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Le antiche Pyrgi e Caere

15 July 2010 ore 15:00

Mentre Adriatica naviga lungo le coste della Sardegna, noi facciamo un salto indietro nel tempo e continuiamo a raccontarvi le tappe del suo viaggio sulle rotte dei Popoli del mare. Questa settimana arriviamo a Santa Severa e a Cerveteri!

 

Partiamo dalla prima località, luogo in cui si trova Pyrgi, antica città etrusca porto di Caere che Syusy ha ripreso durante la sua visita di fine giugno. Si dice sia uno dei più importanti punti di approdo che gli Etruschi hanno costruito lungo la costa tirrenica e divenne presto un fiorente centro di scambi commerciali, prima di venire assimilata all'impero romano. Oggi Pyrgi è famosa soprattutto per la sua area sacra e per i suoi templi A e B. Queste due costruzioni sorgono proprio a ridosso del mare e fra loro si può trovare il luogo sacro con un altare, una vasca e un pozzo. E' nella vasca che nel 1964 sono state ritrovate le lamine di Pyrgi, oggi conservate nel Museo di Villa Giulia a Roma. La loro particolarità è quella di contenere iscrizioni sia etrusche che fenicie.

L'ipotesi è che si tratti di una sorta di simbolo dell'incontro fra le due culture, idea sostenuta dal fatto che nelle lamine si consacrerebbero i tempi alla dea Astarte nella parte in etrusco e, in fenicio, alla dea Unialastris, risultato dell'unione dei nomi di Uni e Astarte, viste con ogni probabilità come se fossero la stessa divinità. Insomma, Pyrgi era un luogo di scambi commerciali e culturali.

 

L'importanza di questo porto e il ruolo del mare nella vita di Cere hanno portato di recente alla creazione di un Museo del Mare e della Navigazione Antica, luogo perfetto dove proseguire le nostre ricerche sulle antiche popolazioni di navigatori! Qui è possibile raccogliere informazioni sui reperti ritrovati nelle coste vicino a Pyrgi, studiare la navigazione arcaica e quella a vela, lasciarsi affascinare dai racconti che vedono gli antichi capaci di navigare addirittura negli oceani. E se la curiosità vi spinge oltre, potete fare un salto anche all'Antiquarium, dove sono custodite anfore e altri reperti provenienti dalla Pyrgi sommersa. Le attività di ricerca degli studiosi del museo sono costanti e si propongono di dare sempre più luce alla storia ancora in parte sconosciuta di questo importante porto etrusco.

 

Ci lasciamo alle spalle Santa Severa e il suo castello e proseguiamo verso Cerveteri, la famosa Caere. Abbiamo già parlato della sua influenza sul traffico commerciale. Vogliamo invece parlarvi della sua necropoli della Banditaccia. Come quella di Tarquinia di Monterozzi, anche quest'area è stata definita patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO, un luogo dove poter ammutolire di fronte alla devozione che gli Etruschi avevano nei confronti dei defunti. Camminare di fianco alle tombe è infatti come passeggiare in una vera e propria città, con le sue vie e le sue “case” e collegata alla città attuale di Cerveteri tramite un'arteria stradale di grande fascino: la Via degli Inferi, scavata profondamente nel tufo. Si racconta che nei luoghi vicino a Cerveteri Enea sia riuscito a sconfiggere Turno, antagonista del poema dell'Eneide, grazie allo scudo forgiato per lui da Vulcano. A cavallo fra la storia degli etruschi e quella dei romani, il territorio di Cerveteri fa da teatro alle sanguinose vicende narrate da Virgilio.

 

Continuamo però a seguire le orme del viaggio di Syusy e dopo una passeggiata a cavallo lungo il percorso delle 7 cascate, rimettiamo i piedi per terra in compagnia di un singolare gruppo di poeti... Si sa, durante i viaggi si cerca sempre di vedere più cose possibili e di conoscere i personaggi più interessanti. Questa volta l'itinerario è stato arricchito da un incontro speciale. Durante la visita di Cerveteri, il nostro gruppo di Velisti per caso è stato infatti raggiunto da un gruppo di cantori, i poeti a braccio della Tolfa. Li abbiamo conosiciuti tramite la Rete Italiana Cultura Popolare e siamo contenti di poterne parlare anche qui, in attesa di poter vedere i filmati girati da Syusy e Giuseppe. Leggiamo in un documento ufficiale che "Sono i diretti discendenti della tradizione dei Canti a Braccio dei Poeti Pastori.

Oggi sono in pochi a conoscere l’arte dei canti a braccio, poesie improvvisate seguendo le complesse regole dell’ottava rima, solitamente passandosi la palla senza mai perdere il filo della composizione. Un’arte antica tramandataci da questi colti pastori della parola non scritta." Assieme ad altri, sono stati proclamati Testimoni di Cultura Popolare, perchè "Hanno saputo difendere, con orgoglio, la linfa vitale che è nelle radici di ogni comunità e di ogni territorio, sino a rimetterla in circolo riproponendoci germogli di modernità che nascono dalla continuità con il passato, la storia, la memoria." Non sappiamo cosa gli abbia fatto poetare la nostra Velista per caso, anche se – conoscendola - siamo quasi certi che abbia provato a fargli parlare di mare e di storia! Se siete curiosi di conoscerli meglio e di leggere quali altre tradizioni vengono promosse dalla Rete Italiana Cultura Popolare e dalle sue Antenne Locali, vi consigliamo di visitare il sito internet!

 

Finisce così la nostra incursione nelle antiche Pyrgi e Caere e ci dirigiamo verso l'entroterra, pronti a parlarvi delle mura pelasgiche di Alatri!

Buon vento,


Serena Canu 

Redazione di Velistipercaso.it

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