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Capodogli nel Mediterraneo

4 September 2009 ore 13:00

Navigavamo con mare calmo e una decina di nodi alla bolina, mure a dritta. Rotta da La Galite a Capo Teulada. Eravamo un po’ assonnati per la notte di guardia, dato che quel tratto di mare è sempre piuttosto affollato di navi in transito da est a ovest e viceversa.

 

Ci siamo resi conto di essere al centro di un vero e proprio branco di capodogli senza neppure riuscire a renderci conto. Un branco enorme, con molti cuccioli. Le femmine, di grandi dimensioni, giravano intorno pronte a intervenire se avessero dovuto difendere i loro cuccioli. Lontano si vedevano i grandi maschi, che generalmente si avvicinano solo per l’accoppiamento. La cosa più sorprendente era che intorno, dentro il branco, nuotando velocissima, si muoveva una balenottera comune di oltre 20 metri. Sembrava nervosa, nuotava a almeno 15 nodi (abbiamo provato a starle dietro, ma era impossibile), e saltava fuori con tutto il corpo enorme, in diagonale, per poi tuffarsi di nuovo in mare alzando colonne d’acqua spettacolari. Era una scena bellissima. I delfini tutto intorno… splendido. 

 

Non ho mai visto una cosa simile. Tutte le balene che avevo visto fino ad ora nel Mediterraneo era isolate, calme, tranquillissime. Mai visto capodogli, tanto meno un branco così numeroso. Un grande regalo della natura a chi era a bordo di Faamu-Sami nella splendida Rotta dei Pirati di quest’anno.


Simone Perotti


L'articolo divulgato dai giornali

28 agosto 2009. Porto Teulada (Ca) Incontri ravvicinati: 15 capodogli e 1 balenottera di oltre 20 metri a sud della Sardegna. 

 

Due imbarcazioni a vela italiane sono state protagoniste ieri di uno straordinario incontro ravvicinato con un branco di oltre 15 capodogli di varia dimensione e una balenottera comune mentre navigavano verso Capo Teulada provenienti dalla Tunisia. Le due imbarcazioni Faamu-Sami e Nugae, impegnate nella Rotta dei Pirati Spray-Seaproject (La Spezia, Egadi, Pantelleria, Tunisi, Tabarka, La Galite, Cagliari, La Spezia), si sono trovate letteralmente circondate da un branco di cetacei di varia dimensione e specie: decine di delfini e stenelle, un gruppo di oltre due dozzine di capodogli, e poco lontano una balenottera comune lunga più di 20 metri. Ai margini del gruppo, in lontananza, sono stati avvistati anche alcuni capodogli particolarmente grandi. 

 

E’ da poco sorto il sole, che indugia dietro groppi di nuvole. Le due imbarcazioni Faamu-Sami e Nugae, rispettivamente 36.7 e 40 piedi, procedono a vela e motore verso nord, rotta per Capo Teulada. Sono salpate all’01.00 dall’isola de La Galite, ultimo angolo selvaggio d’Africa prima dell’Europa. La notte è stata tranquilla, nonostante le navi numerose che incrociano in quel tratto di mare. Nella posizione: 37° 58.300’ N – 8° 53.440’ E, il biologo marino Giampietro Sara, 40 anni, spezzino, Comandante del Nugae, e lo scrittore Simone Perotti, Comandante di Faamu-Sami, comunicano via radio. Si sono trovati al centro di un branco di capodogli.

 

“La scena era straordinaria” ha commentato per l’Ansa Giampietro Sara “Decine di delfini sembravano scortare un grosso gruppo di capodogli, tra cui alcune femmine di grandi dimensioni e molti “cuccioli” sotto i dieci metri. Ma la cosa più incredibile era il comportamento della balenottera”. Ai margini del branco una balenottera comune di grandi dimensioni navigava a quasi 15 nodi di velocità per poi saltare con tutta la sua mole fuori dall’acqua e piombare giù alzando colonne di schizzi spettacolari. “Sembrava nervosa” ha commentato Simone Perotti  “Ho visto molte balenottere nel Mediterraneo, ma nessuna che si comportasse in quel modo. Era una scena meravigliosa”. Il comportamento del più grande cetaceo presente nel Mediterraneo, secondo il biologo Sara e i suoi colleghi contattati telefonicamente, era sorprendente solo in parte. I grandi salti e le evoluzioni servono infatti alla balena, generalmente, per segnalare i banchi di plancton ai propri simili. “Resta da capire” ha concluso Sara “come mai la balenottera attraversasse con tale impeto il branco di capodogli”.

 

Dopo i primi momenti di apprensione per la sicurezza delle barche e l’incolumità degli equipaggi, le due imbarcazioni si sono lasciate portare dal mare e hanno “navigato” insieme ai cetacei per oltre due ore. “Ci passavano sotto lo scafo strofinando le teste tra loro” ha concluso Simone Perotti “facevano venire i brividi, ma erano bellissimi”. L’area del Mediterraneo dove è avvenuto l’incontro ravvicinato si trova in un punto di forte dislivello batimetrico. Da oltre 2.500 metri di profondità il fondale sale improvvisamente a 1.000 metri. Questo “salto” delle profondità crea forti correnti di risalita, capaci di far emergere acque ricche di sostanze nutrienti per plancton e piccoli pesci. E’ probabilmente questa una delle ragioni per cui i grossi cetacei stazionavano in quel tratto di mare. Anche la composizione del gruppo rispecchia le abitudini sociali dei capodogli. Le femmine, di grandi dimensioni, scortano i cuccioli e i giovani maschi, sessualmente immaturi. I maschi si avvicinano al branco solo durante la stagione degli amori.

 

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