Il sito navigabile dei Velisti per Caso!
twitter facebook friendfeed flickr youtube scrivi a

velisti tv

> newsletter

> cerca

> credits

iscriviti alla
newsletter


cerca nel sito

Syusy parla del viaggio a Cuba

1 April 2002 ore 15:00

Di ritorno dall'isola della salsa, dei sigari e di Fidel Castro nell'aprile 2002, Syusy ci racconta a caldo l'itinerario fatto e le sue impressioni.



Tullia (redazione): Ti è piaciuta questa prima esperienza di barca su Adriatica? Come hai trovato Cuba?

Syusy: Mi è piaciuto tantissimo stare in barca su Adriatica, ma soprattutto - come sempre - è stato interessantissimo anche il fatto di fare terra, quindi di conoscere Cuba. Era la seconda volta che andavo: la prima volta sono stata sette anni fa quando ero incinta di sei mesi di Zoe e questa volta sono andata per manina con la Zoe. E poi l'altra volta non sono riuscita a muovermi di più che all'Avana, invece questa volta sono potuta andare fino a Santiago. Siamo andati in pullman con una compagnia di italiani che facevano lo spettacolo di Pinocchio, quindi pieni di Pinocchi da tutte le parti!

Poi siamo andati in una cooperativa teatrale che è anche una cooperativa agricola, abbiamo visitato una scuola, abbiamo visto gente che faceva autostop lungo la strada, abbiamo visto altri a cui si rompevano le macchine e noi ne ridevamo... e alla fine anche a noi ci si è rotto il pulmino! Siamo dovuti scendere, abbiamo dovuto aspettare un giorno che arrivasse il meccanico e siamo stati ospiti da un contadino, poi finalmente il meccanico è arrivato... Abbiamo preso anche una macchina di queste belle americane che hanno loro - le Cadillac - e poi siamo arrivati a Santiago dove c'è proprio una bella vita notturna, poi abbiamo visto un parco preistorico, i dinosauri, i coccodrilli...

Ci siamo incontrati infine con la barca, Marco Covre è diventato matto a cercare il gasolio, poi finalmente dopo un bel po' siamo riusciti a partire per Cayo de la Regina, dove all'inizio non trovavamo il ristorante che ci aveva detto Orso, poi alla fine l'abbiamo trovato, ma era in un altro posto. Ah... abbiamo visto una cosa bellissima: degli squali e un personaggio che entra nell'acqua e gioca con loro. Era la prima volta in assoluto nella vita che vedevo una cosa così, impressionante! E poi io e Pat siamo tornati qui a Bologna, perchè dobbiamo mettere a posto delle cose, dobbiamo montare e chiudere le prossime puntate. 

 

 

Tullia: Avevate voglia di tornare?

Syusy: Siamo tornati con molto rimpianto, Pat non vede l'ora di risalire in barca, io purtroppo credo che dovrò rimanere qui a montare le puntate... vi amo molto, telespettatori, ma insomma è un bello stress. E in più, ho visto quanto montare in barca sia stressante, ho potuto vedere come ci lavorano i ragazzi Giacomo e Giovanni e devo dire che riuscire a montare "vomitando" (perché alla fine è così) i cinque minuti... è proprio una follia!

Se sopravviveremo, riusciremo a finire questo giro del mondo; che non è tanto il giro del mondo il problema, quello in sè non è niente, è la complicazione di volerlo raccontare in TV il vero problema!

 



Tullia: Parlando di Cuba, spiegaci meglio cosa sei andata a scoprire riguardo alla santeria.

Syusy: Sì, sono andata da dei santeri. La santeria è una religione tipica cubana dell'America latina, è un sincretismo fra la religione cattolica e la religione africana. Ci sono degli dei fantastici: c'è Chim Mangià, che è la regina acque, la grande madre, bianca azzurra e blu. C'è Ochùn che è meravigliosa, con il ventaglio, molto cocotte, è sempre contornata da ballerine e da cose carine; ne fa di tutti i colori, quindi ci fa ben sperare. Nella loro religione c'è anche questo permesso, sei fedele ad una dea che sa essere felice, che è capace di dominare gli uomini. Lei è l'unica ad avere visto il supremo, ed è una donna! E poi ci sono tutti gli altri: Changò, che sono stati sincretizzati dalla religione cattolica (lei corrisponderebbe a Santa Barbara), La Madonna del Cobre...

 



Andrea: Stai parlando del femminile legato al divino, insomma.

Syusy: Sì, qui il femminile è forte perché qui c'è proprio una forza femminile africana, qui non si scherza. C'è sia un maschile machissimo, molto chiaro, molto marcato; però c'è un femminile che è esageratamente prorompente. E' quello che manca a noi cattolici.

Ho intervistato una santera-pittrice e con lei siamo state tutte due esaltate dalla figura di Ochùn perché veramente è quello che manca a noi nel nostro immaginario di divino. E' il femminile nel divino, ma vincente: lei è una single però ha tutti gli uomini che vuole, procura anche uomini alle sue amiche (quindi è una buona amica...).

E' potente, può molto... ha volato in alto e ha visto.


Grazie Syusy! 


Andrea Casadio e Tullia Benati

Andrea Casadio e Tullia Benati

Inserisci commento

Inserisci il codice

riportato qui a fianco

Questo website utilizza i cookie per migliorare la vostra esperienza d'uso. Proseguendo la navigazione date implicitamente il consenso all'uso dei cookie. close [ informazioni ]