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Risalire il Mar Rosso fino a Sharm El Sheikh

26 April 2004 ore 15:00

Ciao a tutti, siamo appena arrivati a Sharm el Sheikh, provenienti dal Sudan. Abbiamo attraversato il Mar Rosso nuovamente assieme a Enzo e a Marta e dopo 3 giorni di navigazione poco esaltante (bonaccette, vento debole, un problema al motorino di avviamento), siamo approdati a Port Sudan. Qui i nostri due amici subacquei ci hanno lasciato e sono ritornati alle loro attività maldiviane. Ci siamo trovati molto bene con loro e siamo sicuri che, essendo velisti in evoluzione in attesa di realizzare progetti a lungo termine, Enzo e Marta, a bordo di Adriatica, hanno maturato un'esperienza molto importante. 

Il Sudan ci ha accolto con tutta la sua polvere, i suoi visti, i suoi posti di blocco, le sue usanze musulmane da rispettare. Il Sudan basa gran parte delle sue limitate risorse anche sul turismo subacqueo: appassionati da tutto il mondo convergono a Port Sudan per imbarcarsi sulle grosse imbarcazioni che organizzano charter itineranti che toccano i punti di immersioni più famosi e più ambiti. Abbiamo ritrovato con molto piacere alcuni vecchi amici/colleghi che, abbandonata la barca a vela, si sono dedicati con successo a questo nuovo aspetto di realtà nautica.

In attesa dell'arrivo di Sandro, Lorella e Giulia Bottazzi (Sandro, ricordo, é uno dei tre armatori di Adriatica), Gigi, Paola e io abbiamo fatto un breve sopraluogo per selezionare i luoghi più interessanti da mostrare agli amici in arrivo. Wow!! Dopo tanto navigare, ecco l'occasione per nuotare per ore tra coralli e pesci coloratissimi, catturando cernie prelibate che ci hanno riempito il freezer. Per me, ex subacquea fanatica (o forse, ex fanatica subacquea?) è stata l'occasione per fare immersioni importanti e riscoprire totalmente la gioia di esplorare il mondo sommerso, silenzioso e sempre accogliente. Anche Sandro mi ha accompagnato in alcune belle immersioni a grande profondità, godendo della vista di grossi squali, mentre con sua figlia Giulia abbiamo fatto delle cose più tranquille, ma comunque molto belle. La nostra Paola si è fatta solo un giretto di "presa di contatto" con gli scomodi bombole ed erogatori, ma spero che presto ci saranno altre occasioni per...trasmetterle il germe della subacquea!

Dopo la bella settimana trascorsa con Sandro e famiglia, per "la Rossa" è subito venuto nuovamente il momento di riprendere il mare, lasciandosi alle spalle ancora un pezzettino di questo lungo viaggio che volge al termine. Ci siamo preparati a dar battaglia: la risalita del Mar Rosso ha una pessima fama. Molti dei velisti che tornano in Mediterraneo a conclusione del giro del mondo, affermano che questo lungo tratto di mare ha rappresentato la parte peggiore, quella più dura e faticosa. Il motivo è semplice: il vento viene quasi sempre da nord ed è spesso molto forte, formando una fastidiosa e ripida onda che spezza l'andatura e l'avanzamento ritmato della barca.

Prima di partire, proprio al momento di salpare l'ancora da Port Sudan, prendo una "mignolata" fortissima a un piede; lo stesso mignolo che avevo battuto giorni addietro e che stava ormai guarendo. Ululo per cinque minuti, ma non serve a nulla. Parto zoppicando, con un piede che dopo poco è già diventato sferico. Ed è subito bolina! La aspettavamo e lei arriva. La barca si inclina, tutto si inclina, le ore che passano assumono una dimensione inclinata! Il vento soffia a 20/25 nodi, non è molto, ma è sufficiente a formare la fastidiosa onda di cui parlavo. Riduciamo la velatura di Adriatica per rallentarne la corsa e renderla più leggera: le onde sono così corte e ripide (anche se la loro altezza non supera i tre metri) che la barca non riesce a passarle e inciampa di continuo. Ci siamo. Le miglia da percorrere fino alla prossima meta di Sharm el Sheikh sono 550. Che bella prospettiva. Ma ci sbagliamo.

Dopo una ventina di ore di questa musica, bordi su bordi, media di 3 miglia all'ora (!), il vento si spegne improvvisamente e noi accendiamo il motore, felici di poterci mettere nuovamente in rotta e macinare miglia "buone". Perfino Gigi, una volta tanto, è felice di sentire il diesel girare!!

Questa fortuna si protrae e si protrae. Le miglia diminuiscono, il gasolio diminuisce, ogni tanto il vento leggero ci concede alcune ore sotto vela, piacevoli e con mare molto agevole. I bollettini meteo confermano queste condizioni. Ma insomma, dov'è finito il famigerato vento da nord? Siamo consci della situazione molto favorevole, ma al tempo stesso siamo come "un po' offesi...". Ma la resa dei conti arriva puntuale. Siamo a 80 miglia da Sharm e aspettiamo 15 nodi da nord. Ne arrivano 30 sul naso (la forza delle raffiche non si conta), prendiamo due mani di terzaroli e riduciamo il piccolo genoa già un po' malandato. Non ci sono più turni, non si dorme più. All'alba il vento aumenta fino a 35 nodi (lo giuriamo: non ci lamenteremo mai piu' di dover andare a motore...), ma si allarga leggermente in modo da permetterci di tornare in rotta. In vista di Sharm le condizioni migliorano e il mare, spezzato dalla Penisola del Sinai, si spiana velocemente.
Il bilancio non è grave: a noi tre basterà una bella notte di sonno continuato per recuperare le energie e ad Adriatica un'asciugatina e qualche riparazione di poco conto.

Essendo appena arrivati, non ci siamo ancora fatti un'idea della famosissima Sharm el Sheikh. Ma non ci sembra affatto male. Le montagne del Sinai che la circondano, alte, frastagliate, sabbiose e desertiche evocano un paesaggio un po' lunare e desolato. Definirlo "biblico" è troppo facile..., ma vi assicuro che se puntando il binacolo sulla cresta di una pendice vedessi Mosé che cammina con le tavole del Decalogo sotto il braccio, non mi stupirei poi più di tanto!!

Fra alcuni giorni arriveranno Syusy, Zoe e altri amici e con loro andremo alla scoperta di qualche nuovo posto incantato da raccontarvi.

A presto.


Irene

Skipper di Adriatica

skipper di Adriatica

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