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Attraversiamo lo stretto di Malacca

17 September 2003 ore 00:00

Cari amici, vi avevo lasciato preannunciando tre fatti salienti, tutti puntualmente verificatisi: Federica è partita, lasciandoci un ricordo molto forte. Ho come la sensazione che la rivedremo presto...

Gli altri due avvenimenti (l'incontro con l'Ambasciatore e la partenza per Phuket) si sono mischiati in modo tanto inatteso quanto piacevole. Eravamo infatti pronti a fare la conoscenza di Guido Scalici, Ambasciatore italiano a Singapore e a fargli gli onori di casa su Adriatica, ma certo non immaginavamo di trovarci davanti un grande, grande e ancora grande appassionato di vela! Non solo appassionato, ma decisamente praticante!!

Guido naviga da sempre; per alcuni anni l'ha fatto con la sua barca e poi con amici, conoscenti, parenti, con incarichi ufficiali, cambiando ogni tipo di imbarcazione, propulsione, dimensione, svariati mari del mondo... insomma, cogliendo ogni minima occasione per stare sul mare.

E Adriatica è arrivata al momento giusto. Galeotto è stato il fine settimana, che, con una piccola appendice, gli ha permesso di preparare la borsa in quattro e quattro otto e di saltare a bordo della "Rossa", per godersi le 600 miglia fino a Phuket. Con lui c'era il simpatico Emanuele, suo figlio, che si è unito a noi con molto entusiasmo. Abbiamo passato tre giorni e mezzo molto piacevoli.

La navigazione è stata carente dal punto di vista del vento (ce la siamo fatta per più di metà a motore), ma vivacissima grazie a quanto ci ha offerto lo Stretto di Malacca. Immaginate un corridoio di mare piuttosto largo, a due sensi, percorso ininterrottamente da centinaia e centinaia di imbarcazioni, prevalentemente grosse navi commerciali ed enormi portacontainers. Di notte lo Stretto sembra un'autostrada a più corsie, dove le luci degli automezzi si sussegguono fitte e lente, formando un serpentone luminoso senza soluzione di continuità. Noi, poverini, ci siamo relegati "sul ciglio della strada", sgranando mille occhi per cercare di interpretare le luce più stravaganti che uno possa immaginare, sicuramente non contemplate dai libri di testo usati per preparare l'esame per la patente nautica...

L'unica emozione che lo Stretto di Malacca, fortunatamente, non ci ha offerto, è stata la presenza dei pirati. Non è letteratura, è la realtà di quasi tutti i giorni. Assaltano i grossi cargo e, fino ad ora, non si interessano ai piccoli natanti. E noi, grazie a Dio, per loro siamo dei natanti piccolissimi! Anche senza l'incontro con Sandokan la nostra veleggiata, come dicevo, è stato ugualmente molto interessante e siamo sicuri che anche il nostro caro Ambasciatore ha fatto una bella esperienza da aggiungere alle molte precedenti.

Partiti loro (e speriamo prima o poi di riaverli a bordo), Gigi e io ci stiamo preparando per lasciare Adriatica sola soletta per un paio di mesi, qui a Phuket. Vi risparmio la sfilza dei lavori che bisogna fare prima di lasciare una barca ferma per un lungo periodo, ma vi assicuro che sono davvero molti.

Fra un paio di giorni, quindi, diremo ancora una volta "arrivederci" ad Adriatica. Torneremo a riprenderla in novembre, quando ricomincera' il nuovo ciclo di navigazioni e di avventure.

E dunque un "a risentirci" anche a voi, cari amici,

 

Irene

Skipper di Adriatica

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