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Ci avviciniamo a Cabo Blanco

20 December 2006 ore 23:30

Posizione: 03°37',7S - 085°39',8W. 250 miglia a W di Cabo Blanco, Perù. Rotta 100°, verso il Cile del Nord, Antofagasta. Velocità 5 nodi. Ore 02:35 LT. Vento da SE a 15 nodi. Mare lungo da Sud in calo. Pressione 1011 Mb, copertura del cielo 8/8.

 

Cabo Blanco é l'estremità più occidentale del continente Sud Americano. Ci avviciniamo lentamente ala costa del Perù, che costeggeremo per oltre 1.000 miglia prima di entrare in acque cilene. Non ci avvicineremo mai troppo alla costa, anche per evitare i pericoli rappresentati da alcuni basso fondi e da una decina di isolotti su cui l'oceano frange con tutta la sua potenza e dove la corrente ci trascinerebbe se ci avvicinasimo troppo. Anche dai principali porti peruviani conviene stare al largo. E' già un paio di settimane che riceviamo allerte dal Centro Anti Pirateria di Kuala Lumpur, in Indonesia. Questo ufficio coordina tutte le attività anti pirateria al mondo e ha segnalato già 4 attacchi a navi e barche nella zona di Callao (Lima). Due erano imbarcazioni da diporto all'ancora in rada. Inoltre non é ancora stata trovata la barca a vela americana che dal Perù risaliva verso il nord e che non ha dato più notizie di se da ormai 30 giorni. Naufragio? Attacco di malviventi? Nessuno lo sa. Quindi navighiamo a prudente distanza dalla costa, in modo da essere fuori portata dalla vista e dall'autonomia dei motoscafi di questi malfattori.

 

La navigazione prosegue tranquilla, sebbene di bolina e contro vento. Siamo in leggero ritardo sulla tabella di marcia, ma conto di recuperare non appena il mare si calmi un po' e Adriatica riesca ad avanzare più stretta al vento. Ora, per quanti sforzi facciamo, l'angolo migliore non é inferiore a 60°. Il cielo durante il giorno si apre e l'azzurro terso risalta tra le nuvolette a batuffolo dell'aliseo. La notte, a causa della condensazione dell'umidità dovuta alla differenza di temperatura tra l'aria, calda e asciutta e il mare, umido e freddo per la corrente di Humboldt che trasporta a queste latitudini le fredde acque dell'antartico, si forma una cappa di cumuli che mano a mano oscura lo spendido cielo della notte equatoriale. Sono le 23 della sera. Orione sale lentamente verso l'azimut. Cassiopea indica involontariamente la direzione del Nord, giacché la Polare é già invisibile. Iniziando da Est la foschia inizia a attenuare la nitidezza delle costellazioni che accompagnano il primo turno di guardia, quello che dalle 21 porta a mezzanotte. Già i nuovi montanti si organizzano per il secondo turno: "Fa freddo ragazzi? com'é? la fuori", "Tutto OK, comincia a coprirsi, serve la cerata per l'umidità. La temperatura, ancora va!"

Mezzanotte. Cambio turno. Caffé. Crackers. Il cielo si comincia a scurire a macchie. Si percepisce la presenza della nube dalla macchia senza stelle che intravedi a levante. Due, tre, cinque, dieci macchie... La notte senza luna avanza e lo splendore del cielo si smorza. Ora é coperto completamente. Il buio "é" buio... La sensazione di solitudine si accresce in questo momento della notte. Per fortuna sono le 3, é ora del cambio. "Vai a dare una mossa ai montanti!", "Sì, vado, e gli faccio anche un caffé, che ne avranno bisogno".
La nuova coppia sale stropicciandosi gli occhi nell'oscurità totale. Ogni tanto qualche spruzzo di un'onda che si schianta sulla prora giunge fino in pozzetto, e completa la sveglia dei nuovi venuti. Il sapore amaro del caffé in bocca. Nessuna voglia di parlare, ma tanta di dormire... La cuccetta era ben calda!... Ora fuori comincia a far fresco. Cerata, cappello di lana, scarpe.

"Caspita, ma non siamo all'equatore? Io non pensavo.. Chissà cosa dev'essere in Cile, nei canali. Là si che beccheremo del gran freddo!", "Si, fortuna che Fil ha montato il Webasto, il riscaldamento ad aria, sennò...!"

In mare non é come a terra. Umido e vento abbassano notevolmente la temperatura dell'ambiente e per questo dove, alla stessa latitudine, ci sono foreste tropicali e deserti, in mare si può tremare di freddo. Sono le 5 passate ormai. I ragazzi del turno faticano a tenere gli occhi aperti. Lo sguardo che fino a poco prima controllava velocità e direzione del vento, ora insiste ripetutamente sull'orologio: "Maledizione, l'ultimo turno della notte é il peggiore, e l'ultima ora di questo turno non passa mai!", "Hai ragione... Vado a scrivere il libro di bordo, sennò mi addormento. Non staccare la cintura di sicurezza, che sei solo, al timone...", "Si, certo. Mica voglio finire in mare a 400 miglia dalla costa più vicina, di notte e con tutti a bordo che dormono!... Dai una mossa ai montanti... Che guadagnamo 5 minuti, dai!.."

Già si percepisce un cambiamento nel buio. Il bordo delle nuvole più a levante si intravede più chiaro. Un nulla, ma già si vede. L'aurora si prepara. Il sole uscirà tra più di un'ora, ma qualcosa sta cambiando.

E l'aria comincia a perdere una parte della sua umidità, una buona parte della quale si é depositata sulla barca, sulle vele e sull'attrezzatura, gocciolanti, nell'attesa del caldo mattino che le asciugherà.

Il nuovo turno é in coperta. E' il turno privilegiato, perché ha dormito da mezzanotte alle 6 ed é quello che si riposa di più, siccomne il sonno di queste ore rispetta l'orologio biologico del nostro corpo.

E' per questo che i due del mattino si occupano di rassettare la barca dopo la notte. Sfruttando l'umidità depositata dalla notte, con una spugna, ripassano la coperta per toglierle il sale degli spruzzi notturni. Alcuni pesci volanti, ciechi nella notte scura, si sono involontariamente suicidati contro Adriatica. Ora ne raccogliamo le carcasse e le gettiamo in mare, dopo averne ammirato l'apertura delle pinne, vere e proprie ali.

"Tò, stanotte anche un calamaro ha deciso di farla finita... Meno male che é uno di quelli piccoli. Ti immagini se fosse un calamaro gigante che si innamora del rosso scafo della nostra barca!", "Non voglio nemmeno pensarci. Per fortuna che Adriatica é di acciaio, sennò in una collisione contro uno di questi mostri marini o contro una balena ci lasceremmo lo scafo...", "Dì, invece di pensare ai mostri marini, guarda che colori stamattina!"

Le nuvole che iniziano a diradarsi, come una folla di gente dopo uno spettacolo di piazza, a gruppi, oppure solitarie, restando ancora qualche capannello qua e là, lasciano spazio ai primi raggi del sole, fulgidi, dritti, allegri.

Un nuovo giorno inizia su Adriatica. Un nuovo giorno inizia qui sul Pacifico orientale, 85° di longitudine Ovest.

 

 

Filippo Mennuni

Skipper di Adriatica

E il suo equipaggio.

 

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