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Le mura pelasgiche di Orbetello

27 June 2010 ore 00:00

Continuano i nostri approfondimenti sulle tappe del viaggio di Adriatica sulle rotte delle antiche popolazioni di navigatori. Dopo l'Isola d'Elba, l'area archeologica di Baratti e Populonia e il Museo Archeologico di Piombino, scendiamo un po' più a sud e ci fermiano a Orbetello. Questa cittadina nascosta al mare dal monte Argentario racchiude, infatti, misteri e storie legati ai Popoli del Mare. Syusy e Patrizio hanno trovato ad aspettarli un gruppo di esperti pronti a parlare del porto invisibile di Orbetello, dei tomboli “inspiegabili”, delle mura poligonali... Abbiamo chiesto a Giuseppe De Giosa, collaboratore di Mario Pincherle, di raccontarci cosa è successo durante la tappa orbetellana della veleggiata...

 

 

Il 24 Giugno, nel porto di S. Stefano (Orbetello), è sbarcata una nave pelasgica! A bordo c’erano Syusy, Patrizio, Zoe, “Giuseppe l’operatore” ed altri marinai, mentre a terra c’erano altri pelasgi ad attenderli e ad accoglierli amichevolmente: Giuseppe De Giosa, Ph.D. student del Dipartimento di Chimica dell’Università di Siena (www.ecodynamics.unisi.it) e Francesco Gualtieri, fondatori del Centro Studi Mario Pincherle (www.mariopincherle.com) e membri del Centro Studi sull’Opera Poligonale (www.murapoligonali.it). Insieme a loro c’erano anche Emilio Cagnoli, Edoardo Federici ed altri pelasgi orbetellani del Circolo Culturale “Gastone Mariotti” (www.anonimocosano.it), e gli iperborei padovani dell’Associazione Culturale Pangea (www.gruppopangea.com).

Che ci facevano tutti questi pelasgi ad Orbetello? Ma è chiaro. Ci eravamo dati appuntamento nella laguna di Orbetello per festeggiare il solstizio d’estate appena trascorso e la festa di S. Giovanni...riti magici, evidentemente! E gira e rigira siamo andati sul Monte Argentario, un tempo isola, per ammirare dall’alto la splendida laguna di Orbetello, un gigantesco labris formato dalla linea di costa continentale, l’argentario, l’istmo artificiale di Orbetello e i magici tomboli della Giannella e della Feniglia: che spettacolo da lassù. E poi siamo corsi giù ad Orbetello, nel Duomo, che cela antichi segreti all’interno delle sue cripte, segreti ancora tutti da svelare...

Un momento di sosta e svago nel Giardino delle Esperidi, il magnifico punto di ritrovo nei pressi del Duomo dove si riuniscono, a ritmi alterni, i nostri amici orbetellani. A proposito, lo sapete da dove potrebbe derivare il toponimo Orbetello? Secondo Mario Pincherle, sostenitore di una origine molto antica ed orientale della laguna e del porto invisibile di Orbetello, tale parola potrebbe derivare da due termini antico-ebraici: AUR, che significa luce, e BETEL, che significa dimora. Dimora della luce! Il luogo, per chi viveva ad Oriente, in cui il sole si rifugiava a fine giornata. Affascinante, vero!?

E dopo pranzo, via verso la Tagliata di Ansedonia e lo Spacco della Regina, una insenatura nella roccia che taglia in due il promontorio. Chissà a cosa serviva...? E la maestosa Tagliata, un taglio nella roccia in cui è possibile scorgere ancora i segni degli scalpelli antichi e canali idrici e resti di saracinesche e...ma perchè mai avranno impiegato tanto tempo e sforzi per incanalare l’acqua del fiume Fiora, che sgorga ancora qualche km a sud?

Domande che da antichi naviganti ci siamo posti, e a cui abbiamo provato a fornire alcune risposte provissorie, alcuni spunti, sulla scorta dei lavori dell’ingegnere Mario Pincherle che alla laguna ha dedicato anni di studi provando a calarsi nella mentalità degli antichi costruttori. Ed infine, su verso il sito di Cosa, con le sue imponenti mura poligonali. Ma ci è parso subito chiaro che per quanto maestose, le mura di Cosa non pareggiassero in bellezza quelle di Orbetello, uniche al mondo per essere state costruite sul fondo di una laguna, antica e misteriosa, e piene di archi che ne aumentavano la staticità. Da Cosa, stanchi per una giornata così intensa, miravamo la laguna, immaginando le barche antiche che la traversavano entrando e uscendo dalle mura di Aur-betel, un tempo ricolma d’acqua anche al suo interno. E immaginando un passato meraviglioso e carico di significati...siamo fuggiti a mangiare da “I Pescatori” ospitati. E che cena! E poi tutti a nanna, pronti per altre avventure!

I velisti per caso sono partiti per proseguire il loro viaggio, ma il nostro incontro è stato foriero di significati...in fondo, il caso non esiste!"


Giuseppe de Giosa

 

 

Anche gli amici del Circolo Anonimo Cosano ci hanno parlato della giornata in compagnia di Pat e Syusy. Vi riportiamo il loro contributo...

 

 

"Orbetello: I Velisti Per Caso sbarcano nella nostra città. Adriatica, la splendida barca dei “Velisti Per Caso”, è arrivata a Porto Santo Stefano con a bordo Syusy Blady, Patrizio Roversi e la loro figlia Zoe per girare una puntata della serie sulle tradizioni dei popoli del mare che andrà in onda su Sky ai primi di ottobre.

Sulla banchina li attendevano alcuni membri del Circolo Culturale orbetellano “Gastone Mariotti” oltre ai rappresentanti del Centro Studi "Mario Pincherle" e alcuni giovani ricercatori dell’Università di Padova. Motivo dello sbarco sono le riprese televisive per documentare le coste del monte Argentario, con particolare attenzione alla Tagliata di Ansedonia e alle mura megalitiche poligonali, (conosciute come “etrusche”) che racchiudono il centro storico di Orbetello, e le mura megalitiche del vecchio insediamento della città di Cosa situato sul cocuzzolo del promontorio di Ansedonia.

Il Circolo Gastone Mariotti, che è stato contattato per dare un supporto storico/logistico alla conoscenza dei luoghi e dei posti più caratteristici, ha messo a disposizione del gruppo i propri mezzi e la propria conoscenza dei luoghi in cui fare le riprese televisive. La collaborazione fornita dal circolo G. Mariotti è stata finalizzata a favorire nuovi spunti di riflessione sulla storia e sulle origini delle mura megalitiche di Orbetello contribuendo a fare un altro passo avanti sulla conoscenza delle origini della città. La giornata trascorsa è stata intensa ma piacevole. Malgrado avessimo pianificato i tempi e gli spostamenti dell’incontro, siamo stati travolti dagli eventi e abbiamo volentieri ceduto il passo alle necessità della ripresa televisiva.

Volendo esprimere le mie sensazioni sull’incontro direi di essere stato piacevolmente sorpreso dall’interesse dimostrato dai giovani ricercatori dell’Università di Padova verso le nostre mura, interesse e conoscenza approfondita che traspariva durante le interviste fatte da Syusy e Patrizio mettendole a confronto con le mura dell’antica città di Cosa. Altro motivo d’interesse è stato vedere come attraverso delle conversazioni informali sia la Syusy che Patrizio riuscissero a imbastire un discorso logico con l’intento di trarne un video documentario, coadiuvati sempre dall’operatore che mentalmente legava i vari spezzoni girati ricercando i giusti agganci in funzione degli argomenti trattati.

La giornata si è conclusa con una cena offerta dalla Cooperativa Pescatori che ha servito i piatti tipici della tradizione Orbetellana illustrati dal presidente della Cooperativa Pier Luigi Piro, e splendidamente ripresi dall’operatore mentre Patrizio, con l’acquolina in bocca, approfondiva il significato di alcuni termini come anguilla sfumata o scavecciata."

 

Edoardo Federici

 

 

Ringraziamo nuovamente tutti coloro che ci hanno aiutato durante questa avventura, in particolare Giuseppe, Federico, Giovanni, Edoardo, Pier Luigi e, naturalmente, Mario Pincherle per le suggestioni che ha dato con il suo lavoro e le sue scoperte...

Buon vento a tutti!

La Redazione di Velistipercaso.it

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