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di Paolo Ghidotti.

 

Questo viaggio l’ho fatto in compagnia del mio gruppo subacqueo, nell’aprile di due anni fa. Abbiamo deciso di passare una settimana a Roatan, una piccola isola dell’Honduras specializzata per l’attività subacquea. Si trova sulla barriera corallina più lunga dei caraibi e seconda, a livello mondiale, solo a quella australiana. L’economia di quest’isoletta è basata principalmente sul turismo subacqueo e in modo minore, ma comunque importante sulla pesca.

In questa vacanza, oltre al solito obbiettivo di fare un sacco di immersioni, avevamo due missioni molto particolari da compiere. La prima era quella di fare alcune immersioni in un branco di squali, la seconda, di nuotare e giocare con i delfini.

 

Fantasy Island

Abbiamo scelto un villaggio particolare, chiamato Fantasy Island. Questo si trova su un piccola isoletta a forma di stella collegata alla terra ferma da un ponte, contornata da una spiaggia bianchissima attrezzata con lettini e materassini e con pochi ombrelloni, in quanto ci sono molte palme dove potersi riparare dal sole, che a queste latitudini è particolarmente forte. E’ bagnata da acque cristalline popolate da tantissime specie di pesci che rendono particolarmente interessante anche lo snorkeling. Inoltre, a nostra disposizione, avevamo gratuitamente, delle canoe per poter fare delle piacevoli escursioni. Questa struttura è particolarmente organizzata per i sub, al suo interno si trova addirittura una camera iperbarica, con un medico specializzato, presente ventiquattro ore su ventiquattro. E’ una grande sicurezza per chi pratica questo sport. Il diving è super attrezzato, possiede quattro barche costruite appositamente per l’attività subacquea, attraccate ad una banchina sulla quale si trova un ufficio, alcune aule didattiche, una sala compressori, un locale adibito a deposito dell’attrezzatura con adiacenti le vasche di risciacquo e le docce. lo staff che gestisce tutto ciò è super efficiente e preparatissimo. Gli orari di tutte le attività del villaggio, sono studiati in base alle esigenze del diving. Tutto ciò rende particolarmente piacevole e comodo il soggiorno e le immersioni. Le camere sono belle, ampie e nuovissime, visto che sono appena state ristrutturate.

I ristoranti sono due, per il pranzo si usava quello sulla spiaggia mentre la sera si mangiava in quello all’interno. La formula all inclusive era strepitosa, colazione, pranzo e cena a buffet, con un’ampissima scelta, tutto cucinato ottimamente. La carne e il pesce cotti alla griglia al momento. Il bar era molto fornito, ed i bravissimi barman erano sempre pronti a prepararci qualsiasi cosa, persino dei magnifici cocktails frullati a base di frutta fresca.

Erano sempre previste due immersioni alla mattina ed una pomeriggio, tranne al giovedì che era programmata anche una notturna. In più, avevamo la possibilità di fare immersione in qualsiasi momento, con il nostro compagno, partendo dal gazebo. Ma la cosa che rende unica questa struttura, è che si trova immersa nel verde, le camere sono situate attorno ad una collina adibita a parco, quindi sembrava di essere in uno zoo. Le piante erano popolate da branchi di scimmiette e da tantissime iguane dai colori sgargianti, mentre a terra, si incontravano tantissimi capibara, (un roditore tipico della zona), molti pavoni e alla mattina presto si vedevano anche alcuni caprioli pascolare nei giardini.

 

Le immersioni con gli squali!

Noi siamo arrivati sabato pomeriggio, l’attività subacquea l’abbiamo iniziata la mattina successiva. Ci siamo recati al diving, dove dopo aver sbrigato tutte le pratiche necessarie, siamo stati assegnati alla barca che ci portava fuori tutti i giorni. Le immersioni sono state tutte belle e ricche di incontri, a partire da tutto il pesce di barriera, fino ad arrivare alle aragoste alle aquile di mare ai cavallucci marini ecc.. Ma lo scopo primario, per noi, era un’altro.

Il mercoledì è stato il grande giorno: sveglia presto, abbondante colazione, poi partenza con un pulmino per il diving specializzato nelle immersioni con gli squali. Arrivati al centro immersioni, dove ci attendevano gli istruttori, dopo le presentazioni, abbiamo iniziato un lungo e interessante briefing nel quale oltre alle normali informazioni e pianificazioni, ci sono state date direttive specifiche da tenere in questo particolarissimo tipo di immersioni. Abbiamo preso parte a questa straordinaria esperienza in sei. Con circa mezz’ora di navigazione abbiamo, raggiunto il sito di immersione e dopo le ultime raccomandazioni, ci siamo tuffati. Già durante la discesa, sotto di noi, c’erano alcuni squali grigi che nuotavano in circolo su un piano sabbioso ad una profondità di ventidue metri. Ci siamo messi in ginocchio, con alle spalle una parete di corallo. Le nostre guide avevano portato con noi un secchio tutto forato, contenente alcune teste di tonno. Questo veniva usato come richiamo, infatti scuotendolo rilasciava del sangue che attirava gli squali.

Dopo circa dieci minuti, eravamo circondati da una quarantina di esemplari tra squali grigi, pinna nera e pinna bianca, che si aggiravano dal metro ai tre metri di lunghezza. Avevano un comportamento bizzarro, erano si attratti dalle esche, ma molto incuriositi da noi, quindi, si avvicinavano sempre di più, fino al punto che alcuni c’hanno dato alcune pinnate. In seguito, c’è stato spiegato che questo è un atteggiamento piuttosto comune; lo fanno per studiarci e capire "cosa siamo".

Dopo circa quaranta minuti di immersione, abbiamo avuto il momento più adrenalinico: la guida ha tolto il coperchio dal secchio e lo ha buttato verso di loro. In quell’istante si è scatenato "l’inferno", tutti gli squali hanno iniziato una violentissima lotta per cercare di prendere del cibo, facevano volare il secchio da una parte all’altra, mentre si davano delle testate e dei morsi, fino a quando non è stato mangiato tutto. A quel punto si sono allontanati; a noi non rimaneva altro che andare a recuperare il secchio mezzo distrutto e cercare i denti persi nella lotta, (gli squali cambiano fino a seimila denti nella vita).

Dopo circa un oretta, l’aria iniziava a scarseggiare, costringendoci a riemergere. Saliti in barca, durante il rientro, ognuno di noi cercava di spiegare agli altri ciò che aveva provato, per me è stata una bellissima esperienza ed ero impaziente di scendere per la seconda immersione. Ma se per me è stata un piacevolissima ed elettrizzante esperienza, per altri si è rilevata traumatica; non riuscivano neanche a parlare.

Arrivati al diving abbiamo cambiato le bombole, poi con chi se la sentiva ho ripreso il mare. Il sito era sempre quello, la differenza consisteva nel fatto che non ci saremmo limitati a guardarli passare davanti noi, ma ci avremmo nuotato in mezzo. Appena scesi, abbiamo iniziato la nostra escursione mentre il numero di squali che si avvicinava a noi,aumentava sempre di più, fino a raggiungere la cinquantina.In quel momento eravamo veramente invasi, da qualsiasi parte ci voltassimo avevamo squali che si avvicinavano sempre più fino al punto, che con molta cautela sono riuscito ad accarezzarli. Tutte le volte che riuscivo a toccarli, sentivo una scarica di adrenalina che mi attraversava il corpo, l’emozione era infinita. Hanno la pelle durissima, molto ruvida e toccandoli si percepisce la possente muscolatura. Dopo circa quaranta minuti, la guida c’ha fatto riunire, per poi aprire il secchio delle esche e come nell’altra immersione è stata scatenata una guerra. Veramente impressionante vedere gli squali in frenesia da cibo, scatta in loro un istinto irrefrenabile alla lotta, che li spinge a qualsiasi cosa, pur di accaparrarsi un pezzo di pesce; in quei momenti ci siamo resi conto dell’incredibile forza ed aggressività che possiedono.

Il fatto di scendere con del cibo, per molti non è corretto, in quanto sostengono che gli squali arrivano ad associare l’uomo al cibo, ma c’è stato spiegato, che nel nostro caso specifico, siamo scesi con pochissimo cibo, solo due piccole teste di tonno, le quali vengono mangiate al massimo da un paio di squali, su un numero di loro molto alto; quindi non fanno in tempo ad associare noi al cibo.

Quando racconto questa esperienza, tutti mi chiedono di dire cosa si prova, io rispondo che è impossibile spiegare ciò che si sente in quei momenti, in quanto, è un susseguirsi frenetico di sensazioni, talmente forti e varie che cambiano in base a ciò che avviene in quell’istante. Io stesso, ho avuto bisogno di qualche ora, per realizzare e riordinare le mie emozioni. Posso solo raccontare ciò che ho imparato: sono predatori perfetti dalla potenza e velocità incredibile, ad ogni movimento che compiono, si nota la possente muscolatura che si contrae, mettendo in evidenza la forza che possiedono, nuotano in modo molto elegante e maestoso. Hanno una forma bellissima che esprime agilità e rispetto, gli occhi di ghiaccio sono impressionanti, quando li guardi, ti senti gelare il sangue da quanto sono magnetici e aggressivi.

Ma, malgrado ciò, gli squali "non sono quegli assassini mangiatori di uomini", come Hollywood ha voluto far sembrare alla gente; è vero che essendo dei predatori sono macchine di morte perfette ed efficientissime ma solo nel loro regno. Altrettanto vero è che di tanto in tanto, attaccano anche l’uomo, ma bisognano analizzarne i motivi. Nella maggior parte dei casi degli attacchi all’uomo, questi capitano perché ci scambiano per animali che loro predano, oppure siamo noi che ci approcciamo ad essi e al loro ambiente in modo sbagliato.

 

E poi... i delfini!

Tornati al villaggio eravamo tutti gasati ed eccitati, con una grande voglia di festeggiare. Da buoni italiani abbiamo deciso d’andare a fare una mega abbuffata da Ghjos, uno dei ristoranti più conosciuti e validi dell’isola. In quel locale la scelta è scontata: una mega abbuffata di aragoste gamberoni e granchi. Ognuno di noi è stato fornito di un grembiule per non sporcarsi, asse con un martello che serviva a rompere i durissimi carapaci degli enormi granchi e un catino dove mettere gli scarti. Il ristorante ha una bella terrazza sul mare, ed è molto conveniente. Il lavoro che serve per riuscire a mangiare queste specialità, rende tutto più divertente. Il secondo obbiettivo fissato, abbiamo deciso di raggiungerlo il venerdì, visto che non avremmo potuto immergerci per rispettare i tempi di non volo.

Alla mattina un pulmino c’ha portato all’Anthony’s Key resort e all’annesso istituto di scienze marine. Questo centro si trova in una bellissima insenatura ed è costituito da un albergo, un centro di ricerca e da un isolotto con recinto dove si incontrano i cetacei. La recinzione è solo una forma di difesa, messa per tutelare i delfini ammaestrati da quelli selvatici, infatti loro volendo, la possono saltare agevolmente, ma non lo fanno perché si trovano bene lì.

Qui abbiamo potuto raggiungere il secondo obiettivo della vacanza. Arrivati al centro universitario, siamo stati accolti da alcuni ricercatori, i quali, mentre ci facevano un interessantissima lezione sui cetacei, c’hanno guidato nella visita dei laboratori e di un piccolo museo oceanografico.

Poi con una barca, abbiamo raggiunto l’isolotto, dove eravamo attesi da alcuni istruttori. Siamo stati divisi in gruppetti da tre persone, ad ognuno dei quali è stato assegnato un istruttore con il proprio delfino. A questo punto, siamo scesi dalla spiaggia, fino a dove c’era un metro d’acqua. L’istruttore ha invitato il delfino ad avvicinarsi a lui ed ha iniziato a spiegarci e mostrarci l’anatomia di questi magnifici animali. Poi abbiamo cominciato anche noi ad avere alcuni contatti con loro, il nostro delfino si chiamava Fiona, era una femmina di sei anni. Dopo i primi approcci per prendere confidenza, abbiamo iniziato ad interagire con loro. Avere la possibilità di accarezzare, abbracciare, coccolare ed essere coccolati da questi dolcissimi animali è veramente un privilegio e una fortuna. Dopo circa mezzoretta, gli istruttori sono usciti dall’acqua; noi ci siamo messi maschera pinne e boccaglio ed abbiamo iniziato a nuotare. Passati un paio di minuti, mi sono sentito tirare una pinna, erano i delfini che volevano giocare. Hanno iniziato a girarci attorno, a spingerci, poi Fiona mi ha portato un filo d’erba perché voleva che glielo lanciassi, come si fa ai cani con le palline. Dopo quarantacinque minuti di giochi, siamo stati invitati ad uscire dall’acqua, purtroppo il tempo a nostra disposizione era finito.

Mentre risalivamo dalla spiaggia, siamo stati salutati dai delfini, con dei salti acrobatici incredibili. Tornati al nostro villaggio, eravamo tutti felicissimi per l’esperienza fatta, ma nello stesso tempo, tristi perché il giorno dopo saremmo dovuti tornare in Italia.

 

In questa vacanza avevamo due obiettivi da raggiungere, posso affermare con soddisfazione che sono stati raggiunti entrambi superando qualsiasi aspettativa, regalandoci sensazioni indescrivibili, alternando emozioni super adrenaliniche come con gli squali, a momenti di tenerezza con i delfini. Un viaggio lo ritengo perfetto, solo quando, oltre ad essere stato all’altezza delle aspettative, mi ha anche insegnato qualcosa di importante. In questo caso ho capito che, pure i predatori perfetti come gli squali, se vengono rispettati, non sono terribili mangia uomini, ma sono solo animali che cacciano per vivere e che noi non facciamo parte della loro catena alimentare se non per errore.

 

Ghidotti Paolo

Commenti

Complimenti!! Bellissimo diario di viaggio, scritto bene e con foto da brivido.... come neo subba ho trovato emozionanti i racconti delle immersioni con squali e delfini, chissà se un giorno anch'io sarò così coraggiosa?

inserito da Diana il 17/04/2012 alle 09:29

ho letto il tuo diario del tuo magnifico viaggio in Unduras mi sarebbe piaciuto esserci anche per farmi una scorpacciata di gamberoni ecc. ecc. ecc. ecc. Tanti Tanti Tanti auguriai neo genitori un bacione ha Sveva Pinuccia e Pierino Gozzi

inserito da pinuccia beatrisini il 25/11/2013 alle 18:25

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