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Epistemologi della scienza alle prese con la biodiversità umana. (eh?)

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La scienza vista dai professori

Mica vorremo estinguerci come i dinosauri?

Roma Tor Vergata: Valerio Sbordoni & co.

Valerio Sbordoni è professore ordinario di zoologia all’Università di Roma Tor Vergata. Sarà lui il docente accompagnatore di questa tappa del progetto Evoluti per Caso – Adriatica sulla Rotta di Darwin in Patagonia e Terra del Fuoco. Sarà una delle tappe più impegnative. Dopo alcuni giorni di preparazione e ricerche all’ancora a Puerto Natales, dal 12 al 20 marzo Adriatica e la sua ciurma navigheranno verso Ushuaia in Terra del Fuoco. Si tratta di un tratto di mare noto a tutti i naviganti per la sua pericolosità. Si troveranno a latitudini bassissime, circa 55° a sud dell’Equatore (per la precisione, Ushuaia è a 54°48′00″S, 068°18′00″W), a poco più di 1000 km dal Circolo Polare Antartico, ai confini meridionali del continente americano.

Lo skipper Filippo Mennuni ci racconta nei diari che arrivano da Adriatica le difficoltà della navigazione in queste acque. Tuttavia la fatica, i rischi e le intemperie della navigazione sono ripagati dal fatto di essere in luoghi magnifici, incontaminati, veri e propri scrigni di biodiversità e bellezze naturali. In questa tappa Sbordoni e il suo team visiteranno tra l’altro il Parco Nazionale Torres del Paine e Cueva del Milodon, il famoso ghiacciaio Perito Moreno, Punta Delgada e la Riserva di Cabo Virgines, sullo stretto di Magellano. Navigheranno lungo il canal Beagle verso la Terra del Fuoco fino a Ushuaia, dove visiteranno la città e il Parco Nazionale Tierra del Fuego. Nell’attesa di conoscerne le avventure e le ricerche, presentiamo i protagonisti di questa delicata e impegnativa tappa, Valerio Sbordoni e i cinque ricercatori che partono con lui e Pat.

 

 

Valerio Sbordoni studia l’evoluzione e la struttura genetica di popolazioni analizzate a diverse scale geografiche. Gli organismi studiati includono farfalle, crostacei, pesci e bivalvi di interesse economico e, soprattutto, organismi cavernicoli. È autore o coautore di oltre 170 pubblicazioni scientifiche, coautore di 2 libri sulla zoologia generale e sulla storia naturale delle farfalle. Ha partecipato attivamente e coordinato numerose spedizioni zoologiche e biospeleologiche nel Vicino Oriente, Messico, Sud Est Asiatico, Himalaya, Tibet, alcune promosse dall’Accademia dei Lincei, che hanno portato alla scoperta di oltre 200 nuovi taxa per la scienza.

Dal 1980 è professore ordinario di Zoologia e Pro-rettore delegato per le attività culturali presso l’Università di Roma “Tor Vergata”. È ordinario della Accademia Nazionale Italiana di Entomologia, membro della Autorità Scientifica Nazionale per la Convenzione di Washington, membro del Comitato Tecnico Scientifico per l’Ambiente presso la Giunta Regionale del Lazio. Fa o ha fatto parte dei consigli di varie società, tra cui la European Society for Evolutionary Biology (della quale è socio fondatore) e la Society for Molecular Systematics (della quale è stato socio fondatore e vice-presidente). Collabora con riviste internazionali, tra cui Journal of Evolutionary Biology, Genetics Selection Evolution, Crustaceana, Biogeographia, International Journal of Speleology (Editor in chief), The Italian Journal of Zoology, Fragmenta Entomologica, Bollettino della Società Entomologica Italiana, Bollettino del Museo Civico di Storia Naturale di Verona.

 

I ricercatori del suo team

 

Paolo Gratton, Università di Roma “Tor Vergata”, PostDoc.

Nato (accidentalmente) a Milano nel 1978, da antenati di ogni parte d’Italia, da bambino ho trascorso molti pomeriggi sfogliando carte geografiche, atlanti storici e libri sugli animali. Forse per caso venti anni dopo mi ritrovo a disegnare mappe che descrivono la storia degli animali. Ho appena finito il Dottorato all’università di Tor Vergata. Da quattro anni ho la possibilità di giocare con farfalle e trote (animali uniti dallo strano filo conduttore del retino), chiedendo a frammenti di DNA di raccontarne i viaggi e i cambiamenti imposti da un ambiente in trasformazione.

Uno degli aspetti più difficili del mio lavoro è convincere amici e parenti che si può non sentirsi troppo ridicoli correndo per prati a rischiare le caviglie dietro un insetto, ma mi piacerebbe pensare di poter trasmettere un po’ della meraviglia che si prova. Che venga da un paesaggio, da una foglia, o da un albero filogenetico.

Sperando che questo scritto non finisca nelle mani sbagliate, provo a prendere in prestito una battuta attribuita a Richard Feynman: Science is like sex. It may give some practical results, but that’s not why we do it.

Paolo, biologo

Evoluto per Caso

 

 

Ciao a tutti! Mi chiamo Tania Deodati, sono nata 26 anni fa a Roma, il cinque di ottobre… quindi sono una bilancina, tranquilla, diplomatica, un po’ lunatica e tremendamente curiosa. Sono queste mie caratteristiche che hanno fatto sì che, attraverso un percorso un po’ tortuoso, io approdassi (meglio cominciare ad usare un linguaggio marinaresco!!) dove sono. Perché tortuoso? Perché inizialmente con l’idea di diventare avvocato (la parlantina non mi manca davvero!) mi sono iscritta al liceo classico. Durante il corso di studi ho cambiato radicalmente idea…volevo iscrivermi a medicina, ma, considerando che alla vista di una gocciolina di sangue divento bianca come un cencio, ho pensato che in fondo l’idea di diventare medico era da riconsiderare. E dove sarebbe potuta finire una come me, che ha sempre amato stare in mezzo alla natura, ha sempre adorato il mare e il profumo di salsedine, l’aria e i colori della montagna? Ovviamente a Biologia… dove finalmente ho cominciato a saziare la mia curiosità di sapere, di capire. Sono solamente agli inizi di questo percorso di conoscenza, e al momento svolgo un dottorato di ricerca presso l’Università di Tor Vergata, indagando le varie relazioni di parentela tra gruppi di farfalle. Chi l’avrebbe detto che sarei diventata una “farfallara”… e chi l’avrebbe detto che sarei finita per partire per un viaggio di tre settimane in Patagonia?!

Tania, biologa

Evoluta per Caso

 

 

Ciao, sono Manuela Pinzari e sono nata l'11 febbraio del 1977 a Roma e questa meravigliosa città non l'ho mai abbandonata, ho compiuto tutto il mio percorso scolastico ed universitario qui. Non sono una giramondo, anzi direi un animale di nido, come direbbe mio padre. Fin dalle scuole medie avevo in mente di diventare una biologa, nonostante la mia professoressa di scienze mi sconsigliasse di intraprendere questa strada, troppo dura. Da bambina mi dilettavo con muschi e licheni e con un bellissimo microscopio con cui osservavo qualsiasi cosa trovassi, infatti inizialmente avrei voluto diventare una biologa del tipo "topo di laboratorio", una scienziata che avrebbe scoperto il rimedio chissà per quale malattia, ma poi il mio interesse per gli animali e soprattutto per gli insetti ha preso il sopravvento durante il corso degli studi. D'altronde sono figlia di un "farfallaro" (appassionato di farfalle) e nipote di un "bacarozzaro" (appassionato di coleotteri), quindi sono stata sempre a contatto con questi deliziosi e curiosi animaletti, che cosa potevo fare?

In vacanza sui monti della Sabina ero sempre in giro con mio padre per i prati a prendere farfalle (vedi foto) con in mano sempre qualche piccolo essere... ero terribile mi raccontano, le mie dita piccole erano come "pinzette", chissà forse questa mia predisposizione è legata al mio cognome (Pinzari)? Ah! Ero velocissima a catturare con le mani le farfalle posate con le ali chiuse. Finito il liceo mi sono iscritta al corso di laurea in Biologia all'Università La Sapienza, mi sono laureata con una tesi etologica che aveva come oggetto di studio il corteggiamento in alcune specie di farfalle, di montagna ovviamente... perché la montagna è sicuramente l'ambiente che mi è più familiare. Dopo la laurea e dopo un anno di riflessione, chiamiamolo così, in cui ho perseverato nel mio intento di rimanere nel campo dei miei studi, sono approdata all'Università di Tor Vergata, ove sto svolgendo il dottorato di ricerca... sulle farfalle!

Manuela, biologa

Evoluta per Caso

 

 

Valentina Todisco. Ventinove anni nata sull’Isola Tiberina il giorno di Tutti i Santi. Fin da piccola ho amato la natura e gli animali tanto da cercare a tutti i costi di esserne circondata, purtroppo i miei genitori non mi hanno mai assecondata molto: al massimo abbiamo avuto due pesciolini rossi ed una tartaruga (che come potete immaginare danno poche soddisfazioni!!). Nove anni fa la svolta: ho incontrato Freud, un gattone rosso dal fare sornione, con cui ho convissuto fino a circa un anno fa e che considero il mio unico e grande vero amore. Andando via di casa però sono stata costretta a tradirlo con Molly, gattina di pochi mesi che zompetta instancabilmente per ogni dove.

I miei studi sono stati quasi obbligati dalla mia curiosità, voglia di sapere e ricerca: così senza nemmeno accorgermene mi sono laureata in Scienze Biologiche per poi prendere il dottorato in Biologia Evoluzionistica. Questo mi dà anche la possibilità di tentare di far appassionare, conoscere e rispettare la natura alle altre persone, soprattutto i bambini, collaborando in progetti d’istruzione nelle scuole, nei musei ed al bioparco.

Il viaggio più bello è stato con altre ragazze all’ Isola di Reunion dove abbiamo girato l’isola a piedi all’insegna dell’avventura e della scoperta, rimanendo completamente immersi ed affascinati dalla natura incontaminata di quei luoghi. Le mie più grandi passioni sono la speleologia e il trekking, passo dalle profondità abissali alle altitudini vertiginose, “riconosco” quindi tutti i colori dell’arcobaleno: dal nero di una grotta al verde di un paesaggio montano, ma del blu del mare, dell’oceano non ne so molto, specialmente dei colori che si possono ammirare sopra una barca a vela. Sarà bello scoprirlo.

Valentina, biologa

Evoluta per Caso

 

 

Emiliano Trucchi. Bene. Sono l’ultimo del mio gruppo di ricerca ad inviare questa biografia. E, più che un caso, è una caratteristica. In ritardo, più o meno sempre. E non perché sia lento. È che, all’ultimo momento, mi viene in mente qualcosa d’inderogabile da fare. E così i miei amici mi odiano ma mi capiscono, la mia ragazza mi ha scelto e quindi è obbligata a tenermi ed il ventaglio dei lavori possibili con cui campare si restringe. Qualche altro indizio:

- Mi piace risolvere problemi, applicarmi, rovistare tra le pieghe della razionalità (e magari anche un tantino oltre) per cercare di capire, di collegare fatti, eventi e leggi universali.

- Soffro tra quattro mura (anche tra tre o due), divento inquieto, smanioso ed ho bisogno di starmene in giro per boschi e prati, al mare o in montagna.

- Mi incanta sapere quanto ed in che modo gli animali e le piante possono essere diversi tra loro, indagare i percorsi e le cause di tutta questa varietà, studiarne (come non potrebbe essere così) l’evoluzione.

Ora il campo si restringe e l’identikit del ricercatore (in fieri) fuori orario si fa sempre più chiaro. Quasi ricercatore, già. Un po’ squattrinato, come d’obbligo per questa figura professionale in Italia. E fuori orario perché penso che l’unica ricchezza possibile sia il proprio tempo da spendere nel modo migliore.

Detto questo, il motivo per cui state leggendo questa stringata e filosofeggiante biografia è che sto per partire sulla scia di quel brigantino che portò Darwin in giro per il mondo. Al mio gruppo di ricerca è toccata la tappa in Patagonia e Terra del Fuoco. Certo non saranno le Galapagos o la Mata Atlantica ma navigare, magari a vela, nel Canal Beagle è decisamente oltre ogni aspettativa di viaggio. A onor del vero, confesso che, dovendo scegliere, preferisco Wallace, l’alter ego avventuroso ed istintivo del padre della teoria dell’evoluzione e speriamo che Charles non si offenda.

Emiliano, biologo

Evoluto per Caso

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