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ScienzaGiovane

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Con Viola Tanganelli alle Galapagos

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La scienza vista dai professori

Mica vorremo estinguerci come i dinosauri?

UniBo: Marco Passamonti, Valerio Scali & co.

Marco Passamonti è nato a Trento nel 1969. E’ affiliato, come borsista, al dipartimento di Biologia Evoluzionistica Sperimentale dell’Università degli Studi di Bologna. Allo stesso Ateneo, per il corso di laurea in Scienze naturali, tiene lezioni di Evoluzione Biologica. Le sue competenze specifiche sulla materia vanno dagli aspetti teorici agli organismi, passando per i marcatori genetici, le tecniche molecolari e l’analisi dei dati. Tra i suoi interessi scientifici spiccano gli studi sulle famiglie delle Veneridae, delle Portunidae e sugli insetti stecco del genere Bacillus.

Nel progetto Darwin il professor Passamonti coordinerà un progetto sull’evoluzione degli organismi marini. "Le acque che circondano le Galapagos – spiega Marco Passamonti - ospitano circa 3000 specie marine animali e vegetali. In queste acque è facile osservare squali, tartarughe marine, leoni marini e 306 specie di pesci, di cui il 25% endemici dell’arcipelago. Lo scopo della parte didattica di cui mi occuperò è di ripercorrere le osservazioni naturalistiche di Darwin partendo dagli organismi marini e di discutere con esempi reali gli effetti dell’evoluzione anche in mare".

 

Il professor Valerio Scali, docente di Zoologia all'università di Bologna, è il secondo docente accompagnatore di questa tappa. Scali coordinerà il progetto "L'Evoluzione fra i vulcani. Gli ecosistemi degli invertebrati terrestri delle Galapagos". Questa è la sua presentazione autobiografica:

Sono nato a Firenze e sono professore di Zoologia nella Facoltà di Scienze dove attualmente insegno Zoologia. I miei interessi di ricerca sono nel campo della biologia riproduttiva, della speciazione, dei rapporti filogenetici e della ibridazione nei molluschi bivalvi (vongole) e nei fasmidi (insetti-stecco) attraverso l'impiego della citotassonomia (confronto dei cromosomi, dei meccanismi maturazione dei gameti), della genomica mitocondriale e degli allozimi. Ad oggi sono autore o coautore di molte pubblicazioni scientifiche in riviste nazionali ed internazionali ed ho presentato i risultati delle mie ricerche in numerosi seminari e conferenze nazionali ed internazionali. Faccio da referee per la valutazione di articoli per riviste censiti ISI e per la valutazione di progetti di ricerca sottoposti per il finanziamento ad agenzie e fondazioni nazionali ed internazionali. Data l'età (68 anni) sono stato anche responsabile nazionale di numerosi progetti scientifici del CNR del MURST, coordinatore del Dottorato di Biologia Animale, poi confluito in quello di Biodiversità ed Evoluzione.

 

Lavoreranno in gruppo con il prof. Scali e il prof. Passamonti: Federico Plazzi, Stefano Dalla Casa, Carlotta Cicotti, Alice Del Bianco, Irene De Giorgi.

 

Si sono presentati alla redazione a modo loro, e così vogliamo farveli conoscere.

 

Federico Plazzi. Evoluzionista per caso. Nasce nel lontano 1984 nel cuore di Bologna. Quando deve scegliere la Facoltà a cui iscriversi, gli capita in mano un libro di Stephen Jay Gould e così, per caso, si iscrive a Biologia. Finisce per restarci e l’esame di Genetica gli piace talmente tanto che lo fa due volte. Adesso, per vendetta, lotta per una tesi di laurea contro i geni di alcuni animali con conchiglia, tipo capesante. Nel frattempo prova a giocare a pallavolo, a suonare il piano e a fare giochi di prestigio, con risultati deprecabili. Ha già al suo attivo numerosi viaggi di studio in luoghi ancora più belli delle isole Galapagos: l’inceneritore del Frullo, il canale di Molinella, l’argine di Anita e persino la cascata dell’Acquacheta. Con queste credenziali, senza aver mai fatto immersioni, si prepara al viaggio oltreoceano, senza pinne perché sono incorporate (numero di piede: 52), senza macchina fotografica subacquea perché tanto non sa fare foto, ma con un mazzo di carte con un mollusco diverso su ciascuna.

L’unico problema sarà con le telecamere: da bambino è stato sgridato dal conduttore de “Lo Zecchino d’Oro”.

Un altro grosso difetto è l’essere interista, ma in questo modo almeno si assicura qualche anno in meno in purgatorio.

 

Stefano Dalla Casa. Sono uno studente di Scienze Naturali della Facoltà di Scienze MM.FF.NN. dell’Università di Bologna, iscritto dal 2003. La mia “evoluzione” è legata principalmente a tre autori: Michael Crichton, Carl Sagan e Arthur Conan Doyle; con tanti cari saluti al mio diploma di maturità classica, che conseguii portando come prova finale una tesina sull’evoluzione e su Darwin in particolare. Quando ero matricola scoppiò lo scandalo della rimozione dell'insegnamento della teoria dell'evoluzione dai programmi di studio delle scuole medie. Leggendo la notizia in secondo piano sul giornale Repubblica, scrissi una lettera “al vetriolo” a Corrado Augias, e fu pubblicata. Con dei volantini all'università e in alcune scuole ho cercato di dare il massimo risalto alla notizia. Avevo messo il mio contatto e-mail in evidenza e una professoressa di zoologia, Franca Scanabissi, mi contattò. Si costituì presto una commissione nel BES (Dip. Di Biologia Evoluzionistica Sperimentale) di Bologna per organizzare una giornata di seminari sull'evoluzionismo, dedicata sia agli universitari che agli studenti delle scuole medie e rispettivi insegnanti. L’evento, oltre a prefiggersi di offrire interventi dal punto di vista scientifico, aveva come obiettivo primario di dire "noi non ci stiamo". Il seminario del 2004 venne infatti intitolato "Evoluzionismo: scienza attuale". L'esperienza si è poi ripetuta nel 2005 con un evento dal titolo “Evoluzione dell'evoluzionismo”. In seguito alla pubblicazione della mia lettera su “Repubblica”, si è sviluppata spontaneamente una rete di contatti che mi ha fatto incontrare e conoscere molte persone (anche alcuni creazionisti di cui ho conservato gelosamente le lettere: semplicemente fantastiche, in tutti i sensi). Tra queste persone c’era Paolo Coccia, il fondatore, insieme a Telmo Pievani, del portale dell'evoluzione Pikaia, della cui redazione ora faccio parte. Il mio obiettivo rispetto all’esperienza che intraprenderò non è di natura sperimentale: scriverò per Pikaia un articolo divulgativo in forma di "reportage", documentando i progetti di ricerca. L’ articolo sarà parte integrante della mia tesi di laurea triennale, che segue Giuliano Pancaldi, docente di Storia della Scienza del dipartimento di Filosofia di Bologna, il cui tema sarà appunto la divulgazione scientifica. Così anche io, senza alcuna esperienza significativa di viaggiatore, evoluzionista un po’ per caso e un po’ no, mi preparo a partire e a partecipare alla celebrazione di Darwin che questo viaggio si prefigge.

Viva la evoluciòn!

 

Carlotta Cicotti. 25 anni! Iscritta al secondo anno della laurea Specialistica in Scienze Naturali, indirizzo marino. Qualcosina di più? Beh partiamo dal futuro: Mare! Come stile di vita, come luogo di lavoro e come oggetto di studi. E vai allora con un attacco su tutti i fronti!

Sotto: cerco di fare l’istruttore subacqueo, insegnando in piscina quando mi va male, all’Isola d’Elba quando la stagione lo permette; ho fatto la guida sub per un diving center dell’Isola e da poco tento qualcosa con la fotografia subacquea con una fantastica NikonosV (in barba al digitale!). Ultimamente tradisco un po’ il popolo dei bombolari per seguire i più longilinei apneisti, anche per un “discreto” interesse alla pesca sportiva (anche se finchè rimango così scarsa i pesci han poco da temere!).

Sopra: lavoro con una scuola di vela di Bologna, base a Rimini. Oltre alla scuola cerco di saltar su quante più barche riesco; qualche imbarco in giro allora, un po’ in Tirreno e un po’ in Adriatico, qualche miglio ai Caraibi e un giretto intorno alla Corsica, e ultimamente un lungo trasferimento su un catamarano, da Fiumicino alle Canarie.

Oltre a ciò…quando sono a casa studio (dai mamma non fare quella faccia, è vero!); e cosa si può proporre di meglio a un “naturalista marino” di andare alle Galapagos con un progetto di studio sulla biodiversità? Soprattutto se all’ultimo anno e in caccia di una tesi? Quindi… eccomi qui!

 

Alice Del Bianco. Classe 1981, cresciuta a Riccione a piadina e Superquark, sviluppa una grande passione per il mare e i suoi abitanti dopo che il padre l’ha costretta per 14 anni a vacanze in remoti paesini di montagna. Al momento di iscriversi all’Università finisce per sbaglio a Ingegneria da dove, dopo 2 anni e 8 esami, scappa a gambe levate per passare a Biologia, la sua vera passione. Si laurea con una tesi sui cavallucci marini e attualmente è iscritta alla Laurea Specialistica per diventare Biodiversa ed Evoluta. Da brava romagnola, lavora nel settore del turismo, in particolare nell’albergo dei nonni dove si è specializzata nella stiratura di tovaglie e lenzuola. Socia WWF da sempre, voleva salvare il panda ma si è dovuta accontentare di animali più autoctoni. Nel tempo libero svolge attività di divulgazione scientifica spiegando ai turisti che il grampo non è un crampo e nemmeno un granchio, ma un delfinide. Al Paese delle Meraviglie preferisce di gran lunga le Galapagos.

 

Irene De Giorgi. Mettete insieme una chioma che si fa beffe della gravità, organi interni a forma di stelle marine e cavallucci fluttuanti e un colorito alla Nutella da non aver bisogno di parlare arabo antico per risultare credibile; shakerate con cura il tutto e la vedrete… Salentina D.O.C., lascia le rosse terre d’ulivi per andare a scoprire, tra le nebbie padane, i segreti di questo mare da piccola assai temuto, oggi così tanto amato. Mare simbolo di misteri o scrigno ideale in cui riporre i propri desideri, ma anche forza della natura che impone cura e rispetto da parte dell’uomo. Così, in nome di questo partito, le scienze ambientali marine, a districarsi tra azimut e parallassi, inciampare sugli integrali tripli e restare affascinata (e qui qualcuno potrebbe iniziare a temere per la sua sanità mentale) da pallottole gelatinose di nome ctenofori, amici delle meduse. Passa il tempo e attraverso sperimentazioni musicali e bottiglie di martini (calma, nel senso che lavora come barista), decide infine di ‘intesirsi’ con le bestioline più piccole e preziose che il mare possa ospitare, forse perché,essendo un po’ nana anche lei, sente di dover difendere la categoria. In quanto al resto (telecamere a parte, che sono l’aspetto peggiore) kit del perfetto ‘vomitante’ e… speriamo che lo stomaco tenga botta!



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