naviganti, molto pratici nelle loro cose, scoprirono subito che prolungando il suo asse maggiore 3 volte e mezza, si individuava una zona oscura, nera, del cinema celeste, che era esattamente il polo Sud celeste. E ne furono tranquillizzati. Inoltre questa costellazione rappresentava un gigantesco orologio cosmico, girando intorno a questo punto indicava le ore della notte. Un lusso addizionale che la polare non dava, dovendosi invece affidare per questo all'Orsa Maggiore. Superstiziosi e religiosi i naviganti non ebbero dubbi sul chiamarla Croce! Le stelle che la compongono a vista normale sembrano 4, appunto i 4 estremi della croce cristiana: era identificabile e questo bastava per l'uso notturno.

La Croce del Sud è ubicata più o meno a metà distanza tra le costellazione di Carina e una delle coppie più luminose e chiacchierate del Cinema del Cielo: Alfa e Beta Centauri, che la seguono fedelmente nel suo girare notturno. Le stelle principali che la compongono sono Alfa Crucis (alfa per essere la più brillante di tutta la costellazione) chiamata anche Acrux; In realtà si tratta di una stella doppia, cioè di due stelle che si girano intorno. La più grande è 4000 volte più luminosa del nostro sole. Meno male che è tanto lontana! Circa 320 anni luce da noi...

E' di colore azzurro, così come Mimosa, o Becrux (Beta Crucis) la seconda stella per brillantezza. Questa si formò nel grazioso cumulo delle Pleiadi e del Toro. La terza stella per luminosità è Gacrux (Gamma Crucis) che è una stella rossa, cioè più calda delle azzurre. La meno brillante di tutte, Decrux (Delta Crucis) è una stella azzurra. La costellazione della Croce del Sud non solo è presente nella bandiera di molti paesi australi, come Australia e Nuova Zelanda, ma fa parte della cultura di tutti i paesi più australi del mondo ed è un simbolo distintivo di questo emisfero, come la Polare e l'Orsa Maggiore lo sono per quello nord.

Nell'infinità greca di creazioni fantastiche, mostri di ogni tipo, si trova il celebre Centauro (Kentauroi), conosciuto come metà uomo e metà cavallo. Questi esseri vivevano tra i monti dell'Ellade, Arcadia e Tessalia. Erano immortali, ma ciò nonostante uno tra i più famosi, Quiron, non volle sopravvivere al dolore che gli causava una ferita che accidentalmente gli aveva procurato il per nulla delicato Ercole con una delle sue frecce. Come poteva mancare una costellazione che portasse il nome del Centauro? Questa confina a nord con la costellazione di Hydra, all'est con Vela e al Sud con Crux, che quasi ne è compresa.

 

La stella più brillante della costellazione è Alfa Centauri, conosciuta come Rigil Kentaurus in arabo. Ha una curiosità caratteristica: è la stella più vicina al nostro sistema solare. Solo 4,3 anni luce. Ideale per andare a conoscerla in ul lungo week-end! La seconda per brillantezza è Beta Centauri e si chiama anche Hadar o Agena e dista 525 anni luce. Visitarla è un po' più complicato.

E giacché stiamo navigando, perché non dire qualcosa delle costellazioni che hanno nomi che si riferiscono ai naviganti? Carina, che significa "chiglia" in latino, insieme a Puppis (poppa) e Vela (la vela delle barche). Insieme formano un gigantesco triangolo che occupa buona parte dell'emisfero sud. E si riferiscono alla famosa nave degli Argonauti, che navigavano alla ricerca del Vello d'oro di Giasone. Da questa costellazione si distacca Canopus, che era il nome dell'esperto timoniere della nave Argo. La sua luminosità la pone subito dopo Sirio, la stella più brillante dopo il nostro sole.

 

Una delle costellazioni più belle può vedersi da ambo gli emisferi: Orione. Il cacciatore, con la sua spada, il cinturone e il pugnale. Bellatrix, nella punta della spada, appuntita e pronta al combattimento; Alnilam, Minta e Almitak, le 3 stelle che formano la cintura del cacciatore dalla quale pende il pugnale. E, nel centro di tutto questo, la Nebulosa di Orione, che con un potente binocolo ci mostra i suoi 7 diamanti interni. Il cacciatore rincorre le Pleiadi, ma si tratta di una caccia eterna, una pellicola che tutta l'umanità può vedere per sempre...

Il racconto del cielo del Sud non termina con questo corto racconto. Anzi, direi che appena è cominciato. Ho solo cercato di lanciare un amo affinché uno dei lettori abbocchi e continui ad investigare. Un binocolo comune e una guida elementare dei campi stellati possono accompagnarlo per interminabili notti: più di mille e una! Di racconti fantastici. Ci sono molti film, da vedere. Se passate di qui, entrate a vedere i film offerti al Cinema del Sud.

A bordo di Adriatica il nostro Giasone: Filippo e i suoi Adrianautici, le guardiamo ogni notte. E se non riusciamo trovare il Vello d'Oro, il cielo del Sud ci regala un fantastico spettacolo che ci fa dire che questa avventura ne vale la pena.


Ricardo Cufré

Secondo di Adriatica

Puerto Deseado, Patagonia

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