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L'avventura su Ayoka

27 May 2009 ore 15:00

Tornano a farsi sentire due vecchie conoscenze della cricca dei Velisti per Caso. Parliamo di Gigi e Irene, inseparabile coppia di... "malati della vela", che da anni ormai fanno base all'altro capo del mondo con il loro (bellissimo) Va' Pensiero, occasionalmente "tradito" per condurre altre splendide imbarcazioni a spasso per i sette mari, armate da conoscenti, amici, o semplici committenti che devolgono ai nostri la responsabilità della navigazione per godersi un viaggio da sogno. Raramente i due si tirano indietro; così, con scadenza quasi annuale (dipende anche dai monsoni!) battezzano un nuovo blog da cui è possibile invidiarli. Un blog che prende il nome dell'imbarcazione che sarà la loro casa per molti mesi, anzi: solitamente almeno un anno. Nel 2007 era il blog de La Numero 1, l'anno successivo quello di Va' Pensiero, e così via.

Naturalmente c'è stato anche l'anno di Adriatica, e questo sito era una sorta di "Blog allargato" per raccogliere impressioni e narrazioni di viaggio. Quest'anno Gigi e Irene ci parleranno di Akoya: l'ultimo "legno" in ordine di tempo con cui hanno stretto amicizia. Il nostro sito si apre dunque da oggi alla loro esperienza di viaggio. Ma a questo punto la cosa migliore è senz'altro quella di cedere la parola ai nostri due amici, che ci racconteranno tutto.



Nuova barca, nuovo itinerario, "vecchi" Gigi e Irene

di Gigi e Irene



Nuova barca, nuovo armatore, nuovo itinerario, nuovo blog, ma sempre gli stessi vecchi Gigi e Irene… Molti di voi già sanno cos’è e da dove viene quella bella barca blu che avete visto nella foto che abbiamo spedito un paio di settimane fa; per gli altri specifichiamo che Akoya (questo il suo nome) è un Baltic di 18 metri arrivato in Australia lo scorso agosto dopo aver percorso mezzo giro del mondo e dove è rimasto nella inconsapevole attesa di qualcuno che se ne prendesse nuovamente cura e lo rimettesse nel suo elemento naturale, pronto a portare a termine l’altra metà del giro. 



Alcuni mesi fa avevamo conosciuto Dario, il proprietario di Akoya e galeotto fu l’incontro… Dopo alcune esitazioni abbiamo accettato di riportargli l’imbarcazione in Italia, con la promessa (e la certezza) di mostrargli isole e coste interessanti, affascinanti e incontaminate. E Va Pensiero? Gli abbiamo assicurato che è sempre al primo posto nel nostro cuore e così dicendo lo abbiamo ancora una volta tirato fuori dall’acqua in Nuova Zelanda (ormai sua seconda patria). Lui sa che appena avremo un minuto torneremo a trovarlo! Il repertorio degli ultimi anni si è puntualmente ripetuto e Luigi ed io abbiamo passato alcune settimane a Brisbane, per rimettere in sesto Akoya, in vista dell’impegnativo programma. 

Prima tappa: Brisbane-Noumea (capitale della Nuova Caledonia, la ricca nazione grande produttrice di nichel e patria degli orgogliosi Kanak), 800 miglia di bolina annunciata. Dario non ha potuto essere dei nostri, ma quattro amici ci hanno raggiunto da Auckland per provare l’esperienza e l’ebbrezza della navigazione oceanica: Riccardo, John, Yvonne e Ruggero, sì, proprio il “nostro” Ruggero che da anni ormai ci confeziona e ci pubblica i blog.

Grazie a tutti e quattro, siete stati simpatici, ottimi e preziosi!

Turni di due persone per tre ore: un’ora e mezza al timone e un’ora e mezza di guardia, alle quali seguivano sei comode ore di riposo. La sottoscritta ai fornelli e gli altri, a rotazione, al lavaggio piatti e riordino della cucina. Dopo le prime ventiquattr'ore piuttosto vivaci, abbiamo avuto un calo di vento esagerato che ci ha persino costretti a diverse ore di motore. Abbiamo pescato quattro pescioni (che come inizio non c’è davvero male) e poi, per finire, caso mai ne sentissimo la mancanza o ce ne fossimo dimenticati, è arrivato un bel burrascone, rigorosamente di bolina, con tutti i dettagli da manuale: ventone, ondone, pioggia torrenziale e alcune rotture che sono servite da collaudo per Akoya e per le doti ginnico-sportive del nostro capitano intramontabile che, notte tempo, in piena tempesta, pensava bene di arrampicarsi sull’albero senza banzigo per liberare una stecca della randa incastratasi malamente, mentre ammainavamo la tela di troppo. 



Adesso Akoya (e noi con lei), asciugata, riparata, ripulita e sistemata, già dondola impaziente in un bel marina qua a Noumea, pronta a salpare fra qualche giorno per le Vanuatu.



Ben ritrovati!



Un abbraccio grosso a tutti e a risentirci alla prossima tappa

Gigi e Irene

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